Il fuoco d’inverno di Debora Mayfair [Recensione]

Bentrovati Lettori Erranti, avete preparato i vostri regali? Spero proprio che sotto i vostri alberi troverete tantissimi libri da leggere!

Io l’anno scorso mi sono autoregalata i primi due volumi cartacei de Le cronache del Ragnarök e ve ho parlato qui:Cuore di Neve e Lo Spirito della Valchiria.

Dopo un anno di attesa, come promesso dall’autrice Debora Mayfair è uscito il terzo volume conclusivo della trilogia: Il fuoco d’inverno.

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Il fuoco d’inverno

(Le cronache del Ragnarök vol. 3)

di Debora Mayfair

Dark Zone Edizioni 

Sono trascorsi alcuni anni dal momento in cui, a partire da una stanza d’ospedale, il mondo è cambiato. In quel momento è iniziato il regno della Regina Neve.

Ora Margot si trova a dover proteggere le persone a lei più care dalla minaccia degli Incubi all’interno della foresta di ferro, che si è diffusa fino a ricoprire tutto. I corvi e la magia di Iris rendono inaccessibili al mondo la baita in cui sono rifugiati, ma i poteri della strega non bastano a proteggere i bambini dal gelo e dai nemici.

Di giorno, al fianco di Mattew, Margot va a caccia di Incubi, mentre la sera è infiltrata in un circo itinerante con lo scopo di rintracciare Celeste. Qui incontra Asku, il primo ad accorgersi che, quando dorme, la sua anima vola altrove. Margot ha infatti da tempo iniziato a fare dei sogni in cui compaiono un Incubo con una mezza luna tatuata sulla tempia e la stessa Regina Neve. Le cose iniziano a prendere una brutta piega quando la ragazza si rifiuta di compiere ciò che i due le impongono di fare.

Ma la Regina Neve conosce bene il suo passato, e sa quali momenti trasformare in incubo per convincerla a cambiare idea.

LA MIA OPINIONE

La copertina, che non vedo l’ora di vedere accanto alle mie copie cartacee è veramente bellissima. Anche qui abbiamo una ragazza in primo piano, e questa volta la protagonista è Margot. Capelli rossi e occhi grigi, come tutti i Cacciatori di questo mondo creato da Debora Mayfair. La cover riprende gli elementi dei precedenti libri, e rimanendo fedele alla trama nello sfondo troviamo un paesaggio ricoperto di ghiaccio, quello dove appunto si svolge questo capitolo conclusivo.

“Anche se il mondo è diventato una sorta

 di caricatura distopica del passato, 

il maschilismo non è ancora passto di moda.”

Come dicevo dunque, ci troviamo in un mondo del tutto nuovo, la trama, seguendo comunque la storia precedente si sposta sempre più verso un romanzo distopico, e si evolve molto in fretta. Forse troppo, lasciando spesso, a mio parere, una sorta di vuoto.

Fin dalle prime pagine l’atmosfera che ci trasmette l’autrice è del tutto diversa rispetto ai primi due libri, ci troviamo in un mondo vuoto e freddo, ma nonostante l’austerità del clima c’è spazio per l’affetto e l’amore, che Debora inserisce nella trama senza essere melliflua (grazie agli Dei!).

Anche in questo volume la trama è “divisa” tra sogno e realtà. E questa volta i sogni sono quelli di Margot.

“Sei solo stanca. È il tuo spirito che ti chiede aiuto.

Puoi fingere di riuscire a sopportare tutto… questo, qualsiasi cosa tu stia attraversando.

Ma il tuo corpo, la tua anima, stanno arrancando.”


Conosciamo lei e tutti i personaggi molto bene ormai, e man mano leggevo le prime pagine i ricordi delle precedenti letture sono subito riaffiorati, mettendo i pezzetti del puzzle che si andava ricomponendo nei giusti posti… (lo sapete che ho una memoria flebile, no?)

Ma abbiamo anche  nuovi personaggi che vengono introdotti nella trama, non a tutti però la nostra autrice dà spazio.

Come sempre si nota quanto l’autrice conosca la mitologia nordica e  quanto ami la musica, e ami leggere, inserendo, non a caso (no?) alcuni piccoli riferimenti ad altre letture, oltre le citazioni iniziali di ogni capitolo. Sicuramente non vi sfuggirà il nome scelto per la civetta della Regina Neve….

Lo stile di scrittura e la scelta di dar voce man mano ai diversi personaggi rimane anche in questo terzo capitolo conclusivo, e conoscere i diversi punti di vista dei personaggi li rende sempre più veri. Ma purtroppo,  l’avventura con Margot dura davvero poco (cosa che ho detto anche degli altri due libri).

Il filo conduttore è l’attaccamento alla famiglia, la speranza di un futuro migliore, il sacrificio e l’amore nonostante tutto. 

E anche stavolta l’autrice non sbaglia bilanciando il tutto e rendendo la storia originale e non scontata.

Indubbiamente da leggere e da non lasciarvi scappare, se avete amato i precedenti libri.

Da leggere per chi ama la mitologia nordica, per chi crede nei sentimenti veri e sa che bisogna sempre e comunque combattere per proteggere chi si ama.

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