“La Piaga del Drago” di Anna Mantovani – I Draghi

Lettori,

con immenso piacere diamo spazio al tour dedicato al romanzo LA PIAGA DEL DRAGO di Anna Mantovani, letto in occasione dell’evento realizzato in collaborazione con “Scrittori e Lettori Fantasy”.

Oggi parliamo di DRAGHI: buona lettura!

Articolo a cura di Isabella Cavallari

Nell’immaginario fantasy il Drago è da sempre una creatura mostruosa, enorme, pericolosa, con quell’alito incendiario capace di arrostire cavaliere e cavallo senza lasciar nemmeno il metallo dell’armatura.

Sin dalle fiabe che si tramandano da una vita, il Drago pare abbia l’insana passione di rapire donzelle, tenere sotto scacco territori che aggredisce di tanto in tanto, accumulare ricchezze e custodire tesori inarrivabili e decisamente super protetti.

Tutto parte dell’origine del Drago: la cultura del drago è antica, vasta e territoriale.

Non soltanto cambiano le forme fisiche dell’animale, ma cambia anche la sua utilità, la sua mentalità, il carattere e quant’altro in base anche ad esigenze di folklore.

drago Cinese

Ad esempio in Cina il Drago è collegato alla famiglia imperiale: è considerata l’incarnazione dello spirito di Yang, spirito fecondo, creatore e maschile. Immaginato e rappresentato come una enorme creatura, con corpo di serpente, zampe di pollo, testa di coccodrillo, baffi stile pesce-gatto, con criniera e corna di cervo. Unisce così tutte le specie animali ed è fondamentale nella credenza cinese.

Tutta la storia che avvolge la mitologia cinese permette così di creare delle varianti, giacché sappiamo bene come le culture poi possono mescolarsi: il Drago Giapponese, invece, è diverso dal cinese ma ne è piuttosto influenzato, anche e soprattutto a livello fisonomico.

E’ collegato all’elemento dell’acqua e si pensa tuttora che siano divinità associate a precipitazioni e corsi d’acqua, ecco perché sono longilinei, filiformi, quasi fossero delle anguille (per intenderci), a differenza dei cugini cinesi descritti poco sopra.

Il Culto del Drago è associato ai templi buddisti: vi capiterà infatti di trovare sculture, dipinti, santuari stessi, dedicati a questa figura molto importante e venerata. Vi è la credenza che i draghi nipponici siano buoni ed esaudiscano i desideri: ecco perché in Dragon Ball – famosissimo anime – raccogliendo le sfere si può evocare il drago chiedendo il desiderio.

drago in Giappone

Nella cultura occidentale, invece, possiamo risalire fino ai miti dell’antica Grecia per scovare la figura dei Draghi: questi non hanno gambe né ali, non sputano fuoco, ma sono grandi serpenti, a volte con morso velenoso ed altri con più teste.

Idra è un Drago.
Dal respiro velenoso, con zanne acuminate, con almeno sette teste (qualcuno sosteneva potesse arrivare anche ad averne cento), ma è un drago di tipo fluviale.

Pitone, invece, è il dragone che sorvegliava Delfi che venne poi ucciso per mano di Apollo, raffigurato in diverse pitture vascolari.

Il Drago più noto, però, entro cui siamo soliti riconoscerci quando facciamo il suo nome, è quello che abbiamo ereditato dalla mitologia Gallese: i poemi medievali ci hanno messo del loro, dipingendo eroiche gesta di cavalieri e creature mostruose, i Draghi.

Secondo le leggende, infatti, in Cornovaglia viveva Y Ddraig Goch, una creatura con l’aspetto di un drago rosso dotato di ali, di quattro zampe, e di una coda a punta.

Si narra che il sovrano britannico Vortigern scelse la località di Dinas Emrys per costruirvi il suo castello. Ogni notte però le mura del castello appena costruite, venivano demolite da forze invisibili. Vortigern consultò allora i suoi consiglieri, che gli suggerirono di trovare un ragazzo orfano, e di sacrificarlo. Trovato il ragazzo (secondo alcuni il futuro Merlino), questi spiegò al re che la causa dei ripetuti crolli era la lotta tra un drago bianco e un drago rosso, sepolti lì sotto. Vortigern fece quindi disotterrare i draghi, che continuarono a combattere; dopo una lunga battaglia, finalmente il drago rosso sconfisse il drago bianco. Merlino spiegò a Vortigern che il drago rosso (Y Draig Goch) simboleggiava i Britanni, mentre il drago bianco simboleggiava i Sassoni, predicendo così la vittoria dei primi.

Anche l’Italia si fa portavoce di una creatura tremenda appartenente alla famiglia dei Draghi, ossia la Viverna, spesso raffigurata sui blasoni e araldiche medievali. È un drago provvisto di due ali che fungono anche da zampe anteriori quando si trova a terra e ha due zampe posteriori ed una lunga coda serpentiforme.

Una delle leggende più famose che riguarda la Viverna è quella di Terni:

Una terribile viverna che affliggeva il comune umbro nel XII secolo. Un giorno un giovane e valoroso cavaliere, stanco di assistere alla morte dei suoi concittadini e allo spopolamento di Terni, affrontò il drago e lo uccise. Il comune da quel giorno in poi assunse la creatura nel proprio stemma cittadino.

Ho scelto di percorrere questo piccolo viaggio attraverso la storia e le culture per cogliere con piacere come ancora una volta sia il folklore alla base del fantastico: le trazioni, le leggende locali, ogni territorio custodisce storie tramandante nel tempo e portatrici di personaggi e strane curiosità, talvolta bizzarre.

Il Drago che conosciamo noi, scoperto tra i vari film piuttosto che dai vari libri fantasy, attinge da una vasta tradizione leggendaria e mitologica che, unita alla fantasia di chi scrive, può proporre ai lettori storie sempre nuove, innovative, fantastiche.

LA PIAGA DEL DRAGO di Anna Mantovani offre al lettore qualcosa di nuovo, ad esempio.

Certo, manteniamo l’idea che vi siano i Draghi più comuni, quelli enormi, che sputano fuoco, con il musone da coccodrillo e una forza di coda straordinaria, ma… offre lo spiraglio della mescolanza, della possibilità di proporre dei ‘draghi/umanoidi’, o dei ‘semi/draghi’.

L’idea del morbo, del contagio, dello svilupparsi del virus, permette di costruire un sangue misto: siamo abituati, anche qui, al mezzelfo – nel fantasy classico – che mescola elfi con umani; piuttosto che i centauri, metà uomo e metà cavallo. Od ancora le sirene, metà donna e metà pesce… tutti quegli ibridi, a cui siamo abituati noi, sono diversi da quelli che propone Anna Mantovani.

opera illustrata del Maestro Antonello Venditti

L’autrice ha inventato il sangue misto in maniera fantastica, in maniera ‘moderna’, tramite il contatto: in sangue di drago incontra il sangue di uomo e… ovviamente è mera invenzione, dannatamente affascinante.

Il lettore viene incuriosito doppiamente, sia a livello ‘fantasy’ dove si scopre la possibilità di inventarsi una ‘razza’ nuova così, senza canoni, senza regole, senza nessuno che possa obiettare… sia perché la ‘scienza’ che potrebbe imbattersi in una cosa del genere beh, è anch’essa inventata.

Immaginatevi un morbo che offre due possibilità: o morte, o diventare una sorta di ‘super uomini’.

Fantastico!

Peccato per il prezzo da scontare: pelle che si riempie di bubboni, bubboni che poi esplodono dolorosamente e al posto loro subentrano le squame.

Il sangue da caldo diventa freddo. Nessuna esigenza di riscaldamento. Sopravvivenza pressoché garantita tutto l’anno. Alimentazione che è costretta a cambiare, così come cambiano le percezioni visive e olfattive.

Certo l’incrocio non rasenta la perfezione. Gli ibridi sono una razza superiore, certo. Vantaggi presi da entrambe le parti. Ma anche i punti di debolezza da entrambe le parti.

Aggiungendoci pure la non appartenenza né ad un mondo né all’altro.

E niente, andrei avanti per ore… da fanatica delle razze, da affascinata come sono da tutte le sfumature che il fantastico può offrire.

Per leggere i libri di Anna Mantovani non è necessario essere esperti di Draghi né di ricerca scientifica: basta avere qualche ora a disposizione e lasciarsi inghiottire in quello che è un Urban Fantasy interessante, che può ricordare alcune atmosfere stile Divergent ed altre, simili magari alla fantascienza, ma si sa… la fantasia non ha limiti, di nessun genere.


LA PIAGA DEL DRAGO
di Anna Mantovani
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Ai margini della megalopoli di Europa, l’ultima città rimasta dopo una guerra nucleare, gli scienziati hanno scoperto delle uova preistoriche di drago. Il contatto con queste creature ha portato alla diffusione di una pandemia letale che ha decimato la popolazione e trasformato i sopravvissuti in mutanti violenti e coperti di squame, che si ribellano all’ordine costituito.

Sophie, una giovane dottoressa, incontra una donna anziana, Emma, che è miracolosamente guarita dalla peste di drago, e il cui sangue potrebbe essere la chiave per un vaccino. Per sfuggire all’arresto, Sophie fugge con lei attraverso la città.

Nel frattempo Erik, un poliziotto, si mette sulle tracce delle fuggitive; mentre Sophie ed Erik affrontano il loro viaggio dovranno mettere in discussione le proprie certezze, mentre nuovi dubbi li assaliranno: chi è il misterioso Generale, leader dei sopravvissuti ribelli? I draghi sono mostri sanguinari o creature intelligenti? E qual è il segreto che il governo ha nascosto per tutto il tempo?

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