come avevo annunciato la scorsa puntata, con il corso di Scrittura Creativa intendo condividere alcune perle che, durante il percorso didattico, imparerò e scoprirò.. Certo ometto volentieri gli esercizi di base, almeno, giacché personali e legati sicuramente all’individuo, ma qualora certe cose più corpose fossero leggibili pubblicamente non le terrò solo per me, ve lo garantisco.
Quest’oggi parliamo di Scrittura Automatica.
Wikipedia definisce la Scrittura Automatica “quel processo di scrittura di frasi che non arrivano dal pensiero cosciente dello scrittore. Può avvenire in stato di trance, oppure in maniera cosciente ma senza la consapevolezza di quello che si sta scrivendo. È stata a volte utilizzata in psicoanalisi come possibile strumento per fare emergere conflitti inconsci. È uno degli strumenti più importanti della tecnica di scrittura surrealista.”
Chiaramente il nostro interesse non ha nulla a che fare con la faccenda psicologica o psicoanalista. No, assolutamente. Ci soffermiamo, però, sulla prima parte della frase: “processo di scrittura di frasi che non arrivano dal pensiero cosciente dello scrittore”. Non perché riteniamo che lo scrittore scriva così, senza pensare, senza riflettere, a casaccio.. no. Semplicemente perché si ritiene che lo scrittore debba, di tanto in tanto, dedicarsi a raccogliere le idee.
Non ha bisogno del classico ‘brain storming’ di tipo aziendale o similare, perché lo scrittore non si serve di immagini, parole e collegamenti con freccette e schemi, no.. Lo scrittore si serve di formule comunicative, di frasi, di passaggi narrativi, di concetti espressi per esteso.. e spesso quelle inattese arrivano quando? Quando si scrive ‘senza consapevolezza’. Quando lo si fa di getto, di istinto, così, su due piedi, senza rifletterci e pensarci troppo.
Questo perché si pensa – ci sono studi e ricerche che lo compravano eh – che nei momenti dove si è meno forzati a pensare, meno obbligati, e decisamente più liberi di esprimerci.. escano fuori le frasi migliori, le perle di comunicazione che, diversamente, nemmeno credevamo conoscere e utilizzare.
Esercizi del genere sono liberatori, capaci infatti di esternare ogni cosa passa nella mente nell’attimo in cui si scrive, senza badare alla forma o al contenuto, ma solo svuotando la mente per mezzo della penna.
Nel caso della nostra lezione di Scrittura Creativa, l’esercizio legato alla Scrittura Automatica aveva un tema preciso da seguire: letto un racconto di Borges, intitolato Pedro Salvadores che si rifugiò in cantina durante le persecuzioni e lì visse, isolato dal mondo esterno, finché non gli fu detto del pericolo scampato, ci sono state date linee guida per liberare la mente e far scorrere la penna sul foglio per i 10 – 15 minuti a disposizione.
Sì, perché la Scrittura Automaticaè qualcosa che si fa di getto e in breve tempo: pochi minuti al giorno, su un quaderno apposito, senza star troppo a pensare e buttando giù ciò che, in quel preciso momento, ci frulla nella testa. Non si rilegge, si chiude il tutto e poi, quando si è situazione di scrittura beh.. si va a recuperare ciò che è stato fatto in quei momenti. Sarà infatti molto più facile scoprire alcuni passaggi deliziosi e validi, forme di scrittura, parole, sensazioni, descrizioni.. che diversamente, pensandoci su troppo spesso, non ci vengono in mente e forse nemmeno utilizziamo. Un esercizio valido sia per lo scrittore affermato sia per chi, come me, è alle prime armi di quella produzione scritta che, solitamente, tende a lasciar fare ad altri.
E voi? Voi ogni tanto fate questi esercizi di Scrittura Automatica?
Su su, commentate 🙂