Amici del Bosco,
come dico in questi giorni mi do da fare affinché l’estate possa essere utile per sfogare i miei desideri letterari e, quindi, divorare quello che ho malamente lasciato in sospeso. Devo dire che fa bene. Il bello dell’essere book blogger è conoscere nuove realtà narrative, scoprire autori in erba e apprezzare diverse capacità di comunicazione.. ma il tasto dolente è il dover mettere da parte i libri scelti per sé. L’idea di sospendere le attività temporaneamente, sia per mettersi in pari che per spaziare tra i titoli desiderati, è una splendida cosa: questo infatti mi consente di progredire nei libri che ho messo in lista di recente.. L’Abbazia dei Cento Peccati è uno di questi: primo capitolo della nuova saga del thrillerista ferrarese Marcello Simoni, il romanzo è un thriller storico decisamente diverso rispetto alla saga del Mercante di Reliquie. Il secondo capitolo è uscito ai primi di luglio, questo invece risale all’anno scorso.. Mi sono dilungata già troppo.. meglio se passo subito a presentarvi il libro!
Autore: Marcello Simoni
Titolo: L’Abbazia dei Cento Peccati
Editore: Newton Compton Editori
Formato: Cartaceo e Digitale
Pagine: 336
Prezzo: 9.90 € il cartaceo – 4.99 € l’ebook
ISBN: 9788854167544
È l’agosto del 1346, quando il valoroso Maynard de Rocheblanche, sopravvissuto a una disfatta militare, entra in possesso di una pergamena con un enigma vergato. Quell’oscuro testo fa riferimento a una reliquia preziosa, avvolta nel mistero, il Lapis exilii. Sono molti coloro che hanno interesse a impossessarsene, primi fra tutti un ambizioso cardinale di Avignone e il principe Karel di Lussemburgo, desideroso di farsi incoronare imperatore. Per non far cadere l’inestimabile documento in mani sbagliate, Maynard sarà costretto a fuggire. Si recherà prima a Reims, presso la sorella Eudeline, badessa del convento di Sainte-Balsamie, poi nell’abbazia di Pomposa. Proprio lì avverrà il fortunato incontro con l’abate Andrea e il giovane pittore Gualtiero de’ Bruni, insieme ai quali proverà a scoprire la verità sulla reliquia. L’unico a conoscerla, tuttavia, è un monaco dall’aspetto deforme, che ha carpito il segreto del Lapis exilii da un luogo irraggiungibile, il monastero di Mont-Fleur…
L’ho letto: ecco cosa ne penso!
Maynard de Rocheblanche, nobile e cavaliere a servizio del Re di Francia, in seguito ad una disfatta militare entra casualmente in possesso di una pergamena contenente un enigma ed un anello con una effige particolare e per Lui sconosciuta. Il misterioso enigma è scritto in latino e si riferisce al Lapis Exili: ne ha infatti conferma consultando la sorella Eudeline, badessa nel convento di Sainte-Balsamie, a cui però riferisce pochissime informazioni. La lascia così occuparsi di un amico di ventura – Robert de Vermandois – ferito durante un’imboscata e, deciso a capire meglio di che si tratta, parte per cercare nuove informazioni.
Non è l’unico, però, a voler scoprire quel che si cela dietro la particolare reliquia: un ambizioso cardinale di Avignone sembra intenzionato a voler mettere le mani sul prezioso talismano per scopi tutt’altro che insoliti. Sarà infatti Lui ad infiltrare una giovane novizia tra le mura del convento di Sainte-Balsamie in modo da spiare i movimenti della badessa, mentre il cavaliere conduce il proprio destriero sino all’Abbazia di Pomposa grazie ad alcune indicazioni scoperte per strada: qui conoscerà il priore Andrea ed il pittore Gualtieroe, a causa sua, uno spiacevole equivoco viene messo in atto dalle autorità del luogo, sconvolgendo così gli equilibri di quel santo luogo neutrale persino agl’occhi del Vaticano.
Ma cosa, in realtà, si cela dietro la reliquia rinvenuta da Maynard?
Cosa muove, realmente, le scelte del cardinale?
Perché tanto mistero dietro un enigma antico?
Con un ritmo coinvolgente, ancora una volta Marcello Simoni conferma le sue conoscenze storiche e le sue capacità comunicative: il romanzo apre la saga, difatti risulta essere incompiuto perché si lega al libro successivo, e si rivela incalzante e accattivante. Non solo il mistero che avvolge la reliquia è ben fatto, rendendolo così piacevole e capace di creare la suspance, ma anche l’atmosfera che avvolge l’insieme è davvero ben costruita.
Il personaggio di Maynard è ‘un figo’, e lo si capisce dai primi capitoli: non solo perché cavaliere – e quindi nella nostra concezione è il buono per eccellenza – ma anche perché si dimostra audace, coraggioso e sprezzante persin del dolore; le monache si scoprono essere non solo donne di fede, ma anche decise e determinate là dove serve.
Eudeline, che ha un passato delicato alle spalle, si riscatta a metà romanzo ed anche Lei viene messa in luce in maniera diversa, dimostrandosi un bel personaggio.
Quanto al Cardinale arrivista ed ambizioso beh.. che male c’è?
Qualcuno ha dichiarato di non apprezzare certe scene, perché forse un po’ troppo calde o forse un po’ ambigue, eppure anche in quel momento l’autore ha dimostrato capacità di narrazione, descrivendo eventi delicati e forti al contempo senza scadere nella banalità e nella volgarità, perfettamente coerente con l’ambientazione – e si sa.. a volte persin moderna, come situazione!
Altri sono i personaggi secondari, per questo libro, che sicuramente saranno tirati in ballo nel secondo dove ne usciranno di nuovi, più che giusto..
Leggerò a settembre L’Abbazia dei Cento Delitti perché ho la versione cartacea ma non ce l’ho dietro e non sono a casa, al momento.. sfrutterò il tempo per leggere qualcos’altro e non pensare troppo a quel che, invece, non vedo l’ora di scoprire!
Ah ecco, non mi sbagliavo..! Esiste un'altra 'abbazia dei cento'.. di Simoni.. quando l'hai citato nel domino ero sicurissima di averlo già sentito, il titolo.. Bacione