“Sette Delitti Sotto la Neve” – Massimo Lugli, Fabio Delizzos, Francesco Caringella, G.L. Barone, Martin Rua, Diana Lama, Letizia Triches

Amici Lettori,

finalmente condivido con piacere la recensione della mia ultima lettura di questo 2015 🙂

Natale mi ha portato una serie di libri meravigliosi, ed il primo che ho scartato e letto è stato proprio Sette Delitti Sotto la Neve scritti dai migliori thrilleristi Newton Compton che, quest’anno, hanno dedicato un racconto a noi lettori.

Occasione ideale, quella di leggere un libro di racconti, per conoscere nuovi autori e scoprire nuovi stili di scrittura e mezzi di comunicazioni che, narrativamente parlando, sono diversi a seconda proprio di chi scrive. 🙂

Ringraziando G.L. Barone che mi ha fatto questo straordinario regalo, vi dico subito come mi è sembrata l’intera raccolta!

Titolo: Sette Delitti Sotto la Neve

Autore: Massimo Lugli, Fabio Delizzos, Francesco Caringella, G.L. Barone, Martin Rua, Diana Lama, Letizia Triches

Editore: Newton Compton Editori

Data di uscita: 19 Novembre 2015

Genere: Thriller

Prezzo: 4.99 € l’ebook

Formato: cartaceo e digitale

Lunghezza: 384 pagine

Isbn: 978-88-541-8786-3

La neve cade incessante sul Carso, alla vigilia di Natale del 1915. Un soldato triestino e uno napoletano sono in trincea, pronti per l’ultimo assalto. Poi potranno riposarsi. Ma non è tutto come sembra… Anche la tranquilla Roccaraso, ai giorni nostri, può mostrare un volto più inquietante di quel che appare a turisti e sciatori. Non vanno meglio le cose sul Gran Sasso, quando le giornate di sole fanno sciogliere la neve e restituiscono il corpo di una donna, che tutti pensavano in fuga con l’amante. Un altro cadavere fa la sua comparsa nella silenziosa pineta di Castelporziano, che si scopre teatro di combattimenti clandestini intorno ai quali ruotano scommesse da capogiro. Assassini da trovare, misteri per cui si è pronti a uccidere, come quello che avvolge una piccola piramide di pietra nera: un enigma che ha più di 4000 anni, per sciogliere il quale si è disposti a tutto…

L’ho letto: ecco cosa ne penso!

Sette racconti abbracciati ed avvolti da uno splendido scenario invernale, eppure anche quando le vacanze sulla neve ed il clima festoso dovrebbero prevalere su tutto, ecco che succede qualcosa capace di snaturare l’equilibrio del momento.

Ad aprire la raccolta di SETTE DELITTI SOTTO LA NEVE è il racconto intitolato IL MISTERO DELLA PIRAMIDE NERA scritto da G.L. BARONE: nell’atmosfera intoccata e colma di benessere come possono essere le terme valdostane di Pré-Saint Didier si riunisce la fondazione Deep Space sotto l’organizzazione del fondatore ed appassionato ufologo Argan Alborghetti. In questa occasione si parlerà dell’ultimo ritrovamento della dottoressa Smallstorm riguardante la Piramide Nera che pare abbia collegamenti storici molto interessanti, legati a simbologie antiche e affini. Sarebbe tutto molto culturale, appassionante e piacevole, non fosse che qualcosa non va proprio per il verso giusto: ci scappa il morto, il prezioso oggetto sparisce e la convention non diventa famosa per l’evento in sé quanto per quello che accade in quella circostanza.

G.L BARONE dimostra di avere molto sprint e molta grinta, potendo così far avvenire gli eventi – e risolverli – davvero in una manciata di ore realizzando una situazione quasi surreale: all’interno di una meravigliosa bolla quasi lontana da noi chissà quanto, quale potrebbe davvero essere lo stabilimento termale sulla neve, l’autore sconvolge rapidamente l’idillìo e i piani del lettore movimentando una di quelle conferenze che – e diciamolo 🙂 – diversamente sarebbe risultata a tratti persino pesante e noiosa!

Il secondo racconto s’intitola A FIOR DI PELLE ed è scritto da LETIZIA TRICHES. In questa vicenda assistiamo ad un rapporto famigliare non totalmente sano. Madre e figlia sono in conflitto e pare davvero che la seconda desideri dare una sorta di lezione alla prima. Se già dal titolo immaginiamo qualcosa legato alla pelle, e poi vediamo che effettivamente la Madre si lascia convincere dalla Figlia a farsi fare un tatuaggio, noi lettori siamo già convinti che l’inghippo sia tutto nel tatuatore e nell’inchiostro utilizzato. Soprattutto scoprendo che la Figlia ed il Tatuatore si conoscono. Ma è davvero tutto così.. facile?

Anche in questo caso le cose sfuggono di mano: la Madre muore e le indagini si aprono, chiudendosi poi in breve tempo. Ma davvero è andata come noi crediamo?

LETIZIA TRICHES riesce, con un genere particolare tanto quanto lo è il thriller, ad inserire un argomento delicato quanto lo è quello della famiglia e delle lotte intestine, senza esagerare né banalizzarlo, costruendo una buona storia con basi solide e senza fatica. Molto piacevole seppur particolare, ho scoperto un’autrice interessante e assolutamente da non dimenticare.

NOTTE DI NEVE, il terzo racconto del nostro libro, è scritto da DIANA LAMA ed è ambientato in montagna a cavallo della notte di San Silvestro. Anche in questo caso si abbraccia l’atmosfera famigliare e festaiola, ma la situazione è diversa e viene dipinta a fleshback: scopriremo, difatti, pagina dopo pagina, cos’abbia spinto l’assassino a compiere quello che è successo, dal momento in cui il racconto s’apre proprio sul rilevamento del corpo esanime sulla neve, in un lago di sangue. Ma tutto questo era davvero necessario? Perché arrivare a tanto, solo per togliersi uno sfizio?

DIANA LAMA descrive ed affronta qualcosa di dannatamente realistico e contemporaneo, capace di trasfomare ore di divertimento in epiloghi tutt’altro che piacevoli e comprensibili, tanto meno accettabili. Con un racconto molto incalzante e dal tratto psicologico, si può scoprire come anche il thriller al femminile sia coinvolgente e appassionante tanto quanto quello maschile.

L’ULTIMA SFIDA, di MASSIMO LUGLI, è dedicata agli Street Fighter: nell’intero racconto viene descritta la vita del protagonista, coinvolto in un giro di incontri clandestini, combattimenti organizzati, droga e sesso solo con il mero scopo del guadagno. Una vitaccia, quella di Salvaro, eppure una scelta fatta con cognizione e ragione di causa, pur con la consapevolezza che questa vita illegale sia da evitare. Fatto sta che Salvaro di professione è combattente, e partecipa a diversi incontri: pur incassando una marea di colpi e tornando a casa mezzo contuso e distrutto, riesce a vincere e a farsi due soldi, finché però anche in questo caso non accade qualcosa di imprevisto…

Ci scappa il morto ammazzato, la notizia finisce sui quotidiani e la polizia brancola nel buio… che sia l’occasione?

Fatto sta che la polizia rimarrà di sale tanto quanto ci resteranno i lettori, dal momento in cui il finale prende davvero la piega inaspettata!

MASSIMO LUGLI scoperchia il vaso di Pandora su uno scenario latente, fetido, corrotto e mafioso all’inverosimile: il sipario dell’illegalità esiste davvero ed è un mondo debosciato ache se non si vede. Una bella situazione, in netto contrasto con quelle che l’hanno preceduta e con le seguenti, adatto anche a quei lettori che sono meno sentimentali e molto più concreti. Un racconto strong, che pare quasi non avere nulla a che fare con la magia del Natale, ma adatto alla raccolta proprio per quello.

IL PARADOSSO DEI CADAVERI IDENTICI è il quinto racconto e nasce dalla creatività di FABIO DELIZZOS che affronta argomenti fantascientifici davvero straordinari. Fantascienza, certo… perché come spieghereste voi il ritrovamento in pochi giorni di tre corpi identici della stessa persona? No no, non si parla di gemelli, illusioni o magia… semplicemente corpi che, sezionati poi a regola d’arte dall’anatomopatologo, risultano essere la stessa persona per ben.. tre volte! Sarà difficile trovare spiegazioni logiche e razionali dinanzi ad una situazione del genere, sarà necessario recuperare ed accedere a files e video, e poter così mettere insieme qualche cosa per arrivare al capo della matassa. Certo è che gli scenziati non sempre se ne escono con idee ed invenzioni da supportare e sponsorizzare: certe volte è necessario non dar loro retta, giacché capaci di realizzare cose che è meglio evitino anche solo di pensare.

FABIO DELIZZOS ci offre lo spaccato di una realtà che talvolta vediamo anche Noi: dov’è veramente il margine di qualcosa capace di dividere il progresso della Scienza con le assurdità della Fantascienza? Ecco, perché quanto realizzato e descritto dall’autore è, secondo me, oltre questa linea immaginaria e già abbracciante le idee della Fantascienza. Un qualcosa di straordinario, certo, ma che sarebbe irrealizzabile non tanto per l’etica e la morale, quanto per le conseguenze che ci sarebbero e che sarebbero incontrollabili ed ingestibili. Difatti quello che succede nel racconto è paradossale e, contemporaneamente, non gestibile tanto che sfugge di mano proprio agli ideatori dell’insieme. Decisamente imprevedibile ed inaspettato, l’autore però dimostra non solo di avere delle buone nozioni scientifiche ma anche quella dose di fantasia necessaria a portarle ad un eccesso non eccessivo.

LA MASCHERA DEL DIAVOLO è il sesto racconto ed è scritto dall’abile napoletano MARTIN RUA: è proprio nella Sua Napoli che, l’autore, decide di ambientare gli eventi da lui narrati. Eventi che ruotano intorno allo splendido teatro, al ruolo di Pulcinella e a quella maschera che, per la sua storia, è tutto tranne che confortante ed allegorica. Essa infatti nasconde antiche verità volutamente sepolte, cercando di mettere a tacere i personaggi coinvolti nel passato e decidendo di farsi giustizia da solo, proprio a nome di chi, quando era sull’orlo della denuncia, venne ucciso. Con l’aiuto di un Antiquario dalla mente molto sveglia, l’investigatore di turno riesce a mettere in sesto i tasselli del puzzle e ad evitare il drammatico epilogo pensato da chi, convinto, altro non ha fatto se non far pagare ad altri quello che accadde anni prima.

MARTIN RUA ci regala un pezzo della sua cultura dipingendovi sopra qualcosa di storico ed esoterico; scrive divinamente bene, in maniera scorrevole, lasciando che il lettore possa divorare le pagine una alla volta; possa sorridere nell’incrociare le forme dialettali Napoletane e lasciarsi avvolgere dall’atmosfera del posto.. tanto è Lui legato alla Città quanto riesce a farlo trasudare dalle sue frasi e dalle sue scelte lessicali tanto da consentire a chi legge di venir catapultato nell’atmosfera che ha realizzato. Una splendida occasione per poter conoscere qualcosa di nuovo.

UNA FAMIGLIA MERAVIGLIOSA è il racconto di FRANCESCO CARINGELLA che conclude l’intera opera a più mani: vi siete mai chiesti quali siano i pensieri dell’uomo ormai passato a miglior vita? Basta leggere questo racconto per farsi un’idea: il protagonista, un avvocato molto in auge, è convinto di essere circondato da una splendida famiglia, amici e parenti… peccato che alla vigilia del Capodanno, complice un attacco di cuore – si crede! – , passa a miglior vita. Avremo modo così di conoscere le sue riflessioni e quello che succede secondo gl’occhi ormai invisibili ed inespressivi di quel corpo che giace ormai nella sua bara poco prima della sua chiusura. Le verità celate finalmente diventano palpabili, peccato Lui non possa fare alcunché ed accettare suo malgrado quello che, ormai, è successo.

FRANCESCO CARINGELLA offre ai lettori un punto di vista diverso, a cui non siamo pronti e non lo saremo mai. Capace, però, di farci aprire gli occhi anche davanti alle apparenze: molto spesso siamo convinti di certe situazioni, perché ci piace vederle così come vogliamo noi… ma sono poi realmente così? In questo caso no.. e sicuramente come è accaduto qui lo è anche in altre situazioni! Davvero un bel rovescio della medaglia, per un racconto che, alla fine, fa pensare “..chi la fa l’aspetti!”.

In conclusione: fare la recensione di questo libro è stato difficile, com’è difficile fare accenni su ogni singolo racconto senza spoilerare, giacché sono brevi se si raccontasse tutto si toglierebbe la curiosità ai lettori nel poterlo apprezzare anche loro! Ho conosciuto autori nuovi e ho potuto avere conferme sull’unico che già conoscevo (G.L. BARONE, ndr): una bella squadra, capace di regalare emozioni, storie e situazioni particolari, diverse tra loro e davvero molto sfaccettate: il thriller non è solo “morti ammazzati” e “colpevoli da arrestare”, ma sfuma in tantissime altre tinte che vanno dal rosso, al nero, passando per quei colori che, messi insieme, rendono un libro di racconti molto accattivante.

Colgo l’occasione per augurare a tutti voi un felice Capodanno, sperando il 2016 sia ricco di energia positiva, eventi piacevoli e soddisfazioni!

2 commenti su ““Sette Delitti Sotto la Neve” – Massimo Lugli, Fabio Delizzos, Francesco Caringella, G.L. Barone, Martin Rua, Diana Lama, Letizia Triches”

  1. Rendi benissimo nelle recensioni di thriller, si sente tutto l entusiasmo 🙂 Mi piace la storia di questo libro, dell omaggio di G. L. Barone, proprio un pensiero gentile 🙂 Dei racconti mi hanno incuriosito molto quello dei tre corpi uguali (!) e quello (ovviamente) della maschera di Pulcinella… Insomma, proprio un libro interessante..!

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    • Ciau!!
      Si, sono legata a questo libro proprio per il gesto dell'Autore che stimo tantissimo. 🙂
      Ho dimenticato di aggiungere – e lo farò nei giorni a venire – quale dei Racconti mi è piaciuto di più ^^
      Sono tutti e Sette molto diversi, sebbene il genere sia comune, però nell'insieme fanno davvero una bella figura! 🙂

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