“Il Settimo Manoscritto” di Fabrizio Santi [Recensione]

Lettori del Bosco,

come annunciato sulla nostra fanpage la scorsa settimana, vi propongo le mie ultime letture.. fateci un pensierino, magari escono fuori accattivanti regali di Natale.

La lettura del libro che vi propongo oggi è avvenuta in pochi giorni e grazie alla Kobo App, dal momento in cui non avevo l’e-reader a portata di mano: sto parlando del thriller IL SETTIMO MANOSCRITTO, una storia elaborata da Fabrizio Santi e promossa da Newton Compton Editori. Il romanzo è uscito pochi mesi fa e io approfittai di una super promo prendendo l’ebook a un prezzo scontatissimo.

Bene, vi spiego subito di che si tratta!

IL SETTIMO MANOSCRITTO

di Fabrizio Santi

Ed. Newton Compton – Thriller

Ebook 2.900 € – Cartaceo 9.90 €

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Dalla cassaforte del monastero di San Gregorio al Celio è stato rubato un manoscritto, l’Unicum. Redatto in italiano cinquecentesco, nessuno è mai riuscito a interpretarlo. Eppure non c’è alcun motivo che giustifichi il furto: in giro ne esistono infatti altre copie. Giulio Salviati, scrittore di successo da tempo in crisi d’ispirazione, vive in una piccola mansarda a Trastevere ed è a corto di soldi. Una sera riceve la visita di un personaggio incappucciato, che gli chiede di indagare su quel furto, in cambio di una cospicua somma di denaro: la logica stringente con cui Salviati scrive i suoi thriller – pensa il misterioso committente – lo porterà là dove la polizia non è riuscita ad arrivare. Grazie alle sue indagini Salviati scopre che esiste un libro, conservato alla biblioteca Angelica, che parla proprio dell’Unicum. Ma qualcuno lo sta già leggendo. Chi è? La rocambolesca ricerca sulle tracce del manoscritto lo condurrà dentro a storici palazzi romani, fino a sconosciuti e inquietanti sotterranei… Cosa cela quell’antico codice di così importante? Un segreto per cui qualcuno è disposto a uccidere…

La mia opinione

E’ notte fonda quando a Roma, nel monastero di San Gregario al Celio, la cassaforte viene scassinata ed un prezioso manoscritto, l’Unicum, scritto in lingua italiana del 1500 e mai interpretato prima d’ora, viene rubato.

La cassaforte risulta scassinata a regola d’arte, peccato che la copia sottratta sia l’unica esistente.

L’autore del furto ha ora, tra le mani, non tanto un manoscritto di valore per la sua antichità, quanto decisamente particolare per il contenuto che, ancora misterioso, pare allegorico e decisamente curioso.

Chiaramente la polizia viene subito coinvolta: il commissario Revelli, infatti, viene incaricato di seguire il caso, ma… il lettore seguirà le vicende e le deduzioni abili del signor Giulio Salviati, un famoso giallista attualmente affetto dal ‘blocco dello scrittore’ che, tramite una visita misteriosa sul pianerottolo di casa, ottiene una proposta allettante: scovare quel manoscritto, carpirne il segreto e.. cercare di capire chi ha organizzato il furto. La situazione economica di Salviati è devastante al momento della proposta, sarà forse per quell’offerta monetaria che si decide ad accettare quella che si rivelerà essere una malsana idea.

“Come può, dall’oscurità dell’inconsapevolezza, emergere l’illuminazione che ci rende conoscitori della soluzione del problema?”

Grazie al contributo prezioso di Elena, la bibliotecaria che Giulio incontra e conosce nel tentativo di racimolare informazioni sull’Unicum consultando altri tomi, lo scrittore si troverà coinvolto in una serie di eventi che si intrecciano in maniera particolare ed interessante: un gruppo di persone si incontra in un palazzetto da cui ogni tanto – a detta del vicinato! – luci lampeggianti e strani rumori sconquassano la quiete del quartiere; labirinti sotterranei colmi di specchi paiono custodire segreti antichi; due morti si aggirano intorno alla sparizione del libro antico; un incendio devastante colpisce un monastero di suore di clausura e i misteri ancora non sono finiti, poiché un laico incontrato a Novalesa, abbazia piemontese che inizialmente ha custodito il libro perduto, ha una faccia conosciuta o è solamente un gioco di immagini della mente?


“Rubando l’originale si fa credere a tutti che solo su quello c’è la chiave di decifrazione del racconto. Il messaggio è sicuramente codificato, ma la soluzione è solo nel suo testo. Il ladro, arrivato a decifrare il messaggio, aveva voluto comunicare implicitamente che solo sull’originale c’era la possibilità dell’interpretazione.”


“Il luogo più sicuro a volte è quello più ovvio, talmente ovvio che nessuno andrebbe a cercare lì.”

Ancora una volta Fabrizio Santi mette tantissima carne sul fuoco: la cosa più bella è che lo fa con una disinvoltura disarmante! Mi è piaciuto moltissimo questo libro, forse più del precedente (Il Quadro Maledetto – Qui trovate la recensione), perché non c’è il solito cliché dove succede il fatto, la polizia indaga e io, lettore, seguo ogni dinamica dell’indagine dal punto di vista delle forze dell’ordine.. no. Questo mistero viene vissuto secondo le scelte e le azioni del protagonista: che è Giulio Salviati, lo scrittore ‘in pausa’, che si trova davanti alla possibilità di vivere un’avventura senza precedenti.

Lui, che da sempre è stato creatore di situazioni dove dipingeva storie e scriveva gialli, si trova a vestire i panni del commissario dei suoi libri e, di conseguenza, a dover ragionare lui stesso in prima persona, pur senza disporre dei mezzi meravigliosi in dotazione della polizia per poter lavorare sui casi e, quindi, giungere a conclusioni adeguate.

La coppia Giulio/Elena si rivela essere molto azzeccata: tra i due nasce del tenero, ma l’autore lascia che sia il lettore ad immaginarlo, interpretando così i gesti che i due si scambiano, le attenzioni che si regalano, le parole che si dicono ed il tempo che trascorrono insieme. Maschile e femminile si bilanciano bene e si supportano, com’è giusto che sia, come vediamo in natura mi sembra bello vedere anche in un romanzo come vi sia complicità e determinazione, per guardare insieme nella stessa direzione.

Si scoprirà chi ha rubato l’Unicum e perché? 

Oh sì, senz’altro: ci sarà anche un momento molto sprintoso, con inseguimento e via dicendo, capace di alzare notevolmente l’adrenalina del lettore ed accompagnare poi verso un finale molto dolce e piacevole.

Non mancheranno le spiegazioni per ogni cosa, ed ho apprezzato il discorso generico senza scendere troppo in certi dettagli che avrebbero rischiato di incappare in errori e in vaneggiamenti poi poco comprensibili per i non addetti ai lavori. 

Letto in pochissimi giorni, consiglio di mettere una copia di questo romanzo sotto l’Albero di Natale per gli amanti del genere: l’autore dimostra padronanza di linguaggio, oltre che del genere, creando situazioni capaci di appassionare il lettore dall’inizio alla fine.

Promosso a pieni voti!

Mi piace la sua capacità di coinvolgerci, mi piace il suo modo di creare una storia che avvolge, che rapisce, che invita il lettore a non staccarsi dal libro se non una volta finito..

E farlo, poi, con una disinvoltura meravigliosa..

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