Bentrovati Lettori Erranti, oggi sono strafelice di parlarvi
di un libro che mi ha preso davvero tantissimo, e che ho letto grazie al gruppo di lettura di AccioBooks. Il
libro di cui vi voglio parlare è Sette minuti dopo la mezzanotte di Patrick
Ness, del quale hanno anche realizzato un film (che ho visto ieri sera, e che
consiglio di vedere).
Sette minuti dopo la
mezzanotte
di Patrick Ness
Mondadori Ed.
Pag. 222
€ 8,50 (cop. Flessibile) – € 6,99 (ebook)
Genere: Narrativa fantasy
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Il mostro si presenta
sette minuti dopo la mezzanotte. Proprio come fanno i mostri. Ma non è il
mostro che Conor si aspettava. Il ragazzo si aspettava l’orribile incubo,
quello che viene a trovarlo ogni notte da quando sua madre ha iniziato le cure
mediche. Conor si aspettava l’entità fatta di tenebre, di vortici, di urla…
No. Questo mostro è un po’ diverso. È un albero. Antico e selvaggio. Antico
come una storia perduta. Selvaggio come una storia indomabile. E vuole da Conor
la cosa più pericolosa di tutte. La verità.
LA MIA OPINIONE
Come dicevo all’inizio questa lettura consigliata mi ha
preso moltissimo, e l’ho conclusa in mezza giornata. Ci troviamo davanti a letteratura per ragazzi
(età consigliata: 12 anni in su), ma penso che fermarsi a giudicarlo
semplicemente un romanzo fantasy sia assolutamente sbagliato. Il primo
giudizio/pensiero che mi è venuto in mente finita la lettura è stato “Una
favola per adulti da leggere tutta d’un fiato”, e a saperlo prima avrei
preparato i fazzolettini per le lacrime che mi sono scese soprattutto alla
fine.
Le storie sono importanti, disse
il mostro.
Possono essere più importanti
di qualsiasi altra cosa.
Se portano con sé la verità.
Il libro si apre con la prefazione dell’autore che spiega di
aver avuto il compito di realizzare quest’opera lasciata incompiuta dalla scrittrice
Siobhan Dowd, scomparsa nel 2007, e già le sue parole mi colpiscono al cuore: “Mi sentivo – e
mi sento ancora – come se mi fosse stato passato un testimone. Una scrittrice
di grande talento mi donava la sua storia e mi diceva: “Va’. Corri, portala con
te. Sconvolgi tutto”. Ed è questo che ho cercato di fare.”
Andiamo ora alla trama del nostro romanzo. Il piccolo
protagonista Conor O’Malley sta
vivendo una situazione molto difficile, la madre è malata e il padre vive in
America con la sua nuova famiglia. Quando la situazione diventa ingestibile,
per i problemi che causano le cure mediche, la nonna, con la quale Conor ha un
pessimo rapporto, va a vivere con loro. Lui è costretto a cederle il suo letto,
ma ciò che più gli da fastidio è averla tra i piedi. C’è da notare che non si
parla mai di quale malattia si tratti e di quali cure affronta la madre, ma se
ne parla in generale, rivolgendosi ovviamente a un pubblico che potrebbe non
comprendere il significato in termini medici o più specifici.
Da quando la madre sta male, ogni notte Conor fa un
incubo, o meglio, l’incubo. Sempre lo stesso. Un mostro che lo terrorizza nel
profondo.
Dalla casa del nostro protagonista si vede un cimitero, sul
quale erge maestoso un tasso, che una notte “inizia a camminare”, e che va a
fargli visita per raccontargli tre
storie. Ma vuole qualcosa in cambio, la storia di Conor, e vuole proprio quella
storia, il suo incubo, nel quale si nasconde una verità che il nostro piccolo
amico non vuole ammettere, nemmeno a se stesso.
Quando entra in scena il mostro, che in realtà, un mostro
non è, mi si sono drizzate le orecchie (beh, si dovrei dire gli occhi, ma
tant’è che avete capito il concetto)…
Il mostro si presenta “Chi sono io? Ho
avuto tanti nomi quanti sono gli anni di cui è fatto il tempo! Io sono Herne il
cacciatore. Io sono Cernunnos. Io sono l’eterno Uomo Verde.”
Legata alla mitologia celtica come sono, ho subito
apprezzato la scelta dell’autore di collegare queste figure a un personaggio
del libro, così come la scelta dell’albero del tasso, non è di certo casuale.
Il tasso è anch’esso legato alla mitologia celtica, chiamato albero della
morte, veniva posto nei cimiteri, considerato protettore delle porte
dell’aldilà e dei morti che affrontavano il loro viaggio, inoltre grazie alla
sua longevità rappresenta anche l’immortalità. C’è da ricordare che il tasso è
molto tossico, ma alcune specie, hanno nella loro corteccia una sostanza che
può aiutare nella cura del cancro, come vedremo anche nel nostro romanzo.
Andando avanti con il nostro romanzo, ascoltando le
storie del mostro, facciamo un viaggio anche noi, introspettivo e profondo, ci
troviamo noi stessi ad essere Conor, un ragazzino che ha paura, ma vuole essere coraggioso, e a
volte è freddo e duro, con gli altri e con se stesso, che non vuole essere giudicato, e non vuole
essere commiserato, ma che vuole anche non essere più invisibile.
“La vita non si scrive con le parole. Si scrive
con le azioni.
Quello che si pensa non conta. La sola cosa importante è ciò che
si fa”
Ogni storia ha la sua morale, e di solito, in un romanzo
per ragazzini, ci si aspetta qualcosa di scontato, ma non qui. Non mi soffermo
sulle storie ovviamente, lasciando a voi il piacere di leggerle e scoprirle..
Anche i personaggi hanno il loro giusto spazio, il padre è
assente-distante anche quando va a trovare il figlio e l’ex moglie, la nonna
che si nasconde dietro il suo atteggiamento distaccato e austero mostrerà
qualcosa in più di sé. Anche i personaggi che sono secondari, Lily e gli altri
compagni di scuola, così come l’insegnante, hanno un ruolo non del tutto
marginale, e ci vengono descritte dando loro la giusta attenzione per poterle
collocare perfettamente nella trama.
Nonostante io abbia provato a mettere insieme alcuni
pezzi, il finale non è per nulla scontato. Volete scoprire qual è la verità di
Conor? Non vi resta che leggere questo meraviglioso romanzo.
“Se dirai la verità, gli
bisbigliò nell’orecchio il mostro,
sarai
in grado di affrontare qualunque cosa accada”
Romanzo straconsigliato, molto più profondo e ben scritto
di tantissimi altri romanzi per adulti, con una grande morale, adatto a
chiunque. Scritto con semplicità, ma che tocca le giuste corde dell’anima.
Ciaoooooo, accidenti che libro.. (qui la mia recensione).
Sicuramente un’opera non facile e non per tutti. Mi è piaciuto molto e la cosa che forse ho preferito è stata la differenza tra la visione di Conor, infantile inevitabilmente che affronta il lutto come può, e quella del lettore, adulto, che invece capisce perfettamente cosa stia succedendo e prova quasi compassione per il lettore.
Potente e struggente. E’ stato davvero difficile da leggere per il dolore che si porta dietro, ma nonostante ciò è allo stesso tempo splendido.
Un abbraccio, Rainy