Amici Lettori,
conoscete la saga di romanzi di Dan Brown?
Ebbene, quello che si sposa perfettamente con questo periodo un po’ delicato del nostro mondo, causa la pandemia in corso, è INFERNO, un romanzo uscito contemporaneamente in tutto il mondo nel maggio 2013.
Ron Howard (chi se lo ricorda Ricky Cunningham della serie cult Happy Days?) decide quindi di cimentarsi anche in questa impresa dopo aver ottenuto ottimi risultati con le due pellicole precedenti – Il Codice Da Vinci e Angeli e Demoni, sempre tratti dagli omonimi romanzi dello stesso autore.
Le riprese del film INFERNO iniziano a Firenze il 27 aprile del 2015 e termineranno il 21 luglio dello stesso anno.
La pellicola esce al cinema il 13 ottobre del 2016, proponendo al pubblico qualcosa di molto particolare.
La Recensione di Isabella Cavallari
Per le vie di Firenze un uomo è rincorso da tre inseguitori.
Si tratta di Bertrand Zobrist, un miliardario fanatico di Dante: la sua folle idea è quella di provocare un’epidemia di peste per bloccare da subito la crescita demografica. In questo modo si eviterebbe il sovraffollamento del pianeta che, secondo lui, in poche decine di anni andrebbe a portare la fine dell’umanità.
Egli ha così realizzato il virus in laboratorio ed è custode dei campioni: gli inseguitori lo braccano per poter così mettere le mani sulle provette e poterle eliminare, ma questi si arrampica sul campanile della chiesa della Badia Fiorentina e si getta di sotto, morendo sul colpo.
Dopo soli due giorni, Robert Langdon si sveglia in un ospedale di Firenze.
Al suo capezzale la dottoressa Sienna e l’infermiere gli raccontano com’egli sia giunto in pronto soccorso riportando una ferita da arma da fuoco alla testa. Il colpo di striscio alla tempia gli ha provoca un’amnesia temporanea e lui, di fatto, non ricorda alcunché degli eventi delle ultime quarantotto ore.
Langdon vorrebbe poter approfondire la cosa, ma una donna in divisa da Carabiniere irrompe nella struttura sanitaria sino alla stanza dell’americano: uccide l’infermiere, ma la dottoressa e Langdon riescono a fuggire, potendo così raggiungere la casa di Sienna e poter fare – per quanto possibile – il punto della situazione.
Lentamente alcuni frammenti di ricordi affiorano alla mente di Langdon, tanto da portarlo ad aprire il laptop di Sienna e da lì accedere alla propria casella di posta: qui, rileggendo le ultime e-mail, trova un messaggio dell’amico studioso Ignazio Bosoni che gli riferisce qualcosa riguardante un furto ed il suo essere un ricercato dalla polizia.
Sempre Busoni fa il nome di Zobrist e fornisce un paio di indizi, inizialmente incomprensibili.
Nel tentativo di cercare il proprio orologio, fruga così nelle tasche dei suoi vestiti e trova una biocapsula di quelle necessarie al trasporto del materiale biologico. La capsula, che è creata con un meccanismo di riconoscimento dei polpastrelli, si apre a contatto con il suo pollice: al suo interno rivela un sigillo d’osso che custodisce, a sua volta, un microproiettore che mostra la mappatura dell’Inferno di Dante disegnata da Botticelli.
Tramite il web si documentano qualche istante circa lo stesso Zobrist, potendo così capire di che si tratta e non solo: se in Langdom nasce l’idea di contattare il consolato americano per avere un minimo di supporto, qualcosa gli permette di cambiare idea.
Ancora una volta decide di sua sponte di capirci di più e, insieme a Sienna, inizia il suo peregrinare per Firenze cercando dettagli, indizi, risolvendo enigmi e visitando luoghi d’arte decisamente meravigliosi.
Lo spettatore potrà visitare Palazzo Vecchio, ammirando la meraviglia del Salone dei Cinquecento, per poi portarsi al Giardino dei Boboli e lì scoprire come i passaggi segreti siano sempre utili e necessari. Dal giardino, infatti, Langdon ricorda come sia possibile accedere al Corridoio Vasariano e, quindi, che collega Palazzo Pitti con Palazzo Vecchio, attraversando la Galleria degli Uffizi.
Come in tutti i romanzi di Dan Brown – e quindi anche per i film tratti da questi – non è mai nulla troppo semplice per Robert Langdon: l’Organizzazione Mondiale della Sanità vuole mettere le mani sulla sua biocapsula e la corsa contro il tempo inizia: certo, perché bisogna scovare dove il fanatico Zobrist ha piazzato il virus, disinnescare quello che è una sorta di ‘ordigno’ che faccia così diffusione del morbo e… cercare di impedire che quel piano malsano abbia inizio.
Il ritmo è serrato, le rivelazioni permettono allo spettatore di chiarire il quadro della faccenda mano a mano che la pellicola va avanti, così come si fa adrenalinico lo svolgimento degli eventi: inseguimenti, sparatorie, dettagli che vengono rivelati e via dicendo.
Ritroviamo quindi un Robert Langdon alle prese con un nuovo enigma, questa volta decisamente più impegnativo dal momento in cui viaggia tra Firenze, Venezia e Instambul prima di risolvere la faccenda. Molto bella la fotografia e la scenografia dei luoghi, tra l’altro!
Dicevo… Langdon viene impegnato in una nuova avventura che lo vede coinvolto in qualcosa di più grande: con Angeli e Demoni eravamo rimasti che doveva salvare la cristianità (eh, robetta ^^’), qui invece lo vediamo cimentarsi nel tentativo di salvare l’umanità da quella che è una sorta di omicidio di massa, voluto da un pazzo e da chi lo segue, tra l’altro.
Purtroppo non è facile distinguere gli amici dai nemici e, quasi fino alla fine, è costretto a contare solo sulle proprie forze.
Il personaggio femminile di Sienna, inizialmente ‘amico’ e disponibile ad affiancare Langdon durante la risoluzione della situazione, si rivelerà invece mutevole nel corso della pellicola: a differenza delle storie precedenti, evitiamo quindi la ripetizione di quello che sembrava un cliché che rischiava di essere noioso e scontato.
A parte alcuni errori storico/geografici che i Fiorentini (e gli amanti di Firenze) sicuramente hanno colto, la lavorazione del film è iniziata a Venezia, spostandosi poi a Firenze. Molte scene si sono girate a Budapest, in Ungheria.
Il tema della creazione in laboratorio di un potente virus capace così di dimezzare la popolazione mondiale è stato, per l’epoca in cui uscì il romanzo – prima, ed il Film dopo – sicuramente qualcosa di molto ‘fantasioso’ e decisamente perfetto per la stesura di un libro che deve fare intrattenimento.
Vedere il film adesso – che poi ha un impatto maggiore rispetto alla semplice lettura, dove comunque ognuno immagina le cose secondo la propria fantasia, quindi in maniera più o meno forte – devo ammettere che mi ha dato modo di pensare un pochino: noi stiamo vivendo un momento molto delicato della storia.
Che davvero ci sia, dietro le quinte, lo zampino di qualcuno di fanatico come Zobrist? E se così fosse, c’è già un Robert Langdon che si sta occupando di salvare l’umanità?
Chissà…