Cari Fans del Bosco,
quella di oggi è una segnalazione particolare.. Eugenia Franzoni mi ha contattata qualche tempo fa – mi scuso per il ritardo – proponendomi di segnalare un romanzo che ha provveduto a tradurre in modo che anche Noi lettori italiani potessimo apprezzarlo..
DALL’AUTORE DI BESTSELLER DI DOCTOR WHO, TORCHWOOD E PRIMEVAL ECCO IL NUOVO THRILLER POST-APOCALITTICO – THE WALKING DEAD SULLA STRADA.
“LEGGETELO PRIMA DELLA FINE DEL MONDO!” Kevin J Anderson, autore di bestseller internazionali quali i Dune Prequel, Hellhole le la Saga dei Sette Soli.
Titolo: Immortale
Autore: Steven Savile
Prezzo: € 0.81
Pagine: 262
Editore: Skary Ink
Genere: Thriller
Formato: eBook
Data di uscita: 30 Marzo 2015
Acquista su: Amazon Google Libri Barnes & Nobles iTunes
Un uomo si sveglia in una camera sudicia senza memoria di chi sia o di come sia arrivato lì. Vedendo una vecchia bibbia di Gideon sul comodino si trova un nome: Temple. IMMORTALE è la storia della ricerca di Temple della sua identità e del suo scopo in un mondo decadente e morente. Non è un cavaliere romantico, non è Sir Gawain, non ha spada né armatura, e in questo mondo spezzato non c’è nessuno di cui si possa fidare. Voltate le spalle a tutto e tutti, comincia la ricerca del proprio Santo Graal e, tentato da demoni e dei ad ogni passo, deve confrontarsi con la terribile verità di chi sia e come sia arrivato a svegliarsi in quella dannata stanza d’hotel.
L’AUTORE
Classe 1969, nato a Newcastle, Inghilterra, Steven Savile è uno scrittore fantasy, horror e thriller, ed editore che vive subito fuori Stoccolma, in Svezia. È emigrato nel 1997.
Ha scritto molti romanzi e parecchi racconti brevi, pubblicati su periodici e antologie. Si è anche cimentato nella scrittura di libri per bambini e ragazzi ed è tifoso della squadra di calcio di Londra dei Tottenham Hotspur.
Il suo romanzo più conosciuto, Silver, ha raggiunto il secondo posto nella classifica dei bestseller di Amazon ed è stato inserito dal The Bookseller nella top30 dei titoli digitali più venduti del 2011.
Ha scritto e curato alcuni racconti del Doctor Who per la Big Finish Production. E’ stato candidato al British Fantasy Award nel 2000 e nel 2010. Ha vinto nella categoria Best Young Adult Original Novel degli Scribe Award del 2009 con il romanzo Primeval: Shadow of the Jaguar.
I suoi romanzi sono pubblicati in molte lingue e hanno riscosso un buon successo tra il pubblico di tutto il mondo.
Intervista all’autore pubblicata su ifyouhaveagardenandalibrary.blogspot.com
Il protagonista del romanzo, Temple, si muove in un mondo decadente e morente, in cerca della sua identità e della sua storia. Quando ha iniziato a scrivere la storia di Temple, l’ha pensato più come un eroe o un antieroe nel suo mondo?
In realtà, quando ho cominciato non avevo assolutamente idea di chi o cosa fosse Temple. La Apex Digest, un giornale statunitense, mi aveva commissionato la stesura di un serial che sarebbe stato pubblicato in quattro uscite del giornale, durante tutto un anno. Per come sono fatto, avevo un centinaio di idee e non riuscivo a decidere quale usare, e continuavo a procrastinare e scrivere pezzi su Warhammer (in realtà credo che in quel periodo stessi scrivendo L’eredità, che è stato pubblicato da Mondadori nel 2010). Mi sono ritrovato nella strana posizione di dovermi dedicare a quella che sarebbe stata una storia lunga un anno (in realtà solo circa 20000 parole) senza sapere cosa sarebbe successo, e con circa cinque giorni per consegnare la prima parte. In giro molti consigliano di non iniziare la storia con un personaggio che si sveglia in una stanza bianca, etc, e questo mi ha fatto chiedere se sarei riuscito a creare una storia in cui il fulcro fosse la ricerca dell’identità, sapendo che nel momento in cui scopri chi sei, quasi di sicuro sei cambiato e non sei più riconoscibile. Detto questo, nella prima versione uscita come racconto breve, Temple era il personaggio più detestabile che avessi mai scritto. Non aveva caratteristiche di redenzione. Solo alla terza o quarta bozza della storia si è trasformato in Immortale, aggiungendo un po’ di decenza e umanità, molto grazie all’introduzione dei suoi compagni. E’ di certo un eroe travagliato. Penso che in fondo in fondo sia un uomo buono, che è stato pesantemente danneggiato dal mondo che lo circonda, e nella seconda parte della storia penso che sia molto migliore di quanto fosse all’inizio. Detto questo, mi dicono che molti dei miei personaggi sono detestabili.
L’autore di bestseller del New York Times, T.M. Wright, ha scritto: “Una storia sulla Morte scritta da un uomo che, chiaramente, ha conosciuto dei demoni”. Ha ragione Wright a scrivere questo oppure è solo bravura nello scrivere e non ci sono mai stati realmente dei demoni?
E’ una citazione incredibilmente generosa da parte di Terry. Lui è uno dei miei eroi, il suo romanzo A Manhattan Ghost Story è stato uno dei primi libri che mi hanno fatto desiderare di essere uno scrittore. Far sì che dicesse una cosa così gentile è stato un momento di grande orgoglio da parte mia. Non ci sono però demoni sulla mia strada. Immortale è una storia che è incredibilmente vicina al mio cuore, ma una che ho sempre temuto di pubblicare perché è così cupa, e non c’è nessun epilogo positivo con la soluzione del mistero. Nella mia vita sono accadute cose, negli ultimi sei mesi, con mio padre a cui è stato diagnosticato un linfoma aggressivo, e poi la chemioterapia che è fallita e la diagnosi terminale che gli è stata diagnosticata solo qualche settimana fa, che credo mi cambieranno per sempre come scrittore. L’altro giorno ho detto a qualcuno che non scriverò mai più sulla morte, e non cercherò più di esaminarla, perché la mia relazione con lei è completamente cambiata. Questo vuol dire che Immortale è un libro che non potrei mai scrivere di nuovo. Quello che volevo veramente fare era scrivere un libro che entrasse sotto la pelle dei lettori, che facesse loro porsi delle domande, farli dubitare e sentire a disagio, ma soprattutto, quando avessero voltato l’ultima pagina, farli sentire come se avessero fatto un’esperienza. Tempo fa ripetevo spesso che non scrivo storie, ma pezzi di me. Questo non è stato mai così vero come con Immortale.
Al momento, in quali Paesi è stato pubblicato Immortale? E in quali verrà pubblicato?
E’ pubblicato in Inghilterra e negli Stati Uniti, dove ha fatto piuttosto bene. E’ la prima volta che non sono passato per i normali editori, ma ho pubblicato l’ebook e il cartaceo con la mia casa editrice, gestendo tutto, dalla copertina all’impaginazione, alla distribuzione e alla ricerca dei traduttori. Ho già guadagnato la stessa somma che avrei fatto con un normale contratto di pubblicazione, quindi questo è un cambiamento del mondo piuttosto interessante. Per quanto riguarda le altre lingue, la traduzione in turco è in lavorazione, e quella spagnola dovrebbe uscire tra qualche settimana. Spero di trovare una casa in Germania in un futuro non troppo remoto.
In Italia, il romanzo è uscito nel 2014. Ha ricevuto una buona risposta dal pubblico?
In realtà è praticamente appena uscito, quindi non ho idea di come venga recepito. In questo momento mi sento piuttosto nervoso, ma posso dirti che ho ricevuto diverse email da lettrici che mi dicono che ho loro spezzato il cuore, che hanno pianto leggendo le ultime 20-30 pagine, e un paio di lettori l’hanno messo sull’elenco delle migliori letture del 2014, che è stato un grande onore per me.Le recensioni sono state molto buone, e questo mi ha stupito, perché come vi ho detto ero molto restio a pubblicarlo, dato che è così diverso da qualsiasi altra cosa che abbia scritto, e così tetro e triste, e fondamentalmente tragico. C’è una ragione per cui la descrizione parla di un incrocio tra The Walking Dead e The Road, e non è un’unione felice!
Cosa Le andrebbe di dire ancora a chi sta leggendo quest’intervista?
Vorrei ringraziare ogni singolo lettore per aver voluto provare a leggere Immortale. Non posso esprimere quanto significhi per me, o quanto sia incredibile sapere che qualcuno in una diversa parte del pianeta sta leggendo qualcosa che ho scritto in una lingua che non sono in grado di leggere, ed è in qualche modo commosso dalle mie parole. E’ un’esperienza che rende più umili. Ma è anche il motivo per cui a 16 anni mi sono voltato verso mio padre in giardino e gli ho detto “Ho deciso cosa voglio fare da grande… voglio fare lo scrittore.” Sono i lettori che lo rendono possibile.
Alla prossima!