Antonello Venditti: il Maestro d’Arte [Intervista]

Lettori Fantastici,

quest’oggi apro le porte ad ANTONELLO VENDITTI, un Maestro d’Arte sensazionale che ho avuto il piacere (e l’onore!) di conoscere al Lucca Comics and Games 2019.

I suoi lavori sono straordinari: vedere il fantasy attraverso i suoi disegni è qualcosa di emozionante, sbalorditivo e splendido! 

Ogni tanto lo stresso via chat e mi escono fuori sempre curiosità e domande diverse, per capire un po’ meglio sia cosa c’è nel cuore di un Artista e sia come possa esserci in lui così tanto potenziale…

Alla fine è uscita l’idea di condividere con voi questa chiacchierata!

Sedetevi comodi, prendete i pop-corn e via!!

Fiordiluna e Gmork – acrilico su mdf

100 x 70 cm – realizzato all’Area Performance

del Lucca Comics and Games 2019

Antonello,
benvenuto sulle pagine del Bosco dei Sogni Fantastici!! 

Ho avuto
l’immenso piacere di incontrarti e di vederti all’opera nell’Area
Performance del Lucca Comics & Games 2019: sei davvero un
portento, complimenti!!

Le
tue opere sono meravigliose, da guardare per ore,
ininterrottamente… dicci, di grazia, quando inizi a renderti conto
che sei un Uomo d’Arte?

Più
che Uomo d’arte, direi Bambino d’arte. Ero davvero piccolo quando
ho cominciato a disegnare, avevo circa 4-5 anni e il mio primo
dipinto a olio risale a 8 anni circa. Più che altro se ne sono resi
conto i miei familiari. Io ero piccolo e avevo soltanto passione…
volevo fare solo quello: disegnare.

Da
quali Artisti trai maggiore ispirazione e quali sono le tue tecniche
di espressione con cui ti trovi più a tuo agio?

Gli
artisti del passato sono quelli che più mi hanno ispirato. Ho avuto
una formazione classica, accademica, molto manierista per intenderci,
ma per me Caravaggio e Bouguereau sono maestri di grande ispirazione,
spesso ho copiato le loro opere per imparare qualcosa di più anche
al livello tecnico, visto che prediligo la pittura acrilica che è
difficile da usare soprattutto per fare copie di quel genere. Oggi
lavoro sia in digitale che in tradizionale. Prediligo sempre il
tradizionale, per le tempistiche trovo quella digitale molto più
vantaggiosa.

Che
legame c’è tra la letteratura e l’arte illustrata, secondo te?

Per
me direi che alla base c’è la creatività, l’una compensa
l’altra e unite fanno più completa un’opera. Ma se vengono dallo
stesso autore/trice i legami si trovano più facilmente, viceversa il
vero legame che si dovrebbe trovare è quello tra autore/trice e
illustratore/trice.

Autore
e Artista preferiti e perché?

Tra
gli autori, oltre al maestro e padre Tolkien per la letteratura
fantasy, visto che è di quello che mi occupo maggiormente, ammiro,
stimo e amo in particolar modo la prosa di Patrick Rothfuss. Per ciò
che riguarda l’artista posso citarne uno in particolare, vivente,
visto che gli altri grandi maestri sono tutti deceduti molti anni fa,
Roberto Ferri è l’ultimo grande pittore/artista, italiano, che più
ammiro oggi e tra gli illustratori, anche se non c’è più da
qualche anno, il pittore
Zdzisław
Beksiński
per la grande capacità di riuscire a rendere l’emozione
in tragica soluzione, di trasportare l’incubo infernale o le
sensazioni più angoscianti in realtà visiva; ci vuole coraggio per
esprimere se stessi in quel modo.

MIDROS – pittura digitale per la realizzazione della copertina del libro scritto dall’autore Lucio Molinari.

Creatura
fantastica preferita? E quale, invece, adori poter disegnare?

Tra
le creature fantastiche prediligo il drago, ritengo sia l’emblema
del fantastico. Lo stesso amo disegnare i draghi, ma quando mi trovo
ad affrontare altre creature direi che mi sposto volentieri sulla
magica bellezza: dee del mito, figure femminili attraenti e fatali
oppure eteree e immortali, maghe, fate o fattucchiere. Rappresentare
la figura femminile nella sua magica grandezza, come una dea sul suo
piedistallo, il “femminino” al di sopra di tutto e tutti come
potere assoluto.

“Lo Scrigno Cremisi – Le Mutazioni”

è il romanzo di Antonello Venditti.

La cover è di sua creazione.

Tu
sei sia Autore che Artista: hai pubblicato il romanzo “Lo Scrigno
Cremisi – Le Mutazioni” con Dark Zone Edizioni; hai creato
l’illustrazione della copertina e tutta una serie di gadget a tema
che proponi ai tuoi lettori. Come concili le due attività e come ti
senti tu: sei più scrittore o più illustratore?

Rispondo
subito dicendo che è davvero difficile conciliare le due cose.
Annuncio che ho già i primi due volumi della mia saga, che ho
scritto qualche anno fa, in un periodo in cui si lavorava poco con la
pittura e avevo più tempo per scrivere, mentre il terzo è in fase
di creazione. Ultimamente non ci riesco proprio, è questa la verità,
non so più davvero come fare. Una soluzione che ho trovato è quella
di bloccare o rifiutare alcune commissioni per poter proseguire la
mia saga. Però non rinuncio a poter illustrare il mio mondo, appena
trovo un buco nello spazio temporale che mi divide tra il sonno e la
veglia, riesco a fare qualcosa di concreto, per me, che mi soddisfa.
Ci tengo a sottolineare, che il lavoro come illustratore è primario,
che ha la priorità, mentre la scrittura è un progetto che si è
aggiunto negli anni, non so perché, probabilmente era il bisogno di
ampliare la mia fantasia o dare più vita a ciò che immaginavo;
vivere totalmente con i miei sogni, che non voglio assolutamente
restino in un polveroso cassetto. Mi sento comunque più
illustratore. Mi fa sentire sempre un po’ di imbarazzo quando
ricevo complimenti per i miei scritti e quelle recensioni così
talmente positive che non sembra vero siano rivolte a me. Io ho
scritto con la stessa passione che metto nel dipingere, probabilmente
questo traspare anche dalla scrittura e non posso che esserne fiero,
orgoglioso e riconoscente verso chi si affida alla mia mano per
compiere il “Viaggio”.

Seguendoti
sui social abbiamo potuto vedere, in questi giorni, come alcuni tuoi
disegni siano diventati tatuaggi… come ti senti, nel sapere che i
tuoi lavori finiscono sulla pelle delle persone?

Be’,
fa un certo effetto. Sapere che quello che IO ho realizzato è stato
scelto come opera indelebile sulla pelle di una persona è motivo
solo di orgoglio. Vuol dire che si trova affinità spirituale, che ci
sono persone che amano profondamente le mie stesse cose, senza che
vengano commissionate o richieste in qualche modo.

Come
nasce un tuo lavoro artistico? Quali sono le fasi per te
‘fondamentali’, che segui scrupolosamente, e cosa invece ‘dipende’
dall’attacco d’arte e, quindi, non è detto vi sia in ogni lavoro?

Premetto
che sono una persona che non aspetta l’ispirazione; per me iniziare
a prendere lo strumento in mano è già un punto d’inizio,
l’ispirazione viene da sé, al momento. Comunque, seguo un ITER,
soprattutto se mi trovo a dipingere in tradizionale, e mi spiego: il
supporto su cui lavoro è molto importante, deve avere un fondo
particolare, e in questo sono molto scrupoloso, poi c’è l’istinto
e quello è imprevedibile, ma quasi sempre realizzo prima di tutto un
bozzetto. Se parliamo di commissione, però, è importante l’empatia,
riuscirsi a immedesimare nel committente, capire bene cosa vuole e
consigliarlo per prendere la via più giusta in tutti i campi.

Che
succede quando un’opera non soddisfa le tue esigenze e le tue
critiche? Ci sono stati dei lavori che hai… scartato?

In
passato più che scartato diciamo che ho messo da parte. Sono
abituato a non gettare nulla, perché mi è servito per riguardare e
capire dove avevo sbagliato. Però è successo che, in qualche
commissione, il committente, che per contratto poteva farlo, mi ha
imposto alcune cose e modificato altre. Io mi assumo la
responsabilità di come lavoro individualmente e affronto e accetto
le critiche per questo, ma per il resto mi dissocio, anche da me
stesso.

Quando,
invece, realizzi qualcosa su commissione: quali sono le cose più
difficili e quali, invece, le più semplici nel fare un lavoro su
richiesta?

LUX VINCTA EST – dipinto su tela.

Parto
dalla cosa più semplice: mettere in chiaro il procedimento del
lavoro, insomma, come funziona e quali sono i punti da rispettare per
una buona collaborazione. La cosa più difficile è quella di
accontentare tutti, richiede una competenza complessiva e una
capacità buona sugli svariati fonti del settore. Per esempio, se
parliamo della realizzazione di una copertina, non esiste solo il
committente, c’è lo scrittore, l’editore, lo stampatore e il
lettore, il marketing non va mai tralasciato ed è per questo che
nella maggior parte dei miei lavori editoriali cerco di realizzare
anche la parte grafica e occuparmi del risultato di stampa. Chi
acquista un prodotto, spesso, non sa cosa c’è dietro e se un
lettore si trova in mano un libro con una copertina che porta il mio
nome come realizzazione, non pensa che il grafico potrebbe aver
rovinato il mio progetto o la mia idea, o che il committente ha
voluto assolutamente che in copertina ci fosse un certo soggetto o
una certa idea, perché si è imposto e io in quel caso non ho potuto
oppormi più di tanto, se non si accettano i miei consigli. Ma
l’esperienza mi ha dato sempre ragione.

La
tua opera, tra quelle che hai realizzato, e a cui sei maggiormente
legato?

La
mia opera a cui sono maggiormente legato è quella che dovrò
realizzare. Nonostante ciò Lux Vincta Est è un’opera che non ha
committente, è un vero e proprio dipinto su tela realizzato perché
era dentro di me, era ciò che volevo fare.

Prossimi
impegni e lavori in programma?

Tanti,
tantissimi. Nuove copertine per grandi autori stranieri, per
importanti case editrici. Prossima uscita del secondo volume della
saga Le Mutazioni in uscita sempre per la dark Zone edizioni, un
libro illustrato per il 2020 insieme alla scrittrice Daisy Franchetto
per la DZedizioni, un altro mio art book personale, altre copertine,
altri dipinti, altri eventi, altre fiere… Non ho nessuna intenzione
di fermarmi.


Se siete curiosi di scoprire altro, vi lasciamo un po’ di link:

Qui la FanPage di Antonello Venditti

Qui il Sito di Antonello Venditti

Mettete assolutamente il like alla sua pagina!!!

Almeno potrete scoprire ogni suo lavoro e… rifarvi gli occhi! 

Ringrazio ancora ANTONELLO VENDITTI per essere stato con noi e a presto!!

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