Parola di Editore #1 – ZeroUnoUndici Edizioni

Lettori cari,

come anticipato sui social ho coinvolto le Case Editrici che collaborano con il Bosco in modo tale da approfondire un po’, conoscerle meglio, cercare di scoprire le idee e il modo d’azione..

Lo scopo è, chiaramente, far conoscere le CE con cui interagisco più sovente, analizzare il loro modus operandi, scoprire di ciò che si occupano e andare un po’ oltre quello che sul sito dell’editore si può liberamente leggere.

Iniziamo così il ciclo di incontri – sono tre puntate, al momento, visto che collaboriamo con tre Case Editrici – con la Zero Uno Undici Edizioni, una piccola casa editrice nata nel 2008 come naturale conseguenza dell’ambizioso progetto dell’Associazione Servizi Culturali, associazione fondata a favore degli scrittori italiani esordienti ed emergenti per contribuire alla diffusione e alla promozione delle loro opere.

Ho sottoposto all’attenzione della redazione alcune domande e curiosità prettamente personali ma, al contempo, leggibili da tutti voi.. iniziamo subito!

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Come nasce l’idea di fondare una Casa Editrice?

Esclusivamente dalla passione per la lettura. Prima di decidere di buttarci in questa avventura, abbiamo maturato qualche anno di esperienza con un’associazione culturale, tuttora esistente, e con una piccola agenzia letteraria, per poi decidere di fare il grande passo il 1 novembre 2007.

Che generi tratta la CE?

Quasi tutti i generi di intrattenimento, fuorché la narrativa per bambini. Non tratta poesia, scolastica e, in linea di massima, non tratta saggi, salvo eccezioni e su specifica approvazione della CE (stiamo per inaugurare una collana che ospiterà saggi un po’ particolari). Non trattiamo nemmeno raccolte di racconti di più autori, di nessun genere.

Che tipo di servizio offrite agli autori?

Non si può parlare di “servizi”, dato che non siamo un’agenzia letteraria. Quello che facciamo è ciò che fanno tutte le case editrici, o almeno quelle che non lo sono solo di copertura. Prima di decidere dove e come investire il nostro denaro, facciamo un’attenta selezione, seguita poi da editing, impaginazione, progetto di copertina e, naturalmente, la pubblicazione e tutto quello che ne consegue. Di norma NON ACCETTIAMO testi che necessitino di un editing pesante, ossia per i quali sia necessaria la riscrittura, anche parziale, di alcuni brani. Questi testi li scartiamo a priori, perché per un piccolo editore è controproducente investire più del dovuto in un editing invasivo. E in genere un editing invasivo crea non pochi attriti con l’autore, quindi non vogliamo saperne. Se un testo viene accettato e definito pubblicabile, significa che la forma è già a posto.

Perché un autore dovrebbe rivolgersi a Voi?

Non lo so, meglio chiedere agli autori. Non offriamo più di altri editori, ma neanche meno. Di sicuro, però, qualcosa che ci caratterizza e che, a quanto pare, è raro da trovare, c’è: la trasparenza, l’onestà, la schiettezza (da alcuni definita addirittura eccessiva, a volte!), la precisione, la correttezza e la puntualità. Non è poco, credo. Per il resto, non siamo né più belli, né più brutti di altri.

Quali sono le difficoltà della Piccola Editoria, secondo Voi?

Sono tantissime e francamente se iniziassi a parlarne riempirei pagine e pagine, più per sfogo che altro. In questi anni abbiamo lottato, inventato tutto ciò che c’era da inventare, investito quel che abbiamo potuto (a volte con successo, a volte no), ma la situazione “IN ALTO” non è cambiata: c’è una sorta di enorme “cartello” in questo settore (come forse in tutti, temo) che piccoli e medi editori non potranno mai abbattere. Ma questo è risaputo.

E’ vero che si legge di meno?

Mah, considerando che la popolazione aumenta, ma l’editoria ha sempre gli stessi numeri (in calo da qualche anno), direi di sì. Noi abbiamo riscontrato un eccellente incremento del digitale e un preoccupante calo del cartaceo. Peccato che l’incremento del digitale, in termini di fatturato, non bilanci nemmeno lontanamente il calo del cartaceo.

Come siete organizzati? 

La domanda dovrebbe essere più specifica.

Perché un lettore dovrebbe leggere i Vostri libri?

Per lo stesso motivo per cui si leggono i libri di editori più “griffati” e, comunque, il perché ognuno di noi legge è soggettivo, naturalmente. Curiosità o voglia di evasione… sono sensazioni che possono essere soddisfatte sia da un libro “griffato”, sia da un libro “senza firma”.

Cartaceo o digitale, e perchè?

Sono di parte, almeno dal punto di vista personale. Mi capita ancora di leggere in cartaceo, ma da quando ho l’ereader (un po’ di anni) leggo al 99% ebook perché li trovo più comodi e meno costosi. Questo non significa che non parteggi per il cartaceo, anzi! Professionalmente lo difendo a spada tratta, perché il libro di carta non potrà e non dovrà mai morire! Però… però… anche professionalmente vedo l’ebook come un mezzo di contrasto alla grande distribuzione cartacea, troppo “manovrata” dall’alto. L’ebook è più “social”, più democratico, direi.

Consigliate 3 titoli da Voi pubblicati.

No, sarebbe come chiedere a una mamma qual è il figlio preferito. Mi dispiace.

Ringrazio immensamente la Zero Uno Undici Edizioni per aver accolto la proposta, per aver collaborato e risposto ad ogni mia curiosità. Come avete notato ho già letto diversi libri di questa CE che ho contattato per prima, dichiarando la mia totale disponibilità alla lettura ed alla collaborazione specificando quanto il formato digitale per me sia il più adeguato e gradito.

Diversi titoli sono disponibili gratuitamente, quindi potete anche dare un’occhiata direttamente, da lettori, scaricando qualcosa dagli store online – i formati disponibili sono molteplici e validi per diversi dispositivi.

Speranzosa che la chiacchierata vi sia stata utile e interessante, che abbia stimolato la vostra curiosità, e se siete autori e scrittrici in cerca di editore beh, magari possono fare al caso vostro. Chissà. ^_^

Inoltre, per i colleghi bookblogger, è in corso un’iniziativa particolarmente interessante sul sito Quelli di Zed: passate a dare un’occhiata!

Vi aspetto la prossima settimana con il secondo appuntamento!


3 commenti su “Parola di Editore #1 – ZeroUnoUndici Edizioni”

  1. Onestamente una casa editrice che si permette un'affermazione del genere "NON ACCETTIAMO testi che necessitino di un editing pesante, ossia per i quali sia necessaria la riscrittura, anche parziale, di alcuni brani. Questi testi li scartiamo a priori, perché per un piccolo editore è controproducente investire più del dovuto in un editing invasivo" non sembra affatto degna delle attenzioni dei molti aspiranti scrittori che – in quanto scrittori e non editor – hanno il reale bisogno che il proprio lavoro grezzo possa diventare un'opera completa per il mercato editoriale. Se non ha intenzione di investire allora qual è il ruolo dell'editore?

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