“Waiting Room” – Bianca Rita Cataldi

Cari Amici e Lettori,

quando ho iniziato questo romanzo mi son trovata a dovermelo razionare, correndo il rischio di divorarlo tutto d’un fiato. Sto parlando del libro di Bianca Rita Cataldi che, dalla copertina accattivante e dai colori femminili, si scopre essere qualcosa di molto più che un semplice racconto di vita di donna..

Titolo: Waiting Room

Autore: Bianca Rita Cataldi

Editore: Butterfly Edizioni

Collana: Raggi di Sole

Pagine: 154

Isbn: 8897810209

Formato: Cartaceo

Prezzo: 12 €

È il 1942. In una Puglia bruciata dal sole, Emilia e Angelo condividono la passione per il sapere, il desiderio di libertà e il tempo della loro giovinezza. Settant’anni dopo, seduta nella sala d’attesa di un dentista, Emilia rivela a se stessa la verità negata di una giovinezza che adesso, per la prima volta, ha il coraggio di riportare alla luce. Con una scrittura che è poesia del ricordo e caleidoscopio di emozioni, Bianca Rita Cataldi accompagna il lettore tra i sorrisi e le lacrime di una donna come noi, raccontando la storia di un amore mancato, di una generazione nell’età dell’incertezza, di un’attesa che attraversa tutta una vita.

Io l’ho letto: ecco cosa ne penso!

Emilia, donna ormai ultra ottantenne, è seduta in una sala d’attesa del dentista per il consueto appuntamento circa le ormai necessarie protesi dentarie. Dinanzi a sé un cartello, tra i tanti, spicca per l’ovvia scritta waiting room – sala d’attesa, appunto. In quel lasso di tempo, l’attesa le consente di rilfettere e di sospirare nuovamente circa gli eventi avvenuti settant’anni prima dove, nella sua amata Puglia, conosce Angelo, con cui scopre la forza dei sentimenti, la voglia di guardarsi intorno, il desiderio di libertà e di essere diversi dagli altri, senza obblighi, senza forzature, senza nulla di predefinito. Eppure, nel sud Italia di quegli anni, certe regole si dovevano rispettare, certi obblighi erano da seguire, certe tradizioni assolutamente da mantenere. Il treno delle occasioni, quindi, è passato e la nostra Emilia non ci è salito sopra: quante volte ci chiediamo “Cosa sarebbe successo se…?” . Sicuramente parecchie, anche se siamo ancora giovani, immagino invece cos’accadrà quando la domanda sarà posta tra alcuni anni, quando di esperienze ne avremo vissute di più e quando i treni da prendere ne saranno passati tanti e sempre diversi.

La storia di Emilia ci viene quindi proposta in un frizzante mix tra l’attualità e il ricordo: adesso Lei è una signora abbastanza felice, forse un po’ troppo sola, nonostante abbia adottato le vicine di casa, due sorelle di cui una madre di una bambina. Grazie a loro riuscirà, nei periodi dell’iniziale conoscenza, sentire meno il dispiacere di quella solitudine, soprattutto crescente con l’arrivo del pensionamento. Eppure questa vita ha dei pro e dei contro, la gente ha dei modi di fare che spesso non sono sinceri o hanno diversi fini e quella che sembra premura viene vista, forse soprattutto ora con l’età, come una sorta di scelta di comodo. 

Possibile che una volta che si raggiunge un’età si diventa realmente un peso per gli altri? Perché le persone cambiano? Sono queste le domande che, tra i ricordi e tra i commenti del presente, Emilia pone a se stessa, giacché con le giovani donne con cui interagisce sceglie di non condividere le perplessità e i vari sospetti…

Un passato mai dimenticato e che comunque ha condizionato le scelte di una vita intera, un presente che pare poco appagante eppur fattibile giacché Lei si accontenta, un futuro che secondo altri è destinato ad essere poco e che, per Lei, può invece rivelarsi ancora utile e valido.. Che problema c’è? Si cresce, si invecchia, male che vada aumenteranno gli acciacchi, i problemi.. ed è per questo che si trova lì, nella sala d’attesa del dentista. Lì, insieme ad una ragazza giovane, giovane, impegnatissima in quel che fa per smorzare l’attesa.. Scrive. Scrive un libro. Scrive adesso perché sente di doverlo fare. Forse vuole prendere quel treno, ora che passa, senza indugi.. non come ha fatto Emilia, no.

E forse è giusto così: se ci sono le occasioni, perché non coglierle?

Coglierle, e poi avere rimpianti? Rimpianti o rimorsi? 

Sono sempre queste le domande difficili, ce le facciamo costantemente, accompagnano la nostra crescita, ci appartengono, ci aiutano a maturare, a confrontarci, a riflettere.. Nell’intero romanzo Bianca Cataldi vuole sì divertirci, con espressioni e tradizioni pugliese, vuole appassionarci con la storia di Emilia ed Angelo alle loro prime esperienze d’amore, ma vuole soprattutto regalarci lo scorcio di una vita normale che, però, non è affatto normale: ogni vita è unica, straordinaria, meravigliosa.. sia con gli aspetti positivi che negativi. Ogni esperienza di fortifica, ci plasma, ci rende migliori, qualunque sia l’esito dell’esperienza.

Una storia coinvolgente, molto piacevole, da leggersi d’un fiato.. scritta con il cuore e con tanta, tantissima voglia di arrivare!

Cinque gufi meritatissimi per un libro che ho decisamente amato!

Alla prossima!!


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