Recensione “Non è la fine del mondo” – Alessia Gazzola

Buon Lunedì amici del bosco,

voglio iniziare la settimana con la recensione del libro Non è la fine del mondo di Alessia Gazzola. Parto dal presupposto che amo Alessia Gazzola, amo la saga sul medico legale Alice Allevi (ho già acquistato il nuovo libro, Un po’ di follia a primavera e presto posterò la mia recensione). Ma questo libro è diverso, si distacca dalla saga e ci presenta una nuova protagonista. Prima la presentazione

Emma De Tessent. Eterna stagista, trentenne, carina, di buona famiglia, brillante negli studi, salda nei valori (quasi sempre).

Residenza: Roma. Per il momento – ma solo per il momento – insieme alla madre, rea di aver chiamato le figlie (Emma e Arabella) come le protagoniste di un romanzo Regency nella convinzione che avere nomi romantici sarebbe stato un punto di forza per loro (per essere sfottute, senz’altro).

Cosa non le piace: il chiasso. Le diete. La mondanità. Il rumore dell’aspirapolvere. La maleducazione.

La sua idea di felicità: bufera con folate di vento ululanti. Una candela, un divano e un plaid. Un romanzo rosa un po’ spinto, rigorosamente ambientato in epoca Regency. Un pacco di biscotti – vanno tutti bene, purché basti guardarli per dichiarare guerra alle coronarie.

Sogni proibiti: il villino con il glicine dove si rifugia sempre quando si sente giù. Un uomo che non può (non deve!) avere. Un contratto a tempo indeterminato.

A salvarla dallo stereotipo della zitella, solo l’allergia ai gatti.

Il giorno in cui la società di produzione cinematografica per cui lavora non le rinnova il contratto, Emma si sente davvero come una delle eroine romantiche dei suoi romanzi: sola, a lottare contro la sorte avversa e la fine del mondo.

Avvilita e depressa, dopo molti colloqui fallimentari trova rifugio in un negozio di vestiti per bambini, dove finisce per essere presa come assistente. E così tutto cambia.

Ma proprio quando si convince che la tempesta si sia allontanata, il passato torna a bussare alla sua porta: il mondo del cinema rivuole lei, la tenace stagista.

Deve tornare a inseguire il suo sogno oppure restare dov’è, in quel piccolo paradiso di tulle e colori pastello? E perché il famoso scrittore che aveva a lungo cercato di convincere a cederle i diritti di trasposizione cinematografica per il suo romanzo si è infine deciso a farlo? E cosa vuole da lei quell’affascinante produttore che per qualche ragione continua a ronzare intorno al negozio dove lavora?


Ecco cosa ne penso

Non è la fine del mondo è un romanzo di Alessia Gazzola, conosciuta per la bellissima saga di Alice Allevi, L’Allieva. Sul successo della saga, che come vi ho già detto amo tantissimo, ne è stata prodotta una fiction Rai in onda il martedì.

Questo libro però non ha come protagonista Alice ma un’altra ragazza, Emma De Tessent.

Già dalle prime pagine non si può provare che simpatia per questa ragazza che, nel suo modo di essere, rispecchia un po’ i giovani di oggi, alla perenne ricerca di un lavoro stabile, fra mille colloqui.

Emma insegue il desderio di poter fare il lavoro dei suoi sogni, senza però riuscirci inizialmente. E così, dopo l’ennesimo colloquio con l’affascinante produttore Pietro Scalzi, entra in un negozio di abbigliamento per bambini che cerca collaboratrice e da stagista in una società di produzione cinematografica si ritrova a vendere vestitini. Un po’ come tutti i giovani d’oggi che, pur di raccimolare qualche soldo, finiscono col fare tanti lavori diversi (e magari a trovarli tanti lavori diversi, visto che oggi anche trovare un posto come addetta alla vendita è sempre più difficile).

La sua vita prosegue tranquillamente fino a quando l’occasione per tornare a fare il lavoro dei suoi sogni ritorna, portando Emma ad una scelta difficile.

Non mi sbottono oltre per non cadere nello spoiler 😉

Ho trovato questo libro divertente e appassionante, credo che tutte noi ci rivediamo in Emma, nei suoi atteggiamneti verso la vita e nella sua determinazione. La storia scorre piacevolmente, presentandoci qualche colpo di scena di tanto in tanto.

L’unica nota negativa è nel finale, per me troppo frettoloso. Mi sarebbe piaciuto più approfondito, visto la piega che ha preso la storia.

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