Panamericana di Franco Amato – (Recensione)

Omicidi, commissari, tanti indagati un solo colpevole: questi sono i gialli, cari amici lettori e oggi voglio proporvi l’ultimo che ho letto.

Vi propongo 

PANAMERICANA di Franco Amato per la Giovane Holden Edizioni





                                Disponibile in formato Kindle

                              e in cartaceo


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Al termine di una vicenda che mette in discussione tutto il suo passato, Marco Volpi decide di lasciare il suo lavoro nel settore della carta e, con l’assenso-consenso della famiglia, aprire un agriturismo nella campagna lucchese. Tre anni dopo, gli affari gli danno ragione: le vigne producono ottimo vino, i turisti fanno registrare il tutto esaurito. Una famiglia normale impegnata a vivere una vita normale. Fino alla mattina in cui il signor Gomez, un cileno ospite di Villa Volpi, viene trovato morto nella sua stanza. Ammazzato. A indagare è chiamato il commissario Iannone che deve fare i conti con un veleno tipico degli Indios sudamericani, il curaro, una pantofola sinistra taglia 42 scomparsa e un gruppo eterogeneo di ospiti-sospetti

Scrivere un buon giallo è come fare un gioco di prestigio. Ora la carta c’è, ora la carta scompare, la prospettiva cambia continuamente, quando sei convinto di aver capito tutto ecco che la storia cambia nuovamente e devi ripartire da capo.

L’autore riesce abilmente a confondere le carte fin dall’inizio: molti sospettati, un solo assassino: due coppie di coniugi, una tedesca e una spagnola, quest’ultima con figlio e una coppia di fidanzati di Roma.

Come ogni buon giallista, l’autore non ci svela veramente tutto, tiene qualcosa per sè: legami inaspettati tra la vittima e figure che in un primo momento sembrano del tutto secondarie, moventi che si svelano all’improvviso. episodi chiarificatori che si dispiegano solo all’ultimo capitolo.

A complicare la situazione lo strano riferimento, la sera prima dell’omicidio, alla Panamericana da parte della vittima.

Cosa c’entra questa rete di comunicazione lunga oltre venticinquemila chilometri, che si sviluppa lungo la costa pacifica del continente americano, al cui completamento molti si oppongono? 


Soprattutto, chi era veramente il cileno, forse sbarcato a Lucca con qualche preciso proposito, che qualcuno aveva voluto uccidere? Un indaffaratissimo uomo d’affari, come lui stesso si era definito, che aveva pestato i piedi alle persone sbagliate? E questa strada che per lui era così importante?

Applicando la formula dei romanzi di Agatha Christie, tutti i possibili colpevoli si ritrovano in un luogo lontano dal caos, isolato dal resto del mondo, in questo caso un agriturismo in Toscana e spetterà al commissario mettere in luce gli angoli bui di ciascuno di loro.

In un’altalenante flusso di possibili colpevoli la storia si dispiega, veloce, rapida, con una scrittura che coinvolge e non annoia mai e con ottime descrizioni introspettive dei personaggi.

Assolutamente consigliato

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