La via del cavaliere – Prologo Lande Percorse, di Diego Romeo [Recensione]

Salve a tutti lettori e buon
inizio del 2018 a tutti! Iniziamo l’anno nuovo con una recensione, e più
precisamente un prologo ovvero “La via del cavaliere” il primo libro della saga
“Lande Percorse” di Diego Romeo. Questo libro, edito nel 2012 dalla casa editrice
Caosfera è stato ristampato nel 2017 dalla Astro Edizioni.

 

Titolo: La via del cavaliere

Autore: Diego Romeo

Casa editrice: Astro edizioni

Collana: Fantasy| pag. 187

Data di uscita: Ottobre 2017

Genere: Fantasy/Steampunk

Acquistabile sul sito della Astro QUI

 

 

Un’ombra grava sulla pace dell’impero Celeste. L’impero del Drago del Profondo incombe per una resa dei conti. I due sistemi, dopo secoli di equilibrio, si affrontano con tutte le forze disponibili. Solo il vincitore potrà sopravvivere alla distruzione totale. In uno scenario a tratti steampunk, si intrecciano i fili narrativi della saga Lande percorse, con vari personaggi dediti al servizio del grande ideale. Generali, draghi, anonimi servitori, consigli di guerra e piani segreti vivono e si dipanano in un mondo colmo di etica, ma dominato da intrighi e rivalità, guerre e omicidi, amori e tradimenti, presagi e magie.

 

L’ho letto cosa ne penso:

Nella mia precedente recensione
della saga fantasy di Diego Romeo (che potrete trovare QUI) avevo detto che
probabilmente, la lettura di questo prologo avrebbe riempito dei vuoti che mi
ero portato dietro da tre libri, ma sfortunatamente non mi era stato possibile
avere tra le mani prima questo racconto. Ora ho tale possibilità e potrò vedere
se i miei dubbi avranno una risposta o no. Ovviamente non sarà solo questo
fattore a indicare in modo positivo o negativo questo libro.

 

Cosa mi è piaciuto:

Se gran parte della trilogia
successiva a questo racconto, narrava i fatti più duri di una guerra
devastante, mescolasse il valore del codice cavalleresco assieme alla mera
crudeltà della guerra, questo libro ci mostra il valore della nascita di un
cavaliere. Non basata sulla semplice gloria in guerra, sulle epiche vittorie ma
sull’umiltà e la capacità di imparare anche dalle sconfitte. Non sono i
guerrieri vanagloriosi a diventare eroi, ma chi supera le apparenze e accetta
di imparare da chi ha più esperienza. L’autore ci mostra l’evoluzione quindi di
un cavaliere le sue esperienze e ciò che impara e ha imparato per la sua
strada, nel bene e nel male. Con acute osservazioni e critiche verso un
concetto di gloria lucente basata solo dalla forma. Non è poi la vendetta che
deve muovere l’animo di un vero eroe e questo il nostro protagonista Hurik
dovrà impararlo a sue spese.

Si conferma poi la capacità
scrittoria di Diego Romeo; il modo in cui riesce a tenere i lettori attaccati
al testo e la qualità della descrizione in poche righe delle cose, sono qualità
che l’autore ha mantenuto (o ha fatto sue visto che il libro è precedente agli
altri tre) Riesce a descrivere le emozioni che ogni personaggio prova e rende
tangibili i protagonisti principali della saga anche usando poche pagine. Non
sono in molti coloro che sono in grado di avere tali capacità quando scrivono
dei libri.

 

Cosa non mi è piaciuto:

Ho trovato troppo forzato un sistema
narrativo fisso per ogni capitolo, ovvero i flashback. Mi spiego meglio: questo
libro serve a narrare la storia del cavaliere Urick alla vigilia della grande
guerra narrata poi nei libri successivi a questo; agli occhi dell’autore questo
libro serve quindi per far conoscere i protagonisti della saga da lui ideata e
quindi vanno a risolversi molti dei vuoti che mi avevano lasciato perplesso
all’inizio de “La Grande Guerra”. Ma devo dire che tutto il metodo usato in
questo libro da Romeo per arrivare a raggiungere questa soluzione mi pare
forzato e ripetitivo. Ogni capitolo inizia con Urick che si sta muovendo per il
campo e incontra questo o quell’altro amico, soldati chierici, draghi, nani ed
elfi e altro ancora; tanto personaggi vengono presentati in poche pagine (e già
qui…) e ogni volta che il protagonista incontra ognuno di loro in ogni capitolo
parte sempre allo stesso modo il flashback di come li ha conosciuti: quindi
inizio capitolo, incontro, frase finale “La prima volta che aveva conosciuto…”
o frasi simili e poi racconti del passato, racconti che spesso non sono chiari
in che momenti dell’allenamento a cavaliere avvengano esattamente lasciando
anche un po’ perplessi i lettori; non sono di per se errori ma dopo un per
tutto il capitolo diviene una scelta forzata e poco fluida e rischia di far
perdere il mordente alla storia.

Come altra cosa, come avverrà per
l’intera saga, nel finale vengono lasciate delle finestre narrative aperte; non
dirò quali per non spoileare, ma anche in questo libro, per quanto la trama sia
basata sullo spiegare certe situazioni o personaggi, rimangono aperte alcune
domande e, se questo nel terzo libro delle Lande Percorse “Equilibrium” può
essere ancora comprensibile, in questo caso lascia un po’ l’amaro in bocca.

In definitiva:

 

 

Questo libro è una spanna sotto
alla trilogia successiva; è un po’ anomalo lo ammetto criticare in tal modo un
autore, perché di fatto questo vuol dire che Romeo rispetto al suo primo libro
si è evoluto e ha migliorato le sue qualità raggiungendo l’alto livello
raggiunto con la trilogia di “Lande Percorse” ma nella mia visione dividendo la
trilogia dal prologo si notano delle imperfezioni. Alcune forzature e tentativi
di dare ampio respiro a molti personaggi per farli conoscere. Non un errore
assolutamente ma si sente una certa forzatura in tutto il libro. Utile comunque
per chiarire dei dubbi per l’intera saga.

3 commenti su “La via del cavaliere – Prologo Lande Percorse, di Diego Romeo [Recensione]”

  1. Ciao Francesco, prima di tutto grazie per la tua dedizione alla mia saga, cosa che mi riempe di gioia. è sempre bello vedere un lettore che si appassiona così tanto ai tuoi libri.
    Effettivamente questo in ordine cronologico è il mio primo libro, con tutte le imperfezioni del caso e anche se l'ho rivisto parecchio non potevo stravolgerlo del tutto perchè avrebbe perso il senso (un giorno ti farò leggere anche la versine originale della Caosfera per farti gustare le differenze).
    Per quanto riguarda le domande aperte, questa è una cosa voluta perchè l'idea folle che ho è quella di far partire dei racconti autoconclusivi da tutte queste situazioni che non si concludono veramente. Anche perchè nella mia idea folle, il mondo e la storia delle Lande Percorse è sempre in continua evoluzione e movimento e quindi anche da Aequilirium farò partire delle altre storie.
    Lande Percorse è il mio mondo e non lo posso far finire in "solo" 4 libri 😉

    Rispondi

Lascia un commento