La stanza dei Giochi di Francesco # 3 – Cyberpunk 2020

Salve
a tutti lettori e ben ritrovati sulla mia rubrica. Proseguendo con le mie
recensioni sui GDR ci inoltreremo in un mondo, dove elettronica e straordinarie
invenzioni la fanno da padrone; dove si sopravvive con poco rischiando la vita
in scontri tra bande, droghe pericolosissime e creature bio mutate; un mondo in
cui si vivrà sul “filo del rasoio”…questo è Cyberpunk.

Titolo: Cyberpunk 2020

Autore: Mike Pondsmith

Editore: R. Talsorian
Games / Stratelibri

Sistema di gioco:
Interlock System

Genere:
Cyberpunk

Cosa
Abbiamo di fronte

Per
gli amanti della fantascienza, per chi adora le storie alla Blade Runner, per chi
adora l’idea di realtà virtuale, Cyberpunk è il gioco, dove perdersi. Nato come
tanti altri giochi storici negli anni ’80, creò il suo piccolo (si fa per dire)
universo, dove i fanatici della fantascienza potevano immaginare e creare.
Cyberpunk nasce alla fine del 1988 dalle menti di
Mike
Pondsmith
e da altri autori che creeranno per la casa editrice R.Talsorian
Games oltre al manuale base (che già nel 1990 verrà ristampato sotto il nome
più conosciuto di cyberpunk 2020) anche molte delle espansioni più usate per
l’ampliamento della giocabilità: creature notturne, descrizioni di città che
non dormono mai e sempre più tecnologia sempre più all’avanguardia fino ad
arrivare alle navi spaziali e la possibilità di giocare a “gravità zero”.

Con
il tempo la foga e la fama iniziale verso quest’ambientazione e sistema di
gioco sono andati ad affievolirsi; vuoi perché l’ambientazione chiamava attorno
a se una nicchia dei giocatori (e spesso nemmeno tutti i fautori dei giochi con
ambientazione fantascientifica) vuoi perché il gioco si basa su una tendenza di
visione del futuro che esagera nel bene e nel male il concetto Gibsoniano di
fantascienza, che andrà a scontrarsi con un concetto di fantascienza sempre più
in itinere. Di certo dall’inizio del nuovo millennio la forza di Cyberpunk è
diminuita notevolmente fino alla cocente delusione della terza edizione (la
famosa V3) che non ha toccato il
successo sperato. Invece di ripartire il band si è andato a fermarsi
totalmente. In Italia il gioco è stato stampato dalla Stratelibri, sia i
manuali base fino alla terza edizione che i supplementi. In aggiunta in Italia
esiste un supplemento che permette ai giocatori di immergersi nelle storie del
personaggio Bonelliano Natan Never. Per chi non sa, si tratta di un fumetto
italiano ambientato in un mondo totalmente fantascientifico, con la sua
cronologia e vita; la creazione di questo supplemento nemmeno tanto piccolo e
pieno d’informazioni, permette quindi di ambientare una storia all’interno di
questa particolare ambientazione.

Ambientazione:

Abbiamo
in parte parlato prima dell’ambientazione ma dire semplicemente
“fantascienza“ è generico e banale. La prima cosa da dire è che il manuale
base non entra nemmeno un po’ nello spiegare l’ambientazione e nemmeno le
espansioni più di tanto dicono qualcosa del nostro mondo.

Quello che sappiamo è
che siamo nel futuro, un futuro dispotico, dove le nazioni hanno perso quasi
tutto il loro potere politico ed economico a scapito delle megacorporazioni che
gestiscono le sorti del mondo; esistono città mastodontiche che si espandono
per regioni immense piene di palazzi corporativi e periferie povere e
dimenticate. Un mondo dove esiste l’incredibile ricchezza e l’incredibile
povertà e la sprawl ovvero il luogo dove la “spazzatura” dell’umanità è
buttata; il mondo è in frenesia e si vive “sul filo del rasoio” e in tutti i
termini questo termine è veritiero: il gioco si basa sulla pura sopravvivenza
in un mondo molto tecnologico e pieno di guai; tra droghe potenzianti, arti
biologici che tolgono umanità alle persone, scontri tra bande e mostri notturni
nascosti i rischi di morte sono alti e possibili a ogni angolo. Questo è un
mondo che non dorme mai pieno di luci ed effetti dove ognuno cerca di trovare
un modo per vivere un giorno in più in una routine senza sosta.

La rete è
un mondo a parte particolare e infinito, dove i netrunner (letteralmente
corridori della rete) girano e viaggiano in un mondo parallelo incredibile e
assurdo, molto complesso e contorto; una visione del mondo dove si possono far
scoppiare e finire guerre (come avviene tra mega corporazioni). Ma
paradossalmente, benché le informazioni che riceviamo siano tante è utili per
creare una campagna, in realtà non abbiamo una vera ambientazione; non sappiamo
esattamente cosa sia successo agli stati e le nazioni del nostro mondo, non
sappiamo la reale situazione sociale dei popoli; solo in alcune espansioni come
Cyberpunk 2200 si è tentato di creare una cronologia storica del mondo, ma
niente di più. Il manuale base non vi darà nient’altro che quello detto prima
e, se da una parte tutto ciò da spazio all’immaginazione, può creare un
problema logistico per creare il contorno migliore ai giocatori della nostra
campagna. Vero, come detto prima si prende spunto dai libri di William Gibson,
e soprattutto dalla “trilogia dello Sprawl” e quindi basterebbe prendere come
esempio quei libri per creare la giusta atmosfera, ma non sarebbe stato male
quale innesto in più nel manuale.

Sistema
di gioco

Gioia
e dolori per tutti gli appassionati di questo GDR! Eccoci a uno dei problemi e
dei successi principali, ovvero il sistema di gioco e all’evoluzione del
personaggio. Iniziamo dicendo che in Cyberpunk 2020 si usa solo il dado da dieci;
il sistema è molto simile ad altri giochi, abbiamo una specifica azione da
superare, abbiamo una soglia minima da fare quindi con il tiro di dado aggiunto
al proprio punteggio della caratteristica e dell’abilità adeguata al caso, più
bonus o malus secondo le situazioni.

Semplice, tale sistema rende fluido e
veloce il gioco, come l’ambientazione vuole, ma crea dei piccoli difetti
all’interno del gioco e principalmente del regolamento. Punteggi vari che si
sommano o si sottraggono durante i combattimenti problemi che si vanno a creare
in alcuni specifici tiri, causano un rallentamento e a volte delle
incomprensioni sulla decisione da prendere in certi frangenti. Sembra fumogena
questa mia dichiarazione, ma è più semplice provarlo di persona per comprendere
i difetti che questo sistema crea in combinazione con un regolamento che ha
sempre lasciato dei dubbi, mai risolti nemmeno dalla terza versione uscita
pochi anni addietro.

La
creazione del personaggio è una delle perle del gioco, partendo dai punteggi
delle caratteristiche al background totale del proprio pg. All’interno del
manuale troveremo, infatti, varie tabelle che indicano i vari passaggi da fare
se si vuole creare un personaggio, quasi totalmente randomico: la nazione di
provenienza il carattere, il modo di vestire (molto influenzato dall’idea
futuristica dell’epoca) e tante altre cose, il passato del personaggio, la
propria famiglia, le amicizie e i nemici. Il ma in questo caso si ha quando abbiamo
l’evoluzione del personaggio stesso. Infatti, il rischio estremo è di creare un
personaggio, e tenerselo con quei punteggi nelle abilità e nelle
caratteristiche per intere campagne. Questo perché i miglioramenti che si
possono fare sono pochi e macchinosi: principalmente ne abbiamo due, gli
innesti di parti meccaniche nel corpo e i punti esperienza.

Il
primo ovviamente è un qualcosa che fa parte dell’ambientazione, l’immagine che
esce dal mondo cyberpunk è quello di persone piene d’innesti cybertronici:
occhi cibernetici, arti meccanici, armi innestate e altro. Tutto ciò è
possibile anche nel nostro GDR ma con delle conseguenze letali sul personaggio;
esiste, infatti, una caratteristica chiamata UMANITÀ che sarà in costante diminuzione,
se s’inizieranno a innestare troppo metallo nella propria carne, è c’è un
limite che se superato porta in pratica a perdere il personaggio o quasi. S’inizia
con la perdita di empatia verso gli esseri umani, al disinteresse verso quello
che accade ai propri compagni anche i più vicini a noi, fino a impazzire e
“diventare dei robot” quindi non si può esagerare se non si vuole perdere
tutto.

Il secondo modo è l’uso dei punti esperienza che a fine campagna il
master da giocatori; voi qui mi direte grazie tante, quasi tutti i GDR si
basano sul potenziare il proprio personaggio con i punti esperienza che si
accumulano, ma sfortunatamente il gioco segue un profilo basso sull’elargizione
di punti esperienza, sempre basandosi sulla questione dell’estremo rischio di
mortalità e la necessità di sopravvivere sempre bassa; quindi il fatto di
vivere “Sul filo del rasoio

comporta che si abbiano pochi strumenti per la sopravvivenza, e quindi pochi
punti esperienza. Ovvio un master poi può decidere di testa sua cosa fare, ma
dare più punti esperienza rispetto a quello che dice il gioco, rischia di
snaturare lo stesso.

In
definitiva

Molti
alti e bassi; il genere, il sistema di gioco, le possibilità dell’ambientazione
e la visione del futuro che si ha guardandosi attorno. Tutto ha pregi e
difetti, alcune cose sono migliori di altri e per quanto tutto questo sembra
banale da dire è la verità. Questo gioco fantascientifico potrà sembrare a
tratti pesante invece in altri frenetico e assurdo. Tutto, come spesso accade,
sta nelle mani del master la capacità di superare i problemi che il gioco può
creare concentrando le giocate sui lati positivi. Certa è un’altra
considerazione, se non si è interessati alla fantascienza (di qualsiasi forma e
tipologia) questo gioco non è il più adatto; l’importanza dell’ambientazione,
gli scenari che si hanno davanti e i contorni di un futuro Gibsoniano rendono
il gioco molto complicato da accettare anche dagli stessi appassionati,
figurati per un neofita.

Non
stiamo parlando di un fantasy che alla fine può anche piacere se impostato in
un certo modo, questa è una tipologia di fantascienza che si può evolvere e
crescere e l’ha fatto, ma è un genere che se non si conosce, è difficile da
accettare. Detto questo Cyberpunk, l’ho sempre giocato con piacere, le sue
particolarità, i colori e l’estrema caratterizzazione dei personaggi che
possono sembrare grotteschi, e spesso lo sono, e soprattutto il mondo dispotico
che abbiamo di fronte, tutto mi piace. Cyberpunk 2020 cerca di far vedere
principalmente i caratteri grotteschi dell’idea di un mondo nel futuro in
rovina dove le persone, dai bikers ai nomadi alle stesse rockstar e i netrunner
vivono una vita sempre piena di eccessi sia fisici sia mentali; il mondo
attorno a noi sarà strambo e pieno di esagerazioni, ma si possono vedere le
scene cupe e grigie, la desolazione e la freddezza di macchine e innesti
cibernetici nelle persone; la percezione che può dare questo gioco è varia e le
opportunità di osservare modi diversi di accettare un mondo del futuro così
dispotico sono tante. Se non l’avete mai giocato e vi piace il genere,
provatelo e assaporatelo fino alla fine.

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