“Il metodo danese per crescere bambini felici ed essere genitori sereni” di Jessica Joelle Alexander e Iben Sandahl [Recensione]

Buongiorno Lettori Erranti, come state? Vi ricordate
quando vi ho parlato del libro “Il nuovo metodo danese per educare i bambini
alla felicità a scuola e in famiglia” ” di Jessica Joelle Alexander?

Su instagram vi abbiamo mostrato il libro precedente a
questa uscita che l’autrice mi ha mandato con l’autografo e il giuramento
hygge, quindi, mi sembra doveroso parlarvi anche de “Il metodo danese per
crescere bambini felici ed essere genitori sereni” di Jessica Joelle Alexander
e Iben Sandahl .

Ma prima di tutto ve lo presento meglio.

Il metodo danese per crescere bambini felici 

ed essere
genitori sereni

di Jessica Joelle Alexander Iben Sandahl

Newton Compton Editori

Collana: Grandi Manuali Newton

Pag: 224

Prezzo: € 3,99 (ebook) € 7,50 (copertina rigida)

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Da oltre 40 anni la Danimarca domina il World Happiness
Report, la classifica dei Paesi più felici stilata ogni anno dalle Nazioni
Unite, tanto da diventare oggetto di studi sociologici. Dopo tredici anni di
ricerca e collaborazione, Iben Sandahl, psicologa, e Jessica Joelle Alexander,
giornalista americana sposata con un danese, ritengono di aver scoperto il vero
segreto della felicità del piccolo Paese del nord e lo svelano in questo
manuale rivoluzionario. Sembra che alla base dell’appagamento ci sia il modo in
cui genitori e figli si relazionano tra di loro, l’empatia e la capacità degli
adulti di offrire strumenti e istruzioni senza porre ultimatum ai piccoli.
Sandahl e Alexander sono riuscite nell’intento di scrivere una guida pratica,
da poter seguire passo passo per analizzare i propri comportamenti, evitare
errori e orientare i propri metodi educativi nella giusta direzione.

LA MIA OPINIONE

La copertina è bianca con un piccolo cuore e riprende lo
stile dei grandi manuali della Newton. Molto semplice e carina.

Nell’introduzione conosciamo meglio le autrici e come è
nata l’idea del libro, che da una piccola distribuzione “casalinga” è diventato
un best seller.

Grazie a queste due donne che si sono interrogate  sull’educazione dei propri figli adesso il
metodo danese è conosciuto in tutto il mondo.

Cos’è, quindi, questo metodo?

Dovete sapere, prima di tutto, che il popolo danese è
considerato uno dei popoli più felici del mondo, quindi, Jessica, (che ha
sposato un danese) ha notato come sia diverso il metodo di educazione dei
bambini di questa piccola nazione rispetto allo standard americano (e in
generale del resto del mondo).

Che sia proprio lì il segreto della loro felicità?

 “Questo non è un
libro, è un movimento. E lo vedo come un movimento che può cambiare un Paese
”:
sono le parole di un uomo di affari indiano che ha letto questo manuale e, forse
questa frase può racchiudere l’intero mio pensiero sul libro stesso , anche se
il libro successivo l’ho trovato molto più ricco di informazioni, dati, spunti
ed idee, ed è, quindi, più completo.

Le autrici ci mettono davanti delle parole chiave, date
dall’acronimo di PARENT
: Play (gioco), Authenticity (autenticità), Reframing
(Ristrutturazione), Empathy (empatia), No ultimatum (nessun ultimatum),
togetherness and Hygge (Intimità ed hygge).

Jessica e Iben, che è una psicoterapeuta danese, ci
mettono davanti statistiche e dati, soprattutto facendo un confronto tra gli
Stati Uniti e la Danimarca, dati che riguardano, per esempio, l’uso di
antidepressivi, che in America è aumentato negli ultimi anni del 400% e la
somministrazione sempre più massiccia di medicinali prescritti ai bambini per
disturbi da deficit di attenzione o pubertà precoce.

Tutto ciò è evitabile? Probabilmente sì, se si
iniziasse a seguire il metodo danese in famiglia e nelle scuole.

Questo libro ci fa riflettere su tanti spunti: se genitori
ansiosi educano bambini ansiosi, questi ultimi diventeranno  adulti ansiosi, entrando in un circolo vizioso
infinito.
La voglia di un genitore di vedere crescere un figlio di successo e
che sia benestante non aiuta a far vivere i bambini la propria infanzia con
spensieratezza.

Infatti, la prima parola chiave del metodo danese è
gioco. Gioco inteso come gioco libero, libero da regole e senza vincitori, quel
gioco fatto solo per la voglia di giocare. Questo tipo di gioco insegna al
bambino a essere meno ansioso
(appunto perché non interessa arrivare il primo o
essere il migliore), e a essere più resiliente.

Ormai la parola resilienza è all’ordine del giorno e se
ne sente parlare sempre più spesso. Essere resilienti vuol dire avere la
capacità di riprendersi, gestire le proprie emozioni e controllare lo stress.

Come i cuccioli di qualsiasi specie animale che giocano a
fare la lotta, anche i bambini hanno bisogno di giocare liberamente per
riuscire a gestire meglio eventi futuri
.

La seconda parola chiave è autenticità. In questo punto si
parla di film dai quali ci si aspetta un bel finale. Spesso, però, nei film ma
anche nelle fiabe danesi il finale è tragico o malinconico (come nella versione
originale de La Sirenetta). Questo dà un aspetto più reale, più autentico. Ed è
cosi che un genitore si dovrebbe rapportare al proprio figlio, con sincerità.

L’onestà emotiva, non la perfezione, è ciò che i bambini
hanno bisogno di ricevere.

La parola Reframing (ristrutturazione) si riferisce al
metodo di rapportarsi con il negativo. Analizzare un avvenimento, e saperne
cogliere l’aspetto positivo è ciò che dovremmo fare
noi stessi e poi
trasmetterlo ai nostri figli. Essere “ottimisti realisti” è ciò che può aiutare
un genitore a essere più sereno e a passare questo ottimismo (realista) al
proprio figlio.

Non pensate che sia un buon metodo anche per chi non ha
figli? Io credo che questo libro, infatti, possa essere interessante da
consultare per tutt*.

Il prossimo punto è l’empatia, ve ne ho parlato per
quanto riguarda il libro precedente, e trovo che tutti dovremmo imparare ad
essere più empatici
, sappiamo che sarebbe giusto esserlo, ma non ci impegniamo perché
non siamo stati abituati a farlo. Sarebbe ora di cominciare.

Quando si parla di “nessun ultimatum” mi sono ritrovata
in questa parte. Come zia ho dato spesso un ultimatum alle mie nipoti, e, anche
se ci ho provato a evitarlo, mi sono ritrovata sempre a seguire il modo con la
quale sono stata anche io educata. Ci vuole tempo, ma si può imparare a evitare
gli ultimatum.

Il punto finale è l’intimità e l’hygge. Di quest’ultimo
ormai ve ne ho parlato tantissimo, e sapete quanto mi sono “affezionata” a
questa parola. L’importanza del “noi” piuttosto dell’ “io” e del lavoro di
squadra sono il fulcro di questo ultima parola chiave
per imparare a usare il
metodo danese per crescere bambini felici.

In questo manuale troviamo diversi punti e spunti da
poter mettere in atto, non solo con i propri figli ma anche per noi stessi. Da leggere
per poter vedere tutto da una prospettiva diversa,
e sicuramente migliore.  

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