Entriamo nel magico mondo della storia, quando Roma non era ancora la Grande, offuscata dalla potenza degli Etruschi.
Ecco la nostra nuova proposta
Thesan di Roberto Castiglione
Antipodes Edizioni
Disponibile in cartaceo
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358 A.C. Falsi auspici hanno scatenato una terribile guerra tra Roma e Tarquinia. Persino gli Dei sono coinvolti in questo conflitto che valica le cortine del tempo. Quattro antichi amici si troveranno su fronti opposti, ma dovranno allearsi nuovamente e incontrarsi in una foresta dalla quale nessuno ha mai fatto ritorno. Una piccola e luminosa Dea li guiderà fino a una fortezza immersa nel ghiaccio eterno.
Livio scrive che nel 358 a.C., Roma dichiarò guerra a Tarquinia dopo che le armate di questa importante città etrusca avevano fatto irruzione nel territorio romano. Il console Gaio Fabio Ambusto ebbe l’incarico di condurre la guerra.
Questa fu la vera guerra tra le due città, l’occasione ne fu, secondo Livio, una scorreria dei Tarquiniesi sul confine romano
(quasi certamente dalle parti di Sutri) conclusosi con una sconfitta dei Romani atterriti,
sempre secondo Livio, da una turba di sacerdoti urlanti che precedevano i soldati
tarquiniesi agitando nelle mani serpenti e fiaccole accese.
A questo episodio seguì il
massacro di 307 prigionieri romani nel “Foro” di Tarquinia.
Dopo lo scontro frontale alle Saline, la guerra si trascinò avanti piuttosto
stancamente con piccoli scontri e alterne vicende e fu conclusa nel 351 con una tregua di
quarant’anni che, di fatto, sanciva tra le due città rivali il reciproco riconoscimento dello
“status quo” ma, al tempo stesso, consolidava sul piano “internazionale” la presenza
“nuova” della realtà romana.
Da qui parte il romanzo di Castiglione, una storia nella storia.
Intorno a questi fatti storici reali si muovono i personaggi che danno vita a questo romanzo epico e coinvolgente che ci trasporta in un mondo in cui gli Dei erano presenti tra gli uomini, facendosi umani al loro fianco, come Thesan appunto, che dà il titolo al romanzo: la Dea Etrusca dell’Alba.
Bene racconta l’autore le divinità, che fino a quel momento erano concepite come semplici entità dalla forma vaga e imprecisa e che invece nella civiltà Etrusca assumono una forma antropomorfa.
Ma non è solo la guerra a terrorizzare gli uomini, paure arcane vengono abilmente raccontate e in qualche modo rappresentate da una selva oscura che i gruppetto di valorosi sarà costretto ad attraversare.
Forse l’autore si è ispirato al «saltus ciminus» che troviamo ben descritto in uno dei capitoli del saggio Tuscia Misteriosa e insolita.
Anche i Romani erano convinti che il bosco in questione fosse occupato da creatura spaventose e terrificanti, (le tigri con i denti a zanna che il Castiglione mette nel suo romanzo), questo fece sì che il bosco diventasse un saldo muro di difesa per gli Etruschi.
Nel 309 a.c. Quinto Fabio Rulliano lo attraversò, come i protagonisti del romanzo.
E’ evidente la passione dell’autore per la storia, raccontata in modo dettagliato e preciso, utilizzando termini originali della mitologia etrusca.
Se avete voglia di fare un salto nel passato, questo romanzo fa per voi.