Shinsetsu. Il potere della gentilezza di Clóvis De Barros [Recensione]

Bentrovati Lettori Erranti e buon inizio anno a tutti voi! Avete trovato libri
sotto l’albero? Io ben 5 (beh, due sono autoregali, ma valgono lo stesso no?) e
di uno o due penso proprio che ve ne parlerò più in là. Adesso vi voglio
parlare dell’ultimo libro letto nel 2019 e finito a inizio anno, causa vacanze,
festività e lavoro,  dal titolo
Shinsetsu, il potere della gentilezza.

Shinsetsu. Il potere della gentilezza

Di Clóvis De Barros

Newton Compton Editori

€ 7,50 (cop. flessibile) € 4,99 (eBook)

Pagine: 224

manuali e guide n. 489

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Shinsetsu è una parola giapponese che indica ben più che
la semplice gentilezza. Shinsetsu indica una natura profondamente umana, capace
di mettersi a disposizione degli altri, di curarne gli interessi, mossa da un
intimo e autentico rispetto.

Il professor Clóvis de Barros Filho parte da questo
concetto che appartiene alla cultura nipponica e prova a interpretarlo in
chiave occidentale. Si può conciliare la shinsetsu giapponese e il nostro
concetto di morale, ovvero i principi di condotta che una società decide
liberamente di adottare? È possibile, per esempio, imparare a dialogare con
shinsetsu, cambiando radicalmente la modalità di scontro che oggi caratterizza
il confronto nei nostri Paesi? Questo libro ci aiuta a capire come trasformare
la mancanza di ascolto e la rabbia che ci portano a calpestarci in
riconoscimento degli altri, per favorire “una coesistenza armoniosa tra tutti”,
come direbbero i giapponesi. E ci mostra l’efficacia e il potere della
gentilezza se vogliamo realizzare una convivenza migliore e più utile per
tutti.

LA MIA OPINIONE

Il titolo mi ha incuriosito, pensando che qualcuno di mia conoscenza mi definisce come “stronza”
e scherzosamente ho deciso di leggere questo libro dato che il sottotitolo
promette di “migliorare te stesso e il rapporto con gli altri”.

Premetto che l’ho
iniziato a leggere con una certa leggerezza
pensando di trovarmi davanti a uno
di quei tanti libri “self-help” che ripetono la stessa solfa per pagine e
pagine, ma con mio stupore non è affatto così.

L’autore sa il fatto suo, e come cita il sito della
Newton Compton, Clóvis De Barros è avvocato, giornalista e professore alla
Escola de Comunicação e Artes dell’Università di San Paolo. È relatore e
consulente etico dell’UNESCO. Ha pubblicato molti libri e ha tenuto seminari di
filosofia in Brasile e all’estero.

Andiamo al libro che ho letto: la copertina come sempre
richiama tutte le altre dei grandi manuali,
bianca, con in primo piano una
grande farfalla che richiama la bandiera giapponese,
titolo e sottotitolo in bella
vista con font semplice, anche qui con gli stessi colori. Nulla da ridire sulla
scelta dell’elemento principale, la farfalla, che ben rappresenta il concetto
di gentilezza.


Il testo si apre con il confronto tra due parole, Suntu,
di origine cinese, maschile e che “insegna l’arte della guerra” e Shinsetsu,
giapponese, femminile e che “insegna l’arte della pace”. Queste due parole
messe a confronto vengono spiegate come opposte tra loro, e qui il nostro
autore ci ricorda che si parlerà dell’arte della pace e spiegherà in tanti modi
anche inaspettati come si potrebbe tradurre la parola Shinsetsu
, dato che in
giro si trovano più che altro libri che parlano dell’arte della guerra (suntu).

L’autore usa delle frasi brevi, spesso composte da sole
due o tre parole. Questo focalizza l’attenzione del lettore ad ogni frasi,
senza perdersi in parole e frasi molto lunghe De Barros ci fa immergere nella
lettura, che è chiara e concisa. Ci parla della sua vita in maniera breve e
sempre inerente al concetto che ci vuole illustrare, spiegando anche come sia
nata l’idea di scrivere un libro su questo argomento,
ma Clóvis De Barros non
divaga e non “diluisce il discorso” tanto per parlare 
e riempire pagine bianche. Soprattutto non si
ripete mai.  

Ma cosa significa letteralmente Shinsetsu? Come può
essere usato nella nostra lingua? L’autore evoca un mosaico di significati che
devono essere riuniti per arrivare al concetto di Shinsetsu.
Un puzzle. 

Mi ha
sempre affascinato il conoscere parole straniere che non hanno un corrispettivo
unico e specifico in italiano (che purtroppo poi dimentico). 

Vi sono diverse parole straniere che noi non abbiamo e
che per tradurle dobbiamo usare l’intero concetto (o più concetti).
Un esempio è
la parola Hygge (ve ne ho parlato e riparlato in diverse mie recensioni), e per
rimanere in tema di lingua giapponese cito Komorebi (la luce che filtra tra le
foglie degli alberi),  Tsundoku
(accumulare libri senza leggerli), Shoshin (l’energia e la voglia di fare
mescolati alla paura di sbagliare e all’impaziente curiosità di capire), Kawaakari
(l’ultimo riflesso di luce al tramonto sull’acqua di un fiume)… 

Beh, mi fermo
qui, perché le parole giapponesi intraducibili in italiano sono veramente
moltissime (e spesso anche molto belle).

Shinsetsu e la
morale rispettano i principi. 

Non per ottenere vantaggi. 

Se così fosse non si
tratterebbe altre che di una strategia, 

di sostenere la propria causa. 

E neanche
per raggiungere la felicità, 

perché sarebbe puro egoismo.

Attraverso la descrizione di Shinsetsu come una ragazza e
Morale come sua amica De Barros cerca di spiegarci ancora una volta il concetto
giapponese di gentilezza
nel quotidiano, nei gesti semplici e spontanei di
tutti i giorni che mettono al primo posto l’interesse o meglio il benessere
dell’altro.  Ci troviamo davanti ad altre
personificazioni, come Etica ed Utility, che aiutano meglio la comprensione dei
capitoli in lettura.
Ho trovato interessante l’uso della rappresentazione in
figure umane di concetti astratti,
e veramente molto utile e non banale.

L’ignoranza è la culla dell’odio. 

E shinsetsu, un lampo di saggezza 

nelle relazioni quotidiane.


Lo scrittore con le sue parole riguardo la comunicazione
verbale ma che non dipende necessariamente dalle parole mi ha fatto pensare a
una persona a me cara
che vivendo da poco in un paese straniero e non
conoscendo ancora bene la lingua ha trovato nel posto di lavoro dei colleghi
che si sforzano di parlare in italiano o almeno di salutare nella nostra
lingua, cercando di imparare anche dei termini italiani, senza far sentire questa
persona in terra straniera  in difetto o
a disagio
per non essere ancora in grado di parlare perfettamente . Ed usando le parole dell’autore “con lo
sforzo solidale delle parole dinanzi allo straniero fragile
”, il loro
atteggiamento è sicuramente Shinsetsu.

Ogni cosa nella
vita sarà utile se,

 in ultima istanza, porterà alla felicità. 

La vita è fatta
così. 

Tutto quello che definiamo mete non sono altro che mezzi. 

Strumenti che
ci permettono di avvicinarci ad un fine più grande.

Come già detto, De Barros non si ripete, trova
argomentazioni nuove, fresche
con riferimenti a vari autori, libri o film per
portare avanti un tema molto interessante e sicuramente nuovo senza stancare e
puntando sempre su nuovi fattori su cui discutere.

Un libro fresco e non comune, fa sorridere e pensare allo
stesso tempo
. Ci porta a riflettere su tanti atteggiamenti o modi di fare che abbiamo
soprattutto noi occidentali nei confronti dell’altro e a come dovremmo o no misurare
ogni nostro atto in relazione  al
prossimo.

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