The Help di Kathryn Stockett [Recensione]

Bentrovati Lettori
Erranti, oggi vi parlerò del secondo libro scelto nel gruppo di lettura di
AccioBooks, The Help di Kathryn Stockett.

Dopo
l’esperienza del primo libro (Sette minuti dopo la mezzanotte di Patrick Ness),
le mie aspettative erano veramente molto alte, quindi, andiamo a vedere di cosa
parla questo libro e cosa ne penso.

The Help

di Kathryn Stockett

Editore: Mondadori

Collana:
Omnibus

Pagine:
524  Prezzo: € 11,05

Puoi
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È l’estate del 1962
quando Eugenia “Skeeter” Phelan torna a vivere in famiglia a Jackson,
in Mississippi, dopo aver frequentato l’università lontano da casa. Skeeter è
molto diversa dalle sue amiche di un tempo, già sposate e perfettamente
inserite in un modello di vita borghese, e sogna in segreto di diventare
scrittrice. Aibileen è una domestica di colore. Saggia e materna, ha allevato
amorevolmente uno dopo l’altro diciassette bambini bianchi, facendo le veci
delle loro madri spesso assenti. Ma il destino è stato crudele con lei,
portandole via il suo unico figlio. Minny è la sua migliore amica. Bassa,
grassa, con un marito violento e una piccola tribù di figli, è con ogni
probabilità la donna più sfacciata e insolente di tutto il Mississippi. Cuoca
straordinaria, non sa però tenere a freno la lingua e viene licenziata di
continuo. Sono gli anni in cui Bob Dylan inizia a testimoniare con le sue
canzoni la protesta nascente, e il colore della pelle è ancora un ostacolo
insormontabile. Nonostante ciò, Skeeter, Aibileen e Minny si ritrovano a
lavorare segretamente a un progetto comune che le esporrà a gravi rischi. Il
profondo Sud degli Stati Uniti fa da cornice a questa opera prima che ruota
intorno ai sentimenti, all’amicizia e alla forza che può scaturire dal sostegno
reciproco. Kathryn Stockett racconta personaggi a tutto tondo che fanno ridere,
pensare e commuovere con la loro intelligenza, il loro coraggio e la loro
capacità di uscire dagli schemi alla ricerca di un mondo migliore.

LA MIA OPINIONE

Prima di iniziare a
leggere The Help, ho letto alcuni commenti su questo libro, tutti positivissimi,
che hanno fatto accrescere ancora di più la mia voglia di iniziare a leggerlo.

Come spesso succede, ho
evitato di sbirciare la trama, quindi, non sapevo assolutamente cosa aspettarmi
da questo romanzo, del quale è uscito anche il film; (anche per il film ho
letto commenti super positivi, quindi, lo vedrò presto).

Dalle prime pagine, la
lettura appare scorrevole, semplice, ma non riesce a prendermi, ma fiduciosa
sono andata avanti
, spinta da tutti i bei commenti letti… e la mia pazienza non
è stata delusa.

Ho voglia
di gridare così forte che la piccolina riesca a sentirmi che sporco non è un
colore, 

che le malattie non sono la parte nera della città. 

Voglio che non
venga il giorno – e viene sempre nella vita di un bianco – 

in cui comincerà a
pensare che quelli di colore non sono bravi come i bianchi.

The Help inizia con la
voce di Aibileen, conosciamo questa donna di colore che lavora presso una
famiglia di bianchi, veniamo a conoscenza man mano del suo passato e il suo
modo di pensare e amare i bambini bianchi che cresce nelle famiglie dove lavora,
sentiamo il suo dolore per la perdita del suo unico figlio, e l’amore che
riversa nei piccoli bianchi che accudisce di famiglia in famiglia.

Andando avanti nella
lettura l’autrice dà voce ad un’altra donna, Minny, anche lei di colore, anche
lei donna delle pulizie, la migliore amica di Aibileen, ma con un carattere
completamente diverso. Anche qui, leggiamo in prima persona, come Minny vive
tra casa sua piena di bambini e un marito violento, e la casa dei bianchi dove
lavora, dove è odiata dal personaggio più meschino ed ipocrita del libro, Miss
Hilly.

Se il cioccolato fosse un suono, sarebbe il canto di
Constantine. 

Se il canto fosse un colore, sarebbe il colore di quel cioccolato.

Il terzo personaggio a
cui Kathryn Stockett dà voce è Miss Skeeter (Eugenia Phelan), questa volta
abbiamo davanti una donna bianca, che ha frequentato  l’università e tornata a casa scopre che la
sua domestica, Constantine, è andata via senza lasciarle un messaggio, o
spiegarle il motivo (durante l’università avevano una corrispondenza e il loro
legame andava al di là del rapporto lavorativo). Eugenia è un personaggio che
esce fuori dagli schemi della donna di quel periodo, una donna che cerca
l’indipendenza, anticonformista, poco attenta all’esteriorità, non le interessa
cercare un marito, ma preferisce immergersi nei libri e vorrebbe diventare
scrittrice.  

Non ho mai sentito una cosa migliore di questa: 

“you’ll sink like a stone for te times they are a-changin.”

 Una voce metallica
dice che il cantante si chiama Bob Dylan (…)

 Provo improvvisamente un sollievo
inspiegabile: 

mi sembra di avere ascoltato qualcosa che viene dal futuro.

Siamo negli anni ’60, nel
Mississippi, e in tutto il sud dell’America, la convivenza tra neri e bianchi è
sempre più difficile,  la discriminazione
e le leggi razziali non vengono più tollerate, sono gli anni della segregazione
e della violenza, ma sono anche gli anni di Rosa Parks, delle marce non
violente, di Martin Luther King e la lotta per i diritti civili ed economici
degli afroamericani.


The help racconta,
tramite personaggi inventati, la vita di quel periodo, ogni personaggio si
inserisce perfettamente in quel contesto storico, e trasmette  la rabbia, la paura, la voglia di rivalsa
delle donne e degli uomini afroamericani
, così come mostra il perbenismo,
l’avidità, la voglia di supremazia, il bigottismo e la stupidità (lasciatemelo
dire) dei bianchi.

La storia a metà libro
si fa sempre più interessante, ci ritroviamo davanti alcuni piccoli colpi di
scena, che rendono la lettura, anche più divertente, molti sono i personaggi
secondari e i fatti realmente accaduti che fanno da cornice in maniera egregia a
tutto il libro
.

Qui, non mi voglio
soffermare più di tanto, ma preparatevi a sorridere e commuovervi…  

Le nostre tre
protagoniste, si ritrovano a combattere dalla stessa parte, per abbattere quel
muro, tra paura e voglia di rivalsa
, scriveranno le loro storie, daranno voce,
attraverso i racconti di altre donne di colore a servizio dei bianchi, a tutte
le donne nere che sono costrette a subire in silenzio, mostrando il vero volto
e la vera natura delle signore “perbene”.

Purtroppo il finale
sembra quasi riassuntivo e sbrigativo
, ma rimane piacevole nella lettura, dando
conferma agli ottimi giudizi letti in precedenza.

«Siamo semplicemente due persone, e non sono molte le cose
che ci separano.

 Molte meno di quanto si pensi.»

Nelle ultime pagine
veniamo a conoscenza della storia della scrittrice, di come si sia ispirata
alla sua donna di servizio, alla quale avrebbe dovuto/voluto chiedere “come si
trova una donna di colore a lavorare a servizio di una famiglia bianca”, con
questo libro, ha cercato di dar voce a quella domanda mai posta.

Piccola nota: nel libro
viene citato “il buio oltre la siepe” di Harper Lee, e non è la prima volta che
ne sento parlare (come libro proibito),  probabilmente sarà una delle mie
prossime letture.

Libro consigliato, che
potrebbe essere letto nelle scuole, a tratti divertente o drammatico, che fa
sorridere ma anche commuovere. Un libro non solo piacevole da leggere ma con
una morale.
 

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