Salve Lettori Erranti. Nei giorni che non sono stata a casa
ho avuto la possibilità di leggere molto e tra i libri letti vi vorrei parlare
de La maga delle spezie di Chitra Banarjee Divakaruni, presentandovi anche una
ricetta semplice che ho scelto tra le tante citate nel libro. Ho sentito
parlare spesso de La maga delle Spezie e mi sono decisa a leggerlo, proprio per
la nostra rubrica Letture in Pentola. Andiamo a scoprire di cosa parla.
La maga delle Spezie
Chitra Banerjee Divakaruni
Einaudi Editore
Prezzo: € 10,20 – 290 pag.
Acquistabile QUI
Una
vecchia signora indiana in una botteguccia di Oakland, California, con le sue
mani nodose sfiora polveri e semi, foglie e bacche, alla ricerca del sapore più
squisito o del sortilegio più sottile. E’ Tilo, la Maga delle Spezie. La sua
storia inizia in uno sperduto villaggio indiano dove la rapiscono i pirati,
attratti dai suoi arcani e misteriosi poteri, per portarla su un’isola stregata
e meravigliosa. Lì Tilo apprende la magia delle spezie che in America le
permetterà di aiutare chi, come lei, si è lasciato l’India alle spalle. Nella
Bottega della Maga, dunque, sfilano vite e desideri, fatiche e speranze
d’immigrati, e le spezie, con i loro mille, minuscoli occhi, scrutano ogni
gesto della loro signora.
LA MIA OPINIONE
Già
dalle prime pagine ho capito di dover mettere da parte i pochi ricordi del film
tratto dal libro, che non mi era piaciuto poi così tanto, e mi sono lasciata
prendere subito dallo stile di scrittura poetica e sognante dell’autrice che dà
voce alla protagonista Tilo. In ogni frase si legge tanta passione, e sembra di
sentire i profumi dell’India, paese meraviglioso e colorato. Tilo ci fa
“viaggiare” nel tempo, parlando del suo passato in un’isola mistica e il suo
presente nella bottega delle spezie che gestisce, dove ogni giorno con l’aiuto di
queste magiche spezie ed erbe cerca di aiutare i suoi clienti.
“La
magia più profonda si nasconde nel cuore della nostra vita di ogni giorno,
un
guizzo di fuoco, se solo avessimo occhi per vedere.”
L’autriceChitra Banarjee Divakaruni ci presenta le spezie, ne spiega il nome, l’origine e le
proprietà, legando queste spezie anche a delle storie, ricordi della vita
passata della protagonista e la storia di coloro che ha il compito di aiutare.
Conosciamo così i suoi clienti, trovandoci davanti a un’analisi psicologica di
ogni personaggio, conoscendo loro, possiamo conoscere un aspetto di noi stessi,
e scopriamo come le piccole cose che sembrano “normali” in realtà siano
preziose.
Sentiamo,
attraverso la lettura, tutti i pensieri di Tilo, lei stessa ce li sta
descrivendo, ed il linguaggio rimane sempre e costantemente poetico, ed arrivati
a un certo punto questo diventa per me anche stancante (cosa che all’inizio
avevo invece apprezzato). La lettura comincia a essere lenta, e mi sono sentita
“costretta” ad abbandonare queste pagine per un po’ di tempo, per evitare di
non concludere il libro o non prestare la giusta attenzione per finirlo.
L’arrivo
dell’Americano, come Tilo lo chiama, dà una leggera scossa al libro, e anche
alla nostra protagonista, che comincia a disobbedire alle leggi della sua
bottega (bottega che è tutta la sua vita). Le spezie iniziano a non comunicare
più con Tilo, che è combattuta tra il volere vivere una vita “normale” e il suo
dovere di aiutare, sente il bisogno di parlare e sentire le sue amate spezie ma
si sta innamorando anche di Raven, l’americano. Tilo disubbidisce alle regole,
e usa le spezie per i suoi desideri, “chiede” una storia d’amore, e qui tutto
si rovina, e per tutto intendo il seguito della storia…
A
mio parere, molti punti sembrano forzati e la storia viene prolungata senza
motivo, portando a un finale abbastanza deludente.
Il
mio parere finale è tre gufi. Scrittura elegante, ed idea iniziale particolare,
atmosfera magica, ma la trama si “perde”.
Ricetta
Kheer
Come
dicevo all’inizio ci sono diversi piatti che vengono citati nel libro, abbiamo mithai,
chapati, kheer, pani puri, pulao, cholar dal, biriyani... Quest’ultimo piatto
l’ho fatto due volte, ma è un piatto adatto al periodo estivo, è freschissimo, con tante verdure e super profumato; quindi ho deciso di provare
qualcosa di relativamente nuovo per me, dato che leggendo la ricetta mi sono
ricordata di aver assaggiato qualcosa di simile a casa di una donna marocchina.
Eccovi, dunque, la ricetta del kheer, che è una sorta di budino di riso (dal
quale è nato il rice pudding inglese). Il kheer, chiamato anche payasam, è
molto diffuso in India e in tutta l’Asia meridionale, ed è preparato
soprattutto nei giorni di festa come buon auspicio.
Ringrazio il mio amico
Frank per l’interesse messo nel provare a portare l’acqua di rose alimentare nel supermercato
dove lavora (anche se il tentativo è stato vano), Emanuele per avermi portato
dei meravigliosi e super profumati semi di cardamomo ed, infine, grazie ad Oz
che è riuscito nell’impresa e mi ha spedito (tra le altre cose) l’acqua di rose
dalla Germania.
In questi giorni non ho avuto la possibilità di arrivare in
città a procurarmela, ma potete trovare l’acqua di rose e i semi di cardamomo
nei mini market arabi/indiani/pakistani, oppure nei negozi bio. Mi raccomando
fate attenzione che l’acqua di rose sia alimentare e non quella che viene usata
per il viso e gli occhi.
Ingredienti
per 4 persone:
100
gr riso basmati, 600 ml latte, un cucchiaino di semi di cardamomo, un cucchiaio
di acqua di rose, 4 cucchiai di zucchero
Per
condire:Potete variare a piacimento il gusto del kheer, provando sempre nuove
combinazioni. È possibile aggiungere mandorle, pistacchi non salati e tostati,
altra frutta secca o fresca, uvetta, zafferano, cannella ecc.
Procedimento:
Ci
sono diverse varianti nel preparare il kheer, c’è chi tiene il riso ammollo e
poi lo prepara, chi invece prima lo fa bollire nell’acqua e poi aggiunge il
latte.
Io ho scelto questo procedimento, essendo uno dei più veloci. Lavate e
scolate il riso, mettete il latte a scaldare in una pentola con fondo spesso,
poi aggiungete il riso e il cardamomo, lasciate sobbollire a fuoco basso
mescolando di tanto in tanto.
Quando il latte è diminuito, togliete i semi di
cardamomo. Appena il composto si è ben addensato, toglietelo dal fuoco e
aggiungete lo zucchero e l’acqua di rose.
Decorate e servite. È possibile
conservare il kheer in frigo e servirlo freddo.