“Come Acqua” di Roberto Chilosi

Lettori Cari,

vi accompagniamo tra le pagine del romanzo COME ACQUA, di Roberto Chilosi e pubblicato con Altre Voci Edizioni.

Buona lettura.

La Recensione a cura di Daniela Tresconi

A metà tra un romanzo di avventura e un diario di viaggio, Chilosi ci regala la storia della sua vita: stropicciata, rattoppata, faticosa, ma indubbiamente Sua, nel senso della scelta assoluta di fare quello che il suo spirito desidera.

Eppure io non credo alla fortuna e penso che tutto sia sempre conseguenza di una tua decisione, un riflesso, un movimento anche inconscio che ti porta a cavartela o ti trascina sotto.

Lontano dal quieto vivere, dalla sicurezza di un posto fisso e da una stabilità affettiva, l’autore si racconta senza sconti né giustificazioni, anzi a volte colpevolizzandosi nei confronti di coloro che hanno percorso un tratto di strada insieme a lui.

Nel 1995 si licenzia da un impiego pubblico: diventa guida rafting, maestro di canoa, viaggiatore e sportivo. Ha effettuato discese in canoa nei fiumi più belli e impegnativi nei cinque continenti, compiendo alcune prime discese in solitaria, come il Marsyangdi o la parte alta del Tamur in Nepal.

Acuto osservatore, la sua parola scritta si trasforma in disegno o in fotografia nel momento in cui descrive i luoghi o le persone che incontra: i colori, i profumi, gli sguardi e la prepotente forza dei paesaggi che attraversa. I luoghi fisici diventano dunque protagonisti essi stessi del romanzo.

Ha trasferito lo stesso spirito nel nuoto, compiendo numerose traversate soprattutto in inverno,  in mare in giro per il mondo e spesso in solitaria, che indubbiamente è la sua dimensione prediletta, come traspare tra le pagine del libro.

La lingua inglese ha saggiamente intuito i due aspetti contraddittori della solitudine. Così ha creato la parola “solitude” per esprimere la scelta di essere soli (l’uomo solitario che sta bene con se stesso) e ha creato la parola “loneliness” per esprimere una solitudine sofferta e non scelta. Ogni tappa del romanzo di Chilosi è permeata di «solitude», un uomo che cerca il confronto con sé stesso, sfidando i  propri limiti e quelli che gli pone la natura, a volte uscendone vincitore altre sconfitto.

Ho lasciato dietro di me la solitudine. Ascoltando dentro di me, spesso non ho sentito che il rumore dell’acqua….di nuovo sono irrequieto…non importa quale fiume scendo, alla fine il mio orizzonte sarà sempre più ampio

Difficile e complicato il rapporto con l’altra metà del cielo, siano compagne di un viaggio ai limiti della sopravvivenza, compagne di vita o figlie. Non è semplice stare accanto a Roberto e lui stesso lo ammette senza scuse o giustificazioni, il desiderio di viaggiare, di confrontarsi con la natura, con le difficoltà e con sé stesso sono per lui una necessità fisica, di cui non riesce a fare a meno.

Spesso tra le righe si coglie quasi un desiderio di punirsi per qualcosa di commesso, sperando forse che la morte porti finalmente via quest’ansia di competizione.

«Avvicinarmi all’abisso ancora una volta, vicino all’autodistruzione, con una parte di me che spera di caderci dentro e l’altra che si ribella e urla: non ancora, non oggi»

L’acqua del romanzo diventa espiazione e conforto, come un vetro trasparente mette in luce tutta la sofferenza di un’anima umana, incapace di vivere con i piedi sulla terraferma perché l’acqua è la sua stessa vita.


COME ACQUA
di Roberto Chilosi
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Un uomo innamorato dell’acqua e la sua canoa: il risultato di questo incontro è Come acqua, un libro che è insieme romanzo d’avventura, autobiografia e cronaca di viaggio. Un lungo racconto in cui si fondono l’insaziabile curiosità per l’ignoto, la sfida contro i propri limiti umani e sportivi, e la riconquista di una vicinanza al sé più profondo. Viaggi, spesso solitari, in mezzo a una natura primitiva e violenta e a una bellezza che incanta senza lasciare alcun margine di errore. L’autore, con il suo stile immediato e senza nascondere nulla, trasporta il lettore sulle rapide sudamericane, nel sacro Tibet, nella sconosciuta Tasmania. Ma il cammino si spinge anche intorno alle sue fragilità più umane, che solo nell’acqua si disvelano completamente.

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