La ragazza dell’estate di Lucio Caratozzolo (Recensione)

Bentrovati amici lettori,

sarà che questo tempo ci sta regalando delle splendide giornate di sole, sarà che io comincio ad avere voglia di mare, ho scelto per voi una lettura ambientata a Vernazza, una delle Cinque Terre in provincia della Spezia.

La ragazza dell’estate di Lucio Caratozzolo

Del Bucchia Editore

Disponibile solo in cartaceo


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L’Italia bigotta e oppressiva dei primi anni Sessanta del secolo scorso vede il protagonista – poco più che bambino – misurarsi coi prepotenti istinti di una sessualità fortemente condizionata dal senso del peccato, scaturigine di un gusto della trasgressione che quasi punta al delirio. Si scoprirà però impotente quando, di fronte all’oggetto del desiderio, apparirà difficile coniugare poesia e libidine. Ogni sforzo verrà vanificato dalle circostanze ostili. Intorno si muovono “gli altri” con le loro verità sussurrate o sostenute in modo arrogante. Costante il pensiero della morte violentemente contrapposta alla selvaggia bellezza della natura e del paesaggio, fertili di una vitalità che male si accorda con le vicende umane.

La città non mi piace. Sono nata qui, sono una paesana. Il sangue è sangue. Anche il tuo amico vive in
città, ma scappa qui appena può. Tante volte è una necessità, ma noi siamo gente diversa. Abbiamo bisogno diquesta campagna, di questo mare, che è poi libertà. Qui c’è il sudore della gente che ci ha preceduti. C’è tutto illoro lavoro: donne e uomini. Le donne scendevano i sentieri con le cavagne d’uva sulla testa: sembravano
monumenti giù per la montagna. Ma respiravano quest’aria pulita e morivano a cent’anni. In città c’è fumo, c’è
rumore. La vita non è sana”

C’è tutta la terra di Liguria in questo romanzo, raccontata attraverso immagini, musiche, profumi e giovani ragazzi in lotta con la vita.

Gli amori rubati dentro le cantine, fumando e bevendo birre, le ragazze milanesi che arrivano in vacanza e fingono di innamorarsi dei ragazzi del luogo. Entrambi sono perfettamente coscienti che si tratta di una finzione, che quando arriverà settembre ciascuno tornerà alla propria vita. Per molti l’età delle vacanze con i genitori è finita e dunque probabilmente non torneranno neppure più nel piccolo borgo a strapiombo sul mare.

A strapiombo, proprio come la vita di alcuni di loro, che rischiano e azzardano, con il rischio di cadere.

Il nostro protagonista arriva dalla città, dalla Spezia in questo caso e scopre un mondo che non conosce, trascorrendo l’estate a casa di un amico che ha conosciuto in ospedale, tra  gite in barca, nuotate e falsi amori.

Credo che chiunque di noi e mi riferisco a quelli nati negli anni sessanta, possa ritrovare in questo romanzo un pezzetto della propria adolescenza, quello che pensava di aver dimenticato e che invece torna vivido come una foto appena scattata.

Una scrittura lineare e asciutta, con molte citazioni dialettali, che arricchiscono la narrazione.

Un buon libro da leggere con leggerezza sotto l’ombrellone.

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