“Noi siamo vendetta” di Diego Di Dio

Lettori Adorati,

è passato pochissimo tempo da quando vi abbiamo presentato la raccolta di racconti NOI SIAMO VENDETTA scritti da Diego Di Dio e pubblicata nella collana thriller di Delos Digital.

Eccovi la recensione fresca fresca.
Buona lettura!

La Recensione a cura di Isabella Cavallari

Il volume si compone di tre racconti dove, al termine di ognuno, l’autore Diego Di Dio ne racconta le origini, per quanto riguarda l’occasione che lo ha spinto a metterli su carta, scegliendo di condividere con il lettore emozioni e riflessioni, aprendo uno spiraglio sul suo mondo creativo.

Mi chiedo spesso quanto debba essere impegnativo essere un autore, soprattutto dal momento in cui anche quando si vuole scrivere solamente di mondi fantastici si debba essere comunque preparati, osservatori, attenti, intensi…

Mi viene da descriverlo così, Diego Di Dio: poiché ogni racconto presentato in questa raccolta lascia riflettere, come poi realmente fa riflettere qualsiasi storia narrata.

Di Dio sceglie il thriller, il crime, dimostrando di sapersi destreggiare bene e di avere una buona cultura a riguardo: non è facile nemmeno oggi, quando siamo pieni di spunti vuoi per le cronache, vuoi per romanzi o serie tv che sicuramente supportano la creatività di uno scrittore di questo genere.

L’autore, però, mostra un lato del crime utile al lettore affinché si ragioni di come le emozioni siano il cardine della sopravvivenza: nel primo racconto scopriremo come il protagonista sia ancora legato al passato e faccia le sue azioni nel modo che per lui sono più ovvie e congeniali.

Certo le fa per un motivo per lui molto valido, ma le modalità e la mentalità cui agisce hanno una logica che non fa una piega.

Nel secondo racconto, cambia il contesto e cambia la sequenza: dolore e delusione, il non sentirsi più all’altezza, la competizione, si rivelano essere più forti dell’amore e dell’affetto, dell’orgoglio verso le capacità dell’altro, tanto da portare a conseguenze gravi e drammatiche.

Nel terzo cambiano le dinamiche, vi è una crescita della sua capacità di tenere la suspense, dipingendo un quadro dove la reazione al distacco è difficile da accettare e dove il dolore muove i fili invisibili di reazioni pressoché inspiegabili.

Che cos’è la vendetta?

Cosa spinge l’essere umano a vendicarsi?

Quanto forte è il dolore, dentro l’animo umano, capace di portare a follie di tal guisa?

Nella realtà quanto nella fantasia, purtroppo.

I protagonisti di questi racconti fanno ciò che per loro è da considerarsi l’ultimo gesto estremo, per poter trovare quella pace interiore, quell’equilibrio, quel momento di benessere, negato a causa della vita altrui.

Si può davvero essere infelici e sofferenti a causa di altri? O è solo a causa di noi stessi?

Con padronanza lessicale, capacità narrativa e talento, Diego Di Dio offre ai lettori una raccolta di racconti piacevole, accattivante, sia per le scelte effettuate che per lo scenario scelto, capace di offrire maggiori sfumature alle ambientazioni raccontate: ci permette di esplorare dentro l’animo umano, di attingere ai contrasti delle personalità, di cogliere quanto da fuori è pressoché invisibile.

La felicità spesso è la maschera che nasconde un dolore più grande.

Quando il dolore diventa insostenibile, le azioni sfociano in qualcosa di inspiegabile.

Non accade solo con l’aiuto della fantasia, purtroppo.

Non avevo ancora letto nulla scritto da Diego Di Dio, consapevole sia uno scrittore molto promettente, ammetto che son felice di essermici approcciata con questo delizioso lavoro.


NOI SIAMO VENDETTA
di Diego Di Dio
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«Diego è un abile artefice di storie perché è anche un acuto osservatore che entra in ambienti e vite quotidiane disseppellendo amori, orrori, complicità e drammi.» (Andrea Carlo Cappi)

Tre racconti, tre squarci nella follia dell’umano e del quotidiano. Tre porte spalancate sul male nero che alberga in ognuno di noi. E che resta latente fino al momento dell’esplosione, quando ogni cosa cambia per sempre.

Tre personaggi tristi, ambigui e sconvolti, costretti a recitare sul palcoscenico delle proprie delusioni.

Prima di precipitare nell’abisso.

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