“La Bara d’Argento” – Peters Ellis

Lettori del Bosco,

come avete potuto vedere sulla mia bacheca di facebook ho acquistato in questi giorni il romanzo La Bara d’Argento, scritto da Peters Ellis: un giallo medievale, interessante e particolare. In verità avevo preso in mano, tra gli scaffali della libreria dell’ipercoop, il libro Il Novizio del Diavolo, sempre della stessa collana ma il quarto libro dell’intera serie. Ho così guardato bene e ho pensato “Iniziamo la serie dall’inizio!” motivo per cui, avendo trovato il primo libro, l’ho messo nel carrello.

Non ho resistito, appena arrivata a casa ho dovuto cominciarlo e l’ho finito in pochissimi giorni.

Titolo: La Bara d’Argento

Autore: Peters Ellis

Collana: Le indagini di Fratello Cadfael

Editore: Tea Libri

Uscita: prima edizione 1991

Pagine: 193  

Prezzo: 8,60 €

Formato: Cartaceo

ISBN: 9788850224593

Nella serena atmosfera di un monastero inglese, un monaco sta accudendo le sue piante medicinali. È fratello Cadfael, un tempo marinaio, poi crociato, ora padre erborista dell’abbazia benedettina di Shrewsbury. Mite, paziente, devoto; un sant’uomo, con una particolarità: è il più grande detective che le cronache medievali ricordino. Il possesso delle reliquie di santa Wìnifred ha scatenato una controversia fra i monaci di Shrewsbury e gli abitanti di un pacifico borgo del Galles. Dopo le trattative, e le minacce, a complicare le cose viene scoperto il cadavere di Rhisiart, il principale oppositore dei monaci. Sulla piccola ma combattiva comunità sembra abbattersi la maledizione della santa. Ma fratello Cadfael non si accontenta delle apparenze e, tra sospetti, reticenze e falsi indizi, riuscirà a far luce su un caso complicato e imbarazzante.

Io l’ho letto: ecco cosa ne penso!

Fratello Cadfael, dal passato avventuroso e particolare, ha trovato la pace dei sensi e dello spirito come monaco, in un’abbazia inglese, dove si dedica con molta cura all’orto ed all’erboristeria, addestrando due novizi nell’arte erboristica. E’ un periodo storico, questo, dove i monasteri sono alla ricerca di reliquie con cui migliorare l’afflusso dei pellegrini e poter così sperare nell’aumento dei fondi del luogo sì da garantirsi un migliore autofinanziamento e gestione pecuniaria.

Fatto sta che, durante la riunione dei frati, uno dei novizi, tale Columbanus, si sente male: in preda a convulsioni, viene così portato in infermeria ed accudito giorno e notte dal vice priore Richard. Sarà durante quest’insolita veglia che il vice priore s’imbatte in una visione: pare infatti che lo spirito di una Santa, le cui spoglie giaciono in una piccola comunità del Galles, abbia promesso la guarigione del frate e che desideri, quindi, venir traslata sino nel convento affinché i monaci possano darne degna attenzione.

Inizia così il viaggio sia per ottenere il permesso dal Re e della Curia per poter trasportare i resti della Santa, sia per raggiungere la comunità che attualmente la ospita: qui il parroco, padre Huw, spiegherà al priore Robertcome sia necessario e doveroso interpellare i fedeli e chiedere a loro il permesso, giacché molto vicini e devoti alla Santa, senza la loro approvazione quelle già ottenute perdono di valore. Sarà in quest’occasione che il priore Robert si troverà a dover fare i conti con Rishiart, un facoltoso del luogo, molto rispettato dalla popolazione, che farà del suo meglio per opporsi ai voleri di chi, con troppe pretese, solo desiderano ‘rubare’ qualcosa che non li appartiene.

Che questo desiderio da ottenere possa trasformarsi in un movente per omicidio? Fatto sta che il giorno stabilito per poter meglio disquisir della cosa, e consentire così al priore Robert di confrontarsi con il signor Rishiart, quest’ultimo non si presenta all’appuntamento e viene ritrovato cadavere durante la strada per raggiungere la curia. La scena del crimine mostra degli indizi tutt’altro che difficili da comprendere, incriminando sin da subito quello che è, in realtà, un grande lavoratore e stimato aiutante del defunto.. Sarà proprio fratello Cadfael, che partecipa alla spedizione grazie alle competenze linguistiche potendo così proporsi come traduttore, a far luce sulle verità nascoste.

Chi è stato ad uccidere Rishiart?
Riusciranno i monaci a portare la Santa alla loro abbazia?
Che ne è della salute del povero Columbanus?

Peter Ellis scrive il romanzo storico con capacità e padronanza di linguaggio tali da consentire al lettore di venir totalmente assorbiti dall’ambientazione: un libro che, in pochi giorni, riesce a catapultarti nell’Inghilterra del XII secolo, coinvolgendoti nelle situazioni delle abbazie, dei feudi e in quelle comunità religiose che hanno ambizioni e terreni da gestire.

Nonostante la scelta di inserire molti personaggi – cosa che a volte rende difficile ricordare bene i ruoli – in questo libro il lettore riesce a gestirsi abbastanza bene, potendo così non solo apprezzare le scelte delle parti, ma anche comprendere bene ogni passaggio: ambizione, sogni, desideri, questi sono alla base dell’intera storia, capace così di smuovere coscienze e far riflettere.

E’ solamente il primo, ma a me è piaciuto moltissimo!

Sono già a caccia del secondo..

1 commento su ““La Bara d’Argento” – Peters Ellis”

  1. Fratello Cadfael è sempre una garanzia! 🙂 Tra l'altro hai colto una cosa che ha sempre colpito tanto anche me… E' vero, i suoi libri hanno sempre un sacco di personaggi! Però è vero anche che si arriva a gestirsi… Fratello Cadfael è da consigliare sempre 😉

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