Buongiorno e ben trovati!
Settembre è cominciato ed iniziamo proponendovi una lettura molto particolare: sto parlando del romanzo IO SONO LA PIOGGIA, scritto da Beatrice Corradini ed inserito nella collana della Centauria Libri per il progetto #talent che è stato curato e realizzato un po’ di tempo fa.
Ho ancora alcuni libri da smaltire di questa collana, che ho ricevuto in omaggio dalla Casa Editrice con molto piacere, e spero presto di poter dare il mio parere…
Ora bando alle ciance e vediamo di che si tratta!
Io Sono la Pioggia
di Beatrice Corradini
Centauria Libri – 352 pagine – 9,90€
Quando la porta dell’aula si apre e al posto del tuo solito prof di italiano entra un tizio che sembra un vampiro, bello e ironico. Quando te lo ritrovi sul palco di un concerto, tatuato fino al collo, ma sei ubriaca e fai una figura imbarazzante. Quando assieme a una nuova compagna di banco molto punk entri in rotta di collisione con i pessimi individui del centro sociale di estrema destra poco lontano dalla scuola, e cominci a frequentare un po’ troppo le armi da taglio. Be’, allora la quinta liceo diventa interessante. Nel senso di complicata. Nel senso di pericolosa per l’incolumità fisica tua e dei tuoi amici. Ma Andrea, un nome da ragazzo e un’anima da poetessa punk, di fronte a tutto questo non si tira certo indietro: │ una ribelle, lo │ anche il professor Primo Parisi, e forse il tempo e il luogo in cui si sono incontrati sono proprio quelli giusti per la ribellione. A dispetto di ogni buonsenso, sono quelli giusti anche per l’amore. Che sboccia come i fiori tra le sterpaglie, controvoglia, contromano, tra un’occupazione scolastica che si trasforma in guerriglia e una gita galeotta a Manchester…
Acida, indomita, profonda e dissacrante, Andrea attraversa le avventure dell’anno che le cambierà la vita in sella all’eroica Sally, la sua bicicletta, novella Giovanna d’Arco delle periferie romane, portandoci con sé in un romanzo che sa giocare con le storie e i sentimenti, con il passato e le parole, come il sangue gioca nelle vene: in un fiotto di colpi di scena e colpi al cuore, vivo e indimenticabile.
PARTICOLARE e MOLTO RIFLESSIVO
Quando ho iniziato la lettura di questo romanzo mi sono trovata subito a pensare SE questa lettura fosse adatta a me oppure no. Questo perché il linguaggio della protagonista, la giovane Andrea– fanciulla dal nome maschile – è una cosa che colpisce immediatamente: Lei ha, infatti, tutta una serie di esclamazioni, vocaboli, e quant’altro che sono totalmente diversi da me (ovviamente, perché siamo anche di generazioni differenti!) e che rendono il tutto maledettamente realistico!
Questa scelta narrativa all’inizio è spiazzante – almeno così lo è stato per me – e pagina dopo pagina diventa, però, molto coinvolgente e accattivante. Sì, perché ti permette di entrare meglio nei panni del personaggio e sentire le sue emozioni mano a mano che vive le vicende.
Il libro affronta l’ultimo anno del liceo della giovane protagonista, ambientato in quartiere di Roma tutt’altro che bello e sicuro. Ed oltre ai problemi famigliari, a quelli adolescenziali ed esistenziali tipici del momento, si trova a dover affrontare anche ciò che riguarda il nuovo (e giovanissimo!) insegnante di italiano, Primo Parisi.
Le premesse possono portare ad una classica fantasia tipicamente scolastica, ossia quella della cotta tra allieva ed insegnante, ma la narrazione si rivela invece tutt’altro che scontata: la ragazza si mostra essere molto riflessiva e matura, per la sua età, mentre il giovane insegnante manifesterà, nel corso della storia, dei retroscena interessanti e molto importanti: ogni esperienza forma il nostro carattere e il nostro essere, e questo libro pare davvero soffermarsi su questo dettaglio che per me ha sempre un grandissimo valore.
E’ vero, Andreae Primosi piacciono e le attenzioni che si rivolgono l’un l’altro non lasciano adito a dubbi, ma tutta la storia in sé è realizzata in maniera tale il lettore possa cogliere tutte le sfumature del loro essere: dagli esperimenti adolescenziali alle scelte di vita, quelle per cui si volta pagina, per cui si cambia radicalmente, per cui si cresce. Sembrano così diversi, eppure perfetti per fare insieme un pezzo di vita, camminando l’uno accanto all’altra, finché potranno.
Lo so, può sembrare un romance, ma non lo è: no, perché sebbene io abbia apprezzato molto la loro storia in realtà quella fa da sfondo agli eventi narrati. Gli argomento cult del romanzo, infatti, ruotano intorno all’amicizia – sia maschile che femminile – in quel momento importante che è la scuola, dove si passa quasi metà delle proprie giornate. Troviamo anche il bullismo, dal momento in cui un ragazzino viene spesso inseguito in alcune vie vicino alla scuola e poi maltrattato da alcuni ragazzetti più grandi; affronteremo la tematica della ribellione, poiché a quell’età si fanno scelte e avventure diverse dal solito, così come si hanno le prime esperienze di socializzazione con l’altro sesso.
C’è la gita scolastica all’esterno, l’occupazione a scuola e tutta una serie di eventi tipici di quel periodo, ma vissuti appieno da chi partecipa.
Mi ha colpito molto positivamente, sia per la scelta di linguaggio particolareggiato (che permette al lettore di avvicinarsi meglio al mondo della protagonista), che per le tematiche affrontate che non sono affatto svalutate né sminuite: l’autrice dimostra sensibilità ed empatia nel cogliere emozioni e sensazioni che poi ripropone nei suoi scritti, andando a realizzare un romanzo carico di contenuti e ricco di tutto ciò che può smuovere coscienze e sentimenti, imprimendoli con la dovuta dolcezza e fermezza.