Cari amici del Bosco, oggi 25 novembre, è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999. Sono passati venti anni eppure nulla è cambiato, le donne continuano ogni giorno a subire soprusi, ad essere umiliate, vilipese e soprattutto a morire.
Per questa giornata così particolare abbiamo scelto di recensire un libro che ci è arrivato dritto al cuore, come un pugno sferrato con violenza, tanto da lasciarci senza fiato, proprio come Gioia, la protagonista che fin dalla prima pagina ci catapulta nel suo mondo, un mondo talmente violento da soffocarla.
Eppure Gioia si costringe a respirare…uno, due, tre…respira Gioia, respira, così capisci che sei ancora viva.
Un romanzo che non ha nulla di inventato, che è la storia di chissà quante donne e che può essere d’aiuto a tutte quelle che pensano non ci sia speranza.
Uno, due, tre….respira e chiedi aiuto
Disponibile in cartaceo e in ebook
vi presentiamo Nessuno al posto tuo
di Erika Zerbini
Panesi Edizioni
Gioia è una giovane donna, vittima inconsapevole di una relazione violenta, finché la nascita di suo figlio le apre gli occhi: non più solo responsabile di se stessa, si costringe a guardare la realtà da una prospettiva differente, prendendo consapevolezza della gravità di ciò che, solo poco tempo prima, era per lei normalità. Gioia si trova a dover rispondere a domande inevitabili. Cos’è una famiglia? Fino a che punto ha senso scendere a compromessi e sacrificarsi, pur di tenerla unita? Possono l’infelicità, la paura e la violenza essere il prezzo da pagare per dirsi famiglia? Se scegliesse di salvarsi, quali sarebbero le conseguenze? Cosa sarebbe condannato a subire suo figlio? Quello di Gioia è un arduo percorso di crescita, verso la valorizzazione di sé e del suo potenziale, come persona, come donna e come madre.
Nessuno al posto tuo – cominciamo proprio dal titolo, perchè è vero, possiamo leggere dai giornali, ascoltare la tv, a volte sentire quello che accade proprio dalla voce delle dirette protagoniste, ma nessuno riesce veramente a mettersi al posto tuo. Nessuno riesce veramente a credere che un uomo, un marito, un compagno possa diventare un mostro all’interno delle pareti domestiche. E’ talmente difficile che a volte nemmeno la vittima riesce a comprenderlo.
Questo è proprio quello che accade a Gioia, quanti soprusi deve ancora subire, quante botte, quanti lividi prima che qualcosa scatti dentro di sè?
Esiste solo una scelta se lo scopo è salvarsi
E anche nel momento in cui Gioia prende coscienza che la sua vita deve cambiare, ancora una volta non lo fa per sè stessa ma per il suo bambino, quanto tempo deve ancora passare prima che finalmente il senso di colpa scivoli via? Prima che non si senta più inadeguata e colpevole?
Vale per Gioia ma vale per tutte le donne che subiscono all’ombra delle mura domestiche, che vanno a lavorare con un livido raccontando di essere cadute, che non vanno a cena con le amiche giustificandosi per la stanchezza, che si annullano, che non esistono più.
Uno, due, tre….respira e comprendi che sei ancora viva.
Una scrittura asciutta, a tratti sincopata, che ben rappresenta il senso di sofferenza e di angoscia della protagonista. Periodi brevi, bruscamente interrotti, come frasi non dette, come morsi sulla lingua. Violenti come pugni nello stomaco.
Duro, un racconto duro, ma abbiamo bisogno di essere scossi, abbiamo bisogno di qualcuno che ci racconti cosa vuol dire trovarsi al posto suo e allora, solo allora potremo comprendere veramente la differenza tra essere una donna e essere un oggetto.
Brava Erika, assolutamente da non perdere.