Il vagito del mare di Franco Balduzzi – Recensione

VAI A SPIEGARE IL MARE A CHI NON C’È NATO,
VALLO A SPIEGARE CHÉ PER NOI GENTE DI MARE, IL SOLO GUARDARLO È GIÀ TUTTO

Cari amici del Bosco potrei sintetizzarvelo così l’ultimo romanzo che ho letto, una lettura che mi ha coinvolto e appassionato e che voglio condividere con voi tutti.

Vi presento Il vagito del mare di Franco Balzuzzi – Aletti Editore

Il romanzo è disponibile

in formato ebook

e cartaceo

Per acquistarlo

Esiste un luogo a Portovenere dove, poco più su della scogliera, nascosta tra le foglie carnose di aloe, cespugli di ginestre e fichi d’india, vi è una panca di pietra. La panca non è di nessuno, non si ha memoria di chi l’abbia costruita, chi vuole ci si può sedere. C’è chi dice che all’imbrunire, quando la riga che separa il mare dal cielo è divenuta rosso sangue e la stella polare fa da guardia nel cielo non ancora stellato, un vecchio marinaio con le gambe e le braccia tatuate vada a sedersi là. Pare aspetti qualcuno o qualche cosa…

Il romanzo è una grande storia d’amore, in particolare di tre diversi tipi d’amore, che neppure i fatti più brutti della vita riescono a sciogliere.

L’amore di una mamma per un figlio che è stata costretta ad abbandonare, l’amore di un uomo per una donna che non riesce a tenere stretta a sè e alla quale non riesce a confessare la sua passione e infine l’amore profondo per il mare che dona e toglie la vita, in un moto continuo e perpetuo come quello delle onde.

Un romanzo scritto come se fosse un taccuino con tutti gli appunti di un viaggio.

La storia comincia nel 1920 quando la giovane zingara Yadranka è costretta ad abbandonare il figlio appena partorito, il racconto si interrompe e prosegue con un salto nel 2015 quando Rosa responsabile della biblioteca della città della Spezia e appassionata di riviste d’epoca, riceve  in regalo da Riccardo (suo innamorato) una scatola di riviste che ha trovato su una barca. Rosa all’interno trova un taccuino e leggendolo inizia un viaggio nel tempo e nella storia. Storia di un’Italia nella seconda guerra mondiale, della ricostruzione e di Pietro il protagonista proprietario del taccuino. 


Un romanzo che non è solo una storia di fantasia ma che contiene moltissimi personaggi ed eventi storici, soprattutto in campo bellico e militare realmente esistiti e accaduti.

Una bella lettura, uno stile asciutto e scorrevole, con l’unica pecca nella descrizione troppo dettagliata di armamenti, funi e dotazioni navali, parte questa che rallenta la narrazione.

Comunque un romanzo che vi consiglio assolutamente di leggere.

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