a cura di Daniela Tresconi
Amici Lettori,
è con immenso piacere che facciamo i complimenti a MELANIA SORIANI, autrice carrarina, che con il suo romanzo BLY pubblicato con edizioni Mondadori è tra i sei finalisti del Premio Bancarella 2022.
Anche noi abbiamo letto il suo libro e ci teniamo a lasciarvi le nostre impressioni.
Volevano fare di me una sposa e una madre. Feci di me una donna, una giornalista, una pioniera. Volevano che restassi in silenzio. La mia voce fu un grido fuori dal coro. Non è stato semplice, ma nessuna conquista che possa dirsi tale lo è mai stata. E nonostante gli ostacoli, ho trovato il mio posto nel mondo. Il mio nome è Elizabeth Jane Cochran. Nellie Bly, come la maggior parte di voi imparerà a ricordarmi. E questa è la mia storia.
Un romanzo potente: il racconto di una donna a cui la storia non ha reso giustizia, rimanendo purtroppo anonima ai più. Non conoscevo Nellie Bly e ringrazio Melania Soriani per aver scelto di raccontare la sua vita.
Una donna come molte, alla fine del 1800, quando la massima ambizione per il sesso femminile era quella di trovare un marito e fare molti figli.
Ma il destino aveva già in serbo un altro futuro per la piccola Elisabeth (questo il suo vero nome).
Curiosa, coraggiosa, intraprendente, comprende fin da subito che quello che desidera è essere libera, ma quanta strada davanti a lei e quanti ostacoli prima di arrivare al successo.
Dopo la morte del padre le viene preclusa la possibilità di studiare, (quante donne solo 70 anni fa dovevano subire il medesimo trattamento anche qui in Italia), costretta a lavorare per aiutare la famiglia, non si arrende.
Quello che ama di più è scrivere, leggere, raccontare storie di vita: Nellie Bly (questo lo pseudonimo sotto il quale nasconde la sua vera identità) diventerà una vera e propria pioniera del giornalismo d’inchiesta e degli scoop sotto copertura.
Complice una scrittura asciutta ma prepotente, l’autrice ci accompagna in un periodo storico complicato e per certi versi ostile verso tutte le donne che non accettano il posto che è stato loro riservato.
Pagina dopo pagina ci troviamo nelle fabbrica, dove essere donna implica orari massacranti, paga inferiore, soprusi e violenze.
Cosa è cambiato dopo oltre un secolo? Perché ancora oggi al primo colloquio di lavoro viene chiesto alle donne se hanno intenzione di avere figli?
Le battaglie continuano ad essere le medesime e questo lascia l’amaro in bocca.
O ancora all’interno dei manicomi femminili, dove venivano segregate donne e fanciulle e sottoposte ad orribili trattamenti.
Nellie Bly si fa vittima tra le vittime, per raccontare al mondo quello che accade.
Una donna libera, una giornalista che sorprende, indigna e raccoglie intorno a sé il grido di aiuto di altre donne, che rischia la sua vita per denunciare i soprusi e le violenze e a modo suo cerca di cambiare il mondo che la circonda.
Ma quanto costa a livello personale scegliere tra l’ essere Elisabeth o l’essere Nellie? Perché gli uomini possono avere una famiglia e un lavoro soddisfacente senza faticare neppure la metà di quello che tocca fare alle donne?
Questo si chiede la giovane Nellie e questo mi chiedo anch’io con una profonda tristezza. La nostra società non è al passo con l’universo femminile che lavora e che è costretto a fare i salti mortali per riuscire ad incastrare tutti gli ingranaggi: famiglia, lavoro, bambini e passioni. Ancora troppo spesso le donne sono costrette a fare scelte perché «le regole di questo mondo sono fatte dagli uomini per gli uomini».
Mi piace pensare che la sua vita sia stata e lo sia ancora in futuro, di ispirazione per altre donne e che grazie a lei il mondo femminile abbia fatto un passo avanti.
È una giornata di primavera del 1864 quando il giudice Cochran mostra orgoglioso ai propri figli il fagottino rosa della neonata Elizabeth. Il loro è un piccolo borgo di tranquillo benessere in Pennsylvania, dove i ruoli sociali seguono schemi quasi inviolabili, ma Pink – come viene soprannominata la bambina – si dimostra presto inquieta e ribelle, più attratta dalle scorribande dei fratelli maggiori che dalle bambole, e al tempo stesso incuriosita dalla ricca biblioteca paterna. Quando, durante un banchetto, conosce Miss Jennie Stentz – intraprendente fondatrice di un quotidiano locale – Elizabeth vive un vero e proprio colpo di fulmine: diventerà giornalista. Il destino ha però per lei altri amari, amarissimi piani. Costretta ad abbandonare gli amati studi, Elizabeth si trasferisce a Pittsburgh, dove nel tentativo di decifrare un mondo che non conosce diventa avida lettrice di giornali. Ha così la prova che le sue sensazioni sono fondate: le disparità di genere ci sono davvero, e sono più radicate che mai. Decide allora di passare all’azione, e scrive una lettera di denuncia con una voce così fuori dal coro da convincere il direttore del giornale a proporle una collaborazione, con lo pseudonimo di Nellie Bly.