
a cura di Isabella Cavallari
Amici Lettori,
è con immenso piacere che vi parlo di REVENHUNT, il romanzo di genere urban fantasy – che poi potrebbe anche rientrare nel paranormal – scritto da Bellard Richmont e pubblicato con la casa editrice I.D.E.A.
Buona lettura!
Devon Hunt ed Elise Negan sono due giovani innamorati che acquistano una nuova casa dove andare a vivere insieme, grazie all’aiuto dell’amico Steven che è agente immobiliare.
In poco tempo scoprono che in quella casa è morto un uomo, un po’ di tempo prima, e la giovane donna, che è sensibile agli affari paranormali, inizia ad avvertire sensazioni strane.
Per cercare di fare luce su qualcosa che ha dell’insolito Elise chiama l’amica Babet, che è esperta in faccende esoteriche essendo appassionata e studiosa del mondo dell’occulto.
I tre amici decidono di fare una seduta spiritica utilizzando l’antica tavola Ouija di Elise per cercare così di capire se davvero vi è una qualche presenza in quella casa, o si tratta solamente di superstizioni.
L’amico Steven diventerà l’anello di congiunzione tra la storia dei nostri tre amici e quella di Sarah Blair e del suo compagno Mayers, due Agenti della Narcotici che stanno indagando su un grande caso di stupefacenti, prostituzione, soldi e fanatismo dietro a quelli che dicono di essere i Figli di Asmodeo.
Ho volutamente scelto di non eccedere nel raccontare la trama poiché essa stessa saprà coinvolgervi mano a mano che leggerete questo bellissimo libro.
Sì, avete visto bene: bellissimo!
Partiamo dalla forma: Bellard Richmont sceglie il presente narrativo ed è azzeccatissimo.
Ammetto che ero super scettica, quando ho iniziato a leggere il volume riscontrando questa particolarità. Andando avanti, però, mi sono resa conto che è l’idea migliore per coinvolgere il lettore e farlo sentire lì, presente, nel racconto. Proprio in quel preciso momento in cui accadono i fatti.
Il coinvolgimento del lettore, poi, viene ulteriormente effettuato grazie allo stile sensoriale dell’intera storia: è una delle cose che ho colto nella lettura delle prime cinquanta pagine. Non solo succedono molte cose e vengono messi in ballo tantissimi ingredienti, ma si comprende come la sfera emotiva sia quella che Richmont sceglie per tenere viva l’attenzione del lettore.
Ricordo bene quando lo intervistai in occasione della tavola rotonda horror durante il Festival dell’Outsiders – primavera 2021, ndr – perché sia Lui che gli altri ospiti confermarono come la parte emozionale sia fondamentale, per proporre un buon testo ai lettori, dovendo proprio giocare su sensazioni di ansia, nervosismo, paura, tensione e tutta quella sfera particolare che, quindi, è capace di tenerti sulle spine.
Lui ci riesce. Riesce benissimo a farti percepire le emozioni che desidera inculcarti.
Non solo crea una storia che necessita di venir letta per poter essere capita – perché all’inizio lui mette in mezzo gli elementi che paiono quasi essere alla rinfusa, per poi riallineare ogni asse durante lo svolgimento degli eventi – ma ti permette di cogliere gli stati emotivi dei personaggi mano a mano che essi stessi li vivono.
Io stessa ho colto l’entusiasmo di Steven nel momento di massimo splendore della sua carriera, ma anche lo scoramento di Devon quando non riesce a trovare un lavoro. Ho sentito la frustrazione di Sarah che ancora non ha risposte di quanto avvenuto in passato, ma anche la preoccupazione di Elise quando si accorge che il suo fidanzato è cambiato…
I personaggi – tutti direi, nessuno escluso – crescono durante la storia, affrontando situazioni particolari, rischiose, drammatiche ed avventurose, facendo una vera e propria evoluzione e permettendo al lettore di immedesimarsi meglio ora in una, ora nell’altra vicenda che viene raccontata.
I capitoli, corti e dal ritmo tipico del thriller, vengono proposti al lettore intrecciando le trame e permettendo un certo dinamismo, dando così vigore ad una trama che rivela colpi di scena mano a mano che le questioni si infittiscono: interessante la sua interpretazione dell’Altro Mondo, curiosa la leggerezza del velo e affascinante l’idea – forse questa è l’unica cosa che non è totalmente nuova – che esista un limbo ove le anime, che ancor debbono completare qualcosa, vagano finché non possono essere libere di godersi il mondo dei morti.
Delicato e crudo al tempo stesso, giacché offre due piatti di una bilancia molto particolare, è un libro che ho letto in pochi giorni poiché avida di scoprirne il perfetto finale.

di Bellard Richmont
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RevenHunt è un romanzo urban fantasy con venature thriller e horror, all’apparenza, nelle primissime pagine, può sembrare un libro qualsiasi, poi la storia di Devon Hunt evolve e ti scava nell’anima. Sette segrete, indagini di polizia, omicidi… Cosa c’entra Devon, semplice tatuatore di Cross Road?
Una città, due mondi.
Un corpo, due anime.
Una vendetta consumata sul filo che divide il thriller dall’horror.
«Ora ti faccio una domanda, ragazzo. Ma tu che cazzo ci fai qui? Tu non sei come i figli di puttana che mi stringono la mano ogni sera. Sei uno che aveva una vita normale.»
Cos’è cambiato in Devon?
«Qui la gente si vende, si compra e muore.»
Un urban fantasy che parla dell’amore oltre l’odio e di una vendetta covata per anni.
«I morti devono stare con i morti, ragazzo. Hai già visto quel che succede dall’altra parte, giusto?»