“Specchio Riflesso” di Bellard Richmont

a cura di Francesco Bignardelli

Salve a tutti lettori e bentrovati!

Oggi vi porto uno dei libri da me acquistati all’ultimo Salone del Libro di Torino: vi parlerò del libro intitolato Specchio Riflesso, scritto da Bellard Richmont e pubblicato da I.D.E.A. – Immagina di Essere Altro.

Buona lettura!


Parto dicendovi che fermarsi a osservare lo stand di I.D.E.A. in fiera è sempre una buona scelta, sia per spendere tempo che denaro: ogni volta che mi ci fermo sento parlare non semplicemente di proposte letterarie, ma di sperimentazione e questo libro mi viene proposto proprio così: con teatro, metateatro pirandelliano…insomma non solo Narrativa, ma anche altre “idee” dentro. Mi sono lasciato conquistare e ho scelto quindi la mia lettura; ma com’è andata l’idea?

Il libro si presenta bene: una scrittura scorrevole e che attira a sé il lettore; una storia che appassiona subito e tanti personaggi da studiare, che di pagina in pagina vengono sempre più caratterizzati.

Quello che più mi ha colpito sono le note a più di pagina, che all’inizio non capivo perché erano presenti in un libro del genere. Vi giuro, sono bellissime! Fanno ridere e sfondano nel modo giusto la “quarta parete” del libro, attirando a sé i lettori e aggiungendo altro alla narrazione. Insomma, una gran bella idea, comprensibile in una sperimentazione e in un libro che vuol parlare anche di teatro.

E sì che il teatro si percepisce, o almeno si comprendono le maschere nella storia. Tutto girerà intorno a qualcosa di citato ma non compreso, per giungere all’arte del teatro alla fine.

Altra sorpresa sono, in vari capitoli, la presenza di paragrafi di storia in neretto: qui la narrazione cambia, ci si addentra in una parte fantasiosa come se ci fosse una storia dentro una storia, un mondo dentro un altro; c’è chi vive e chi sogna, forse…ottima la scelta di distinguere bene la cosa dal resto e interessante da leggere il dialetto o gergo del posto… con ovvio – ed efficace – aiuto delle note a più di pagina.

Come detto prima, ad un certo punto ci si butta nel teatro: non farò spoiler o anticiperò nulla su questa parte della storia, ma sebbene mi sia piaciuta, avrei preferito…beh che fosse veramente teatrale tutto. Secondo me ci sono fin troppi momenti di narrazione indiretta, come il resto del libro. Capisco che sia utile fare così, ma se vuoi buttarti del tutto in una narrazione da spettacolo teatrale, allora devi buttartici, per me, con tutte le scarpe: anche solo indicare una voce narrante avrebbe aiutato ad entrare ancor meglio in quella parte del libro.

A parte questo, credo che l’esperimento può considerarsi riuscito, per quel che mi riguarda: ci sono ottime idee e ottimi presupposti, mi ha convinto e mi ha fatto passare minuti e minuti di lettura piacevole. Potremmo dire buona la prima, ma risulterei ripetitivo; posso solo che consigliare questo libro e spero che questa casa editrice continui così, con le sue tantissime ‘idee’.


Questa storia è scritta dalla Luna e racconta le vicende che coinvolgono un paesello di campagna. Un pugno di abitanti vive una notte bizzarra, in cui creature sovrannaturali mostrano quanto il folclore possa essere reale. Dame e cavalieri, baristi e messi comunali, preti e gargolle, spaventapasseri e bestie, sono tutti protagonisti di un incrocio tra fiaba e realismo magico. Specchio riflesso, sodale. Accomodati e goditi lo spettacolo, hai un posto in prima fila.

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