La stanza dei giochi di Francesco #11: The importance of Names

Salve a tutti lettori e ben
trovati ad un nuovo pezzo della rubrica de “La stanza dei giochi di Francesco”.
Oggi tornando a toccare dei punti precisi sui giochi di ruolo, voglio parlarvi,
come da titolo, sull’ importanza dei nomi, o meglio sulla scelta che viene fatta
di solito nei nomi dei personaggi che si creano in una sessione di gioco.

Prima di iniziare a esporre il mio
punto di vista sul perché ritengo importanti i nomi nel gioco di ruolo, voglio
fare una premessa. Ho deciso di parlare di questo argomento dopo un video di
Youtube, che non solo ha ispirato questo pezzo, ma a suo tempo fu uno degli
imput che mi portò a portare avanti fino a oggi i pezzi per la rubrica definiti
come “The importance of…”; questo video che qui di seguito vi allego, è un video
del canale Sabaku No Pureeya ovvero il video “Nick names”; vi consiglio di andare quindi a visitare il suo canale.

Inoltre, come è stato per il mio
precedente pezzo “L’importanza di creare un party” ringrazio la creatrice dei
disegni che vedrete qui di seguito. Ovvero Evelyne Ruth Girardi e potrete
trovare la sua pagina di Deviantart QUIhttps://www.deviantart.com/evelynruth e la sua pagina di Instagram QUI.

Detto ciò iniziamo a capire di
cosa voglio parlare esattamente e in che modo esporrò la mia opinione. Partiamo
dicendo che ritengo questa parte un naturale proseguo di ciò di cui si è
parlato e detto nei precedenti numeri della rubrica. L’importanza dei nomi,
ovvero quel momento nel quale viene creato un personaggio ad un gioco
(qualsiasi, non tocca il cartceo, ma anche i videogiochi) oppure è stata
conclusa la creazione, e il giocatore deve decidere che nome dare al proprio
personaggio.

Non mi soffermerò in questioni più ampie che porterebbero a
simpatiche citazioni, “Il nome delle cose”, e come viene vista l’importanza dei
nomi nella religione, e in che modo si rapporta tutto ciò al GDR e al fantasy
in tutte le sue sfumature; qui ho deciso di volare basso, e nel caso solo dopo
nelle discussioni, che spero sempre di creare con i miei pezzi, aprirei la
questioni ad altro; qui voglio soffermarmi proprio sul momento in cui un
giocatore X deve deidere il nome del personaggio. Ci sono due possibili scelte
che rendono nitide due differenti anime da giocatore. C’è chi non è interessato
più di tanto al nome del personaggio, vuoi perché gli piace provare più giochi
diversi senza perdere tempo in certe cose, oppure l’aver perso molti giocatori
nel corso di avventure, campagne e avventure singole, arrivando al punto di
dire “un nome vale l’altro” tanto che molti giochi di ruolo, nel proprio
manuale base hanno anche degli elenchi con tanti possibili nomi adeguati al
gioco che si sta provando. Un modo insomma per proseguire, andare avanti e
giocare.

Ci sono poi però quei giocatori
che si soffermano tanto sul nome giusto da dare al personaggio, una scelta
importante che fa parte del Background come tutto il resto che caratterizza
nella sua completezza il personaggio stesso. È un momento che può portare il
giocatore a immaginare nomi nuovi, nomi “giusti” per l’ambientazione che si ha
davanti, per il personaggio che si va a creare. Esperienza e un misto di gusto
verso la personalizzazione che spesso il giocatore ha nei confronti di cosa
gioca, perché non vede nel personaggio…solo un personaggio ma anche una parte
del proprio io (e anche qui mi potrei soffermare su tante sfaccettature ma le
lascerei per ora a discussioni successive); come voglio rapportarmi a voi
quindi in questo mio discorso che voglio fare sull’ importanza quindi dei nomi?

Per prima cosa porvi già da ora
una domanda riguardo ciò che ho detto qui sopra. Ritenete che siano veramente
importanti i nomi o è qualcosa che ritenete superficiale? Credete che sia
importante in una costumizzazione di un personaggio questa specifica o si può
andare oltre?

Ho pensato bene come esporre il
mio pensiero e ho deciso di parlarne esponendo la mia personalissima esperienza
nella questione, portando quindi come esempi a riguardo le mie esperienze in
fatto di personaggi creati e in fatto di nomi che mi porto dietro da una vita.

 Come esporrò questa mia esperienza ludica?
Semplicemente parlandovi dei personaggi e soprattutto i nomi dei personaggi che
ho creato nel corso dei giochi che ho provato, spiegando i perché di certe mie
scelte che ho fatto che si ricollega a questo mio discorso.

Iniziamo quindi parlando con il
mio primo pg mai creato, ovvero Dageron il nano.

Dageron è cronologicamente la mia
prima creazione, il primo personaggio per un gioco di ruolo. Dageron il nano è
il primo “archetipo” che ho forgiato fino a ora; un nano molto classico che
prende spunto dai libri di Tolkien o dai fantasy vicini all’ ambientazione del
maestro. Parliamo di un nano orgoglioso, cocciuto, ma onorevole e sempre fedele
alla parola data. Un nano abile nell’arte della guerra quanto nell’ artigianato
in tutte le sue forme. Dageron aveva una forma iniziale molto semplice, anche
perchè all’epoca le mie conoscenze di GDR all’epoca erano minime ma negli anni
Dageron è riapparso in ogni gioco fantasy che ho potuto provare dandogli sempre
più sfaccettature. Questo personaggio ha però una sua nemesi, ò’altra faccia
della medaglia, ed esso ha il nome di Iron. Lui è sempre un nano, simile come
caratteristiche fisiche e mentali, come forza, intelligenza e carisma, ma
differisce dal primo per modi, idee e soprattutto carattere. Iron è cinico,
senza scrupoli e fedele al l’idea di pensare per prima cosa a se stesso e al
suo guadagno personale in ogni cosa. Iron nasce come un nano corrotto che per
il potere (non per i semplici tesori sia ben chiaro) è disposto a tutto;
nell’arco del tempo, Iron viene riplasmato per differenti giochi, ma rimane
collegato al fantasy, ad un ambient più oscuro, più maligno e dark, ma
anch’esso come ageron nel tempo si è evoluto sempre di più.

Il successivo nome che uso per la
sua unicità è Driadal,

un personaggio che nasce a differenza dai due
precedenti, dal gioco di ruolo on-line o ancor meglio testuale. Driadal è il
primo personaggio concreto, con una sua vera caratterizzazione fin dall’inizio,
oltretutto nativo digitale. Rispetto agli anni precedenti fin da subito ho
compreso CHI sarebbe stato Driadal, un viaggiatore, un cantastorie, una figura
estroversa e con mille sfaccettature, capace di cambiare divenendo sempre
qualcosa di leggermente diverso da ciò che era in precedenza. Un girovago
amante della musica del viaggio e dei guai, 
una figura mai realmente ambigua visto che ha un animo trasparente; il
suo essere artista da strada, menestrello e altro lo rendono però non facile da
comprendere esteriormente, visto che non si capisce mai se è serio o meno nei
suoi modi o nel suo dire. Forse fu con la nascita di questo personaggio che mi
affezionai sempre più a una tipologia di gioco di ruolo, basato sul viaggio e
la scoperta di avventure; dove l’importante non era la fine del viaggio a ma
l’avventura stessa.

Di contro anche Driadal ha in qualche modo la sua nemesi,
anche se modellatasi nel corso del tempo in un modo molto particolare; sto
parlando di Marcus Leiz.

Nato anche lui dal digitale, ha un carattere e una
natura intrinseca molto diversa da quella di Driadal; è cinico, e crede nel
motto “il fine e giustifica il mezzo”. Nato come druido del ramo alchemico,
Marcus spazia in quella genia di professioni che riguardano l’ambito
scientifico. Esperimenti, studi e ricerche, anche avventure che possano portare
allo stesso guadagno di qualche tipo. A differenza dei precedenti, Marcus ha
seguito un percorso tale da scollegarlo dall’ambient fantasy di un gdr, vista
la sua possibile ricostruzione, in uno studioso o uno scienziato moderno;
rimane però quella natura interiore, volta non al male, ma a un concetto di
dominio benevolo nel quale si ritiene di poter portare il meglio per le persone
con un governo basato sull’ intelletto, sull’ ordine totale e sull’ evoluzione
umana, evoluzione, che non vede nella libera scelta degli altri, qualcosa di
proficuo però.

Proseguiamo infine con l’ultimo
nome tra i più importanti; ultimo ma non di importanza. Parlo di Mark Croce, un
nome molto importante, denso di significato per la sua nascita e per quello che
personalmente ha significato per me.

Mark nasce nel mondo di richiamo di
Cthulhu come mio primo personaggio investigativo in assoluto, venutosi a creare
la prima volta che provai un GDR che si scollegava all’epoca da un ambiente
fantasy, un gioco con una ambientazione più “reale”. Croce come tutti gli altri
personaggi di cui ho parlato prima ha una evoluzione tutta sua. Non rimarrà un
semplice investigatore, pragmatico e portato all’ azione, ma nel tempo sembra
quasi diventare uno specialista dell’occulto e dei misteri, vista la sua
ossessione nell’ approfondire le sue ricerche e i suoi studi. Diviene quindi nel
tempo un personaggio che va oltre le logiche comprensive del gioco dal quale è
partito, talmente tanto legato all’occulto e alla follia che porta con se da
divenire a volte ingiocabile nel tempo. Questo suo sacrificio è anch’esso
un’evoluzione della natura di Mark, che capisce che per salvare il mondo dalla
follia di certe verità, è meglio scoprirle prima che cadano in mani sbagliate.
Se si vuole in questo vi è una visione contraria rispetto allo scienziato
Marcus, che ricerca la conoscenza per rendere le persone attorno a se consce
della verità e della conoscenza. Mark invece la nasconde la verità, ma non
tanto per mantenere l’ignoranza nelle persone, ma per la paura che tali
manifestazioni di conoscenza portino solo dolori, senza contare che certi
strumenti, in mani sbagliate potrebbe portare solo un dominio dispotico;
ricordiamo anche che Croce “nasce” poco prima della Seconda Guerra Mondiale, in
un mondo pieno di ombre e zone grigie dove muoversi. Nel susseguirsi degli anni
Mark Croce è stato il nome usato per definire i miei personaggi più
investigativi e portati alla ricerca di indizi, ed è stato protagonista di
tutti quei giochi di ambientazione o contemporanea o comunque sia “realistici”
portandosi così dietro una caratterizzazione bene precisa di se e del suo ruolo
nel mondo.

Giungendo
alle conclusioni di questa mia elencazione dei personaggi che mi porto dietro
da tutta una vita, concludo lanciando a chi leggerà una domanda: quali sono i
nomi dei personaggi che fanno parte del vostro animo da giocatore e perché?
Personalmente in questo mio excursus storico ho spiegato le personalità che mi
porto dietro e che fanno parte di me; continueranno credo per molto tempo a
essere una parte del mio animo da giocatore, perché in momenti diversi hanno, o
rappresentano tuttora, ciò che io sono. Dageron, Driadal e gli altri non sono
semplicemente dei nomi da dare a dei personaggi giocanti di un RPG, ma usarli
significa per me già plasmare quello stesso personaggio. In futuro chissà
evolvendomi come persona prenderanno vita anche altri nomi e nuove entità
nasceranno dalla mia mente, ma per ora sono loro che mi rappresentano, e mi
fanno ricordare ogni volta, quanto per me sarà sempre presente l’importanza dei
nomi nei giochi di ruolo.



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