Buon Sabato Lettori Erranti, oggi vorrei parlarvi di un libro che ho letto poco tempo fa, a cui tengo veramente molto, conoscendo le dolci fanciulle che lo hanno curato e scritto. Andiamo a vedere di cosa sto parlando…
Le Figlie delle Streghe – Ricordi di Vite Passate
Scrittori : Valter Blues, Valentina Contessi, Cristina Graziosi, Rosa Palmieri, Valentina Cardone, Ilenia Plum, Laetitia Liguori, Marta Helmuth
Curatrici: Valentina Cardone, Carin Gentile
Editore:FusibiliaLibri
Prezzo: 15,00 euro – pp. 168
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Questo libro è una raccolta di racconti che riguardano l’inquisizione. Il progetto nasce dal gruppo facebook Una strega a piedi scalzi per il mondo. Questa raccolta vuole essere una dimostrazione di quanto le donne abbiano sofferto per far valere i propri diritti. E non solo loro, bensì chiunque abbia voluto vivere la propria vita a modo proprio.
Il libro raccoglie i racconti di sette ragazze ed un ragazzo; che camminano a piedi scalzi per il mondo e conoscono il valore della natura. Credono nell’energia della Terra e vi attingono ogni volta quando ne hanno bisogno. Riconoscono l’importanza delle tradizioni e della storia, e sanno quanto possano essere importanti gli insegnamenti dei nostri antenati. Conoscere la propria storia equivale a vivere il presente con maggior consapevolezza, proprio per questo si sono offerte volontarie per scrivere dei racconti, che hanno dato loro la possibilità di scoprire una parte di storia spesso dimenticata. Attraverso le loro storie, ci donano una parte della loro anima ed una parte della loro personale ricerca, attuata allo scopo di poter essere più informati sui fatti. Ogni autore del racconto proviene da una parte diversa dell’Italia, e lo scopo di questo progetto è anche dimostrare che si possa creare un legame forte ed importante, anche stando lontani chilometri. Confronto, informazione, condivisione, generosità, sono le parole chiave che contraddistinguono questo progetto e tutto il gruppo di “Una strega a piedi scalzi per il mondo” che partecipa a questa iniziativa.
Si ricorda che tutti i ricavati delle vendite del libro Le figlie delle streghe • Ricordi di vite passate verranno devoluti ad un’associazione per i diritti delle donne.
LA MIA OPINIONE
Il libro “Figlie delle Streghe – Ricordi di vite passate” è una serie di racconti scritti da 7 donne e un uomo, che attraverso la loro penna hanno voluto dedicare la loro fantasia e la loro passione alla memoria di tutte le donne che sono state umiliate, ferite, torturate ed uccise perché streghe, e forse più semplicemente perché appunto donne.
È stato stampato in tiratura limitata e numerato a mano, ed il mio esemplare è il numero 8. Il ricavato delle vendite verrà devoluto ad un’associazione per i diritti delle donne.
La cover del libro non avrebbe attirato più di tanto la mia attenzione, ma è comunque ben fatta, semplice e in linea con il tema del libro: l’inquisizione, argomento di cui leggiamo alcuni accenni storici nell’apertura per mano di Valentina Cardone, donna meravigliosa che conosco tramite i social, e che, nonostante non ho mai incontrato fisicamente ammiro e stimo moltissimo, perché ha saputo, tra le altre cose, creare un grande filo di sorellanza tra me e tantissime altre donne. Valentina ci dà anche una visione della strega oggi, colei che ama la Natura , che conosce il potere di erbe e cristalli e sa quanto tutto ciò che è intorno a noi è sacro.
La presentazione e l’introduzione è affidata a Carin Gentile, che mi ha commossa con le sue parole forti e sincere, mettendo alla luce la situazioneattuale della donna.
Prima di arrivare al primo racconto troviamo alcune citazioni sull’inquisizione, tra le quali quella di Emily Dickinson, una delle mie poetesse preferite.
La prima storia è quella di Ilenia Plum, intitolata “Anita”, e viene divisa in capitoli, con date e luogo dove si svolge il racconto. Anita è un’orfana, e per guadagnare qualche soldo vende torte e infusi. Quando arrivano gli inquisitori riesce con scaltrezza a nascondere quella che loro avrebbero definito il marchio del diavolo. Lorenzo si innamora di Anita e geloso del suo rapporto con Gesualdo decide di incastrarlo e accusarlo di stregoneria, anche se raramente accade che un uomo venisse incriminato come “Strega”. Anita scappa e riesce a ricongiungersi con il suo amato.
L’autrice riesce a descrivere in maniera poetica luoghi e personaggi, e ci troviamo davanti ad una scrittura matura e scorrevole, che trasmette i sentimenti e le emozioni dei protagonisti.
“ […] il verde lucido degli occhi di lei si mescolò nel riflesso scuro e profondo di quello di lui, come muschio nel terreno vivo.”
Il finale si sposta su altri due personaggi “arrivati” grazie ad Anita (che li ha aiutati a venire alla luce), come a voler dimostrare che l’amore, la vita, e il senso di libertà possono e devono trionfare.
La seconda storia porta il titolo di “il mio nome: Strega”, scritta da Laetitia Liguori. Il tema rimane ovviamente lo stesso, ma meno descrittivo e dettagliato. L’autrice è schietta , senza troppi giri di parole descrive i supplizi e le torture, che Kora e la sua “discepola” subiscono perché streghe, ed in modo cruento ci fa rendere conto di ciò che molte donne hanno subito durante il periodo dell’inqusizione, anzi, della “Santa” Inquisizione… Sentiamo attraverso le parole dell’autrice il coraggio di una donna e l’amore verso la Natura, fonte di un credo da troppo tempo demonizzato.
La terza storia parla di “Annabella” ed è stata scritta da Valentina Contessi. La protagonista è una guaritrice che ha un profondo legame con la Natura e le erbe. Lei è bella, bellissima, e ha un animo buono ed altruista. Nonostante ciò viene accusata di essere una strega in relazione con il diavolo, e le parole delle persone che potrebbero scagionarla, invece, verranno travisate e la porteranno alla morte.
Una storia semplice, ma ricca di significato, che potrebbe essere raccontatacome una sorta di favola moderna, poiché si legge di tanto amore, nonostante la sofferenza. Le ultime parole di questa storia meritano di essere citate: “ … ci sarebbe sempre stato chi per paura del proprio buio avrebbe soffocato la luce altrui, ci sarebbe sempre stato qualcuno a manipolare, torturare, uccidere… ma, (…) nonostante questo ci sarebbero sempre stati anche coloro che portavano amore nel mondo.”
La quarta storia è scritta da Rosa Palmieri, e porta il titolo di “Il vento del Nord- Le sette notti”. È un diario scritto da una strega, che viene affidato alla nipote della protagonista Virginia. Ed è Diana a dar voce alle parole della nonna che descrive cosa le è successo durante il periodo della caccia alle streghe. Nelle parole di questa donna troviamo tanta paura, ma anche tanta speranza. La scrittura è molto semplice, come lo sarebbe stata quella di una ragazza, anche se strega, del 1600 che vive in un villaggio.
Cristina Graziosi ha scritto la quinta storia, intitolata “Inquisizione”, la protagonista è Agata, una figlia della Dea forte ed orgogliosa, che è tenuta in carcere, dove tra una tortura e l’altra riceve delle cure e delle attenzioni da parte di un crociato, Riccardo. Ho avuto difficoltà nella lettura, non perché non scorrevole, ma bensì per le immagini descritte, che mi hanno ricordato la mia visita al museo delle torture di Matera. Parole forti e storia molto interessante e non banale.
“perché non poteva esserci la libertà di professare ciò che più si desiderava? Perché essere costretti a conformarsi a una società ingiusta e ottusa?”
Ancora oggi molte donne e uomini si trovano a essere discriminati per il loro credo, per le loro tendenze sessuali o per il colore della pelle, ancora oggi non siamo realmente liberi, ma nonostante ciò come insegna questa storia non dobbiamo smettere nè di lottare né di sperare.
“Sambuco” è il sesto racconto, scritto da Marta Helmuth. La storia è di Morgana dei Boschi e di sua sorella Rama, la prima riuscirà a scappare dalle torture, ma purtroppo per quest’ultima non sarà lo stesso e verrà messa al rogo. Questo breve racconto sembra quasi una favola, un racconto per bambini, o meglio per adolescenti, perché racchiude nel suo linguaggio quasi fiabesco un grande insegnamento: “gli umani vogliono dare un nome alle cose, essi etichettano ciò che non capiscono e distruggono ciò che temono, dimenticando di osservare il mondo e ascoltare il soffio del vento e il rumore dell’acqua: perdono così l’occasione di vedere con i propri occhi la meraviglia dell’alba e la delicatezza dell’anima di creature che sfiorano la pelle semplicemente con un sorriso.”
La settima storia è scritta da Valter Blues, unico maschietto della “compagnia”, e si intitola “The run”. Il protagonista conosce e impara ad amare una dolcissima fanciulla che raccoglie spesso erbe vicino casa sua, i due si conoscono e decidono di sposarsi. Ma la loro bellissima storia d’amore viene interrotta dalla cattura della giovane… ed il suo amato farà di tutto per salvarla. Questa storia è stata (purtroppo) molto breve ma ricca di emozioni, ed in essa traspare molta passione anche se con pochi dettagli.
L’ottava e ultima storia è scritta da Valentina Cardone, e si intitola “La vecchia città del Nord”. Una giovane donna, Cora, torna nel suo paese, ma quel luogo non è più lo stesso e verrà sottoposta insieme alla sua adorata cugina Selene ad un processo, e verranno entrambe condannate. Portate su una scogliera e scaraventate giù riescono a salvarsi, grazie anche a un piccolo aiuto. Pure qui c’è la speranza che prevale, nonostante tutto. Anche questa breve storia scritta con passione rispecchia pienamente il messaggio del libro stesso: “Oggi le mani che si tengono strette sono tante. (…) Sono le mani unite contro qualsiasi forma di persecuzione. Contro ogni abuso e violenza. Contro ogni discriminazione (…).”
“Figlie delle Streghe” si conclude con i ringraziamenti e brevi note biografiche di coloro che hanno collaborato per rendere realtà questo libro, che reputo veramente scritto bene da tutte, nonostante non abbiamo davanti scrittrici professioniste; ci sono pochissimi errori di battitura (circa uno per ogni storia), la passione e l’amore traspare in ogni parola.
Soddisfatta dell’acquisto, non solo per aver devoluto dei soldi in beneficienza per un’associazione per i diritti delle donne, (tema molto importante per me), ma anche perché merita di essere letto, non solo da donne, e non solo da streghe.
Sono, inoltre, orgogliosa di fare parte di questa grande famiglia di donne che cammina a piedi scalzi per il mondo.