“Aldiqua” – Cosimo Raviello

Carissimi BookLovers del Bosco,

ci siamo: finalmente ho concluso il romanzo umoristico/fantastico del brillante Cosimo Raviello.

Grandissime aspettative, essendo stato votato su un sondaggio su facebook come uno dei più belli libri di autori emergenti per l’anno 2014, aspettative per nulla deluse, grazie allo spirito frizzante ed energico di Cosimo, che si percepisce in ogni riga del suo libro.

Titolo: Aldiqua 

Autore: Cosimo Raviello 

Editore: 0111 Edizioni 

Pagine: 150 

Formato: Cartaceo e Digitale 

Prezzo: 12.32 € il Cartaceo ; 4.99 € su Amazon

Arrivare tardi a un appuntamento di lavoro può costare il licenziamento. Questo vale per tutti, anche per la Morte. A causa di ciò il “tristo mietitore” sarà anche bandito dall’aldilà e condannato a vivere per sempre sulla Terra, dove si troverà a fare i conti con le debolezze di un nuovo corpo fisico e le contraddizioni di un mondo che conosce pochissimo. Ma i problemi non finiscono qui. Da qualche parte c’è in giro il “sopravvissuto”, colui che sarebbe dovuto morire e che invece, per via del ritardo della Morte, è ancora vivo e vegeto. La sua presenza non prevista potrebbe creare effetti devastanti per l’intero universo e deve quindi essere trovato prima che accada l’irreparabile. Aldiqua è un romanzo che tratta, in via ironica, le difficoltà della vita, con un occhio di riguardo ai problemi del sud Italia.

L’ho letto: ecco cosa ne penso!

Ci troviamo nel paese fantastico noto con il nome di Acquamelma: qui l’Oscuro Mietitore, chiamato Grim, si ritrova erroneamente tra le anime mortali. Scopre infatti di essere stato bandito dal Regno dell’Aldilà e di essere anch’Egli in carne ed ossa nonché vivente. Unico collegamento con l’altro regno è il suo servitore, Malocchio, che cerca così di istruire il povero ex-padrone licenziato a muovere i passi in questo paese dell’Aldiqua.

Inizialmente scettico, dal carattere brusco, chiuso e limitato, Grim dovrà fare i conti con la dura realtà della vita: nonostante l’identità fittizia che gli è stata assegnata, alcuni soldi con cui iniziare e titoli di studi guadagnati chissà come, si troverà a scoprire come sia difficoltoso trovare un lavoro, avendo i titoli ma non l’esperienza; come sia duro cercare una casa, giacché vivere sotto i ponti si può fare una volta, non tutta la vita; e come sia doveroso, talvolta, creare relazioni sociali utili non si sa bene poi perché.

La vita di Grim, iniziata con difficoltà, si rivela invece molto, molto curiosa: scopre il funzionamento del corpo, l’esigenza di dover mangiare e dormire, e scopre le emozioni.. conosce persino una fanciulla con cui sembra desideroso di approfondire e costruire un rapporto solido.

Sarà proprio quando le cose ‘umane’ stanno prendendo una piega che il bravo Servo si presenta rivelando come la punizione che sta scontando sia legata ad una faccenda mal riuscita, quando ancora era l’Oscuro Mietitore: se Grim è stato poco puntuale a quel famoso appuntamento, il Sopravvissuto ha fatto qualcosa per evitare il trapasso e, questo piano fallito, ha creato l’intera situazione che ora Grim si trova a dover scontare.

Riuscirà Grim a tornare nel Suo Regno?

Sempre ammesso che voglia farlo, giustamente… poiché magari adesso, che ha compreso bene come funziona il tutto, forse è un po’ un peccato andare via. Chissà.

Cosimo Raviello riesce, con questo libro, a prendersi gioco di un personaggio solitamente sempre in vantaggio, capace di rovinare ogni situazione, decisamente non sopportato e, purtroppo, sempre in agguato. In questo libro è la Morte la protagonista, eppure costretta a vivere una situazione che non apprezza né desidera vivere. O forse dovrei dire ‘non vivere’? Fatto sta che l’autore riesce a dargli pan per focaccia, creando una situazione surreale, dipingendo attorno al personaggio non solo qualcosa di bizzarro ma anche introspettivo.

Siamo abituati, davvero, al fatto che Lei arrivi e zac, rovini i piani della storia, tronchi le vite dei nostri eroi e dei nostri amici personaggi.. qui, messa in condizione di difficoltà e difetto, dovrà cercare di cambiare per farsi apprezzare, per concludere qualcosa, per ritornare da dov’è venuta e forse per capire quel che si perde nel suo non vivere.

Con una narrazione scorrevole, simpatica e moderna, Raviellodipinge in un’atmosfera fantastica alcune realtà veriste ed attuali, decisamente adeguate e mai vecchie, capaci di accompagnare il lettore non solo in alcuni sorrisi, ma anche in riflessioni ed introspezioni non indifferenti.

Molto alte le aspettative circa la lettura del romanzo, che si mostra particolare, da leggere con attenzione pena la non comprensione di taluni passaggi o dello scopo dei personaggi che intervengono nella storia: confermo l’apprezzamento a riguardo, giacché argomenti delicati come quelli fisiologici, la disoccupazione, lo studio, le interazioni sociali e molto altro, vengono descritti ed affrontati con attenzione, scrupolo e molta simpatia.

E pensandoci bene, forse Acquamelma non è poi un posto così brutto…


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