Amici Lettori, buonasera!
Lo so, sono indietro con le recensioni ma.. cercate di capirmi! XD
Non è facile riuscire a comunicare bene quello che i libri riescono a creare, ci sono momenti poi dove mi sono rifugiata nelle pagine senza, però, riuscire a mettere per iscritto ciò che sentivo.. ecco, farò del mio meglio per smaltire gli arretrati, che poi sono comunque letti! 🙂
Riprendo con piacere le mie attività grazie alla lettura del libro INFELICI e SCONTENTI edito da Les Flaneurs e scritto da Alice Chimera, che ho conosciuto in occasione della Christmas Challenge che organizzò quasi due Natali fa insieme a Diletta Brizzi.
Non ci conosciamo moltissimo, né parliamo molto a dire il vero: sì, ci seguiamo su facebook ma non posso dire che siamo ‘amiche’ o che ci si frequenti perché direi una menzogna immensa. Rimane il fatto, però, che quando ho saputo dell’invio del manoscritto e della pubblicazione di Infelici e Scontenti fui molto contenta: è bello vedere che chi ama i libri e le storie riesce anche a comunicare qualcosa di più, coltivando ed accudendo un suo progetto e, quindi, passando da semplice lettore a scrittore. Ho letto la quarta di copertina e, oltre ad ammirare la bellissima cover, sono rimasta colpita: rivisitare un finale non è mai facile, soprattutto per storie grandi come possono essere quelle che, con la Disney, conosciamo tutti. Per questo motivo è entrato diretto nella mia wishlist e ho chiesto alla CE la possibilità di averne una copia: appena ottenuta l’ho iniziato: volevo troppo sapere cosa celassero quelle pagine…
INFELICI E SCONTENTI
di Alice Chimera | Les Flaneurs Edizioni
Isbn: 978-88-99500-15-3 | 216 pagine | 14.00 €
Nell’immaginario collettivo le fiabe possono finire solo con il classico “… e vissero felici e contenti”. Eppure, chi non si è mai chiesto cosa è successo dopo? Che cosa accadde a Belle dopo la rottura dell’incantesimo? Jasmine, che ha sempre sognato di scappare da palazzo, è felice della sua vita? I racconti si aprono sul finale disneyano che conosciamo tutti e proseguono con la narrazione di fatti tenuti nascosti: l’eroina diviene fautrice della propria infelicità. Cenerentola si ritrova sposata con un principe che la considera un giocattolo sessuale, Ariel scopre che non è diventata davvero umana e che le manca la possibilità di procreare, Alice, che avrebbe voluto crescere e diventare donna, si ritrova a rimpiangere il Paese delle Meraviglie e la spensieratezza dell’infanzia… Agli occhi delle protagoniste, una scelta: assecondare la sfortuna e stringere i denti oppure sfidarla e soccombere.
Non è detto che le cose siano esattamente come ce le immaginiamo noi. Soprattutto quando si scoprono situazioni che, diversamente, non avremmo mai saputo. Siamo abituati che nelle favole o nelle fiabe il finale sia roseo, eppure… eppure non potremmo mai saperlo. Mai.
Chi penserebbe mai che la mela divenne per Biancaneve quasi un’ossessione?
E la bellissima Ariel? Siamo davvero convinti che si sarebbe accontentata di vivere solo d’amore per il suo bel principe? La Bella e la Bestia poi, sciolto l’incantesimo così terribile cos’altro avrebbe mai potuto succedere?
Cenerentola, che grazie ad una scarpetta da serva diventa regina, cosa potrebbe mai volere di più? E Jasmine, circondata dall’affetto dell’intraprendente marito, perché mai dovrebbe poter soffrire? Aurora ha sposato Filippo senza fare i conti con la famiglia di Lui e… Alice, galeotto fu quel viaggio nel Paese delle Meraviglie tanto che Lei non riesce a stargli lontana.
Cos’hanno in comune tutte le nostre eroine?
Hanno un finale non tanto ‘anomalo’, quanto ‘inaspettato’: non perché Alice Chimera abbia voluto divertirsi con la storia delle giovani principesse e protagoniste, quanto poiché molto spesso giudicare il libro solo dalla copertina è troppo azzardato e troppo frettoloso. Dire che “Tizio è fortunato perché ha sposato Caia e ora fa una bellissima vita” beh.. non è detto corrisponda alla verità: ognuno di noi ha degli scheletri nell’armadio, purtroppo sempre più spesso sono vere le possibilità che vi sia ben altro oltre ciò che siamo abituati a vedere solo con gli occhi.
“Ogni consiglio giusto può aiutarci a superare le vie scoscese e, se non dimentichiamo chi siamo, possiamo fare quello che vogliamo ed essere eternamente felici.”
I racconti sono collegati non solo dal fatto che partono dal finale Disney a cui siamo sicuramente tutti molto legati, ma poiché in ogni avventura ci sono messaggi ben chiari e decisi che arrivano dritto al cuore e fanno davvero molto pensare.
La storia che mi è piaciuta di più è stata quella di Cenerentola: il suo finale, per quanto infelice sia, è un qualcosa che probabilmente avrei fatto anche io. E’ molto concreto, ed è spinto da qualcosa di decisamente devastante ed insopportabile che, povera Cenerella, nemmeno poteva minimamente immaginare e che forse non avrebbe avuto altra alternativa!
Quella secondo me più triste è quella di Ariel, poiché non solo permette di riflettere su come sia difficile e insufficiente, talvolta, vivere solo d’amore, ma anche di come sia doloroso, talvolta, non sentire il senso di completezza e sentirsi inadeguata in certe situazioni.
Quella che invece mi ha colta di sorpresa perché proprio non me l’aspettavo una possibilità tale, è quella di Alice nel Paese delle Meraviglie: a me il cartone della Disney non piace e a causa di quello non ho mai nemmeno letto il libro. Questo finale, però, è decisamente ‘bizzarro’ nella sua originalità sebbene delicato e da rispettare, come tutti gli altri finali.
Ogni eroina ha fatto delle scelte, magari a scatola chiusa, senza sapere a cosa andava incontro, convinta di aver finalmente conquistato un presente molto più migliore del passato… ma è anche vero che, proprio prendendo a scatola chiusa, proprio convinti che il fondo lo si è già toccati, si rischia di non avere gl’occhi abbastanza aperti da infilarsi in situazioni poi così estreme ed irrisolvibili.
Alice Chimera rende le protagoniste delle favole molto meno ‘inarrivabili’ e decisamente più ‘terrene’, caratterizzandole, inserendo timori, incertezze, dubbi e qualsivoglia emozione che dai Cartoni Animati non arriva senz’altro. Le fa vivere, le rende umane, in modo tale possano staccarsi dalla pellicola e toccare con mano le difficoltà e le normalità che giovani donne possono percepire.
Un bellissimo libro, ricco di riflessioni, metafore, situazioni moderne e fonti da cui le storie che conosciamo sono nate e si sono ispirate.
Lo consiglio molto, chiaramente non si deve aver paura di qualche descrizione un po’ strong e decisa poiché l’autrice, dove necessario, non gira intorno alle situazioni ma le rende assolutamente non fraintendibili! 🙂