“Senza Ragione Apparente” di Grazia Verasani [Recensione]

Amici Lettori,

quest’oggi vi propongo la recensione di un giallo italiano, firmato Feltrinelli, scritto da Grazia Verasani: il libro s’intitola Senza Ragione Apparente ed affronta, con un ritmo coinvolgente, una serie di situazioni molto delicati.

Letto per la collaborazione con ThrillerNord, vi spiego subito di che si tratta!

SENZA RAGIONE APPARENTE 

di Grazia Verasani

Ed. Feltrinelli – 13.00 € il cartaceo – 208 pagine – giallo

Autunno. Sullo sfondo di una Bologna umida e grigia, Giorgia Cantini lavora al
suo nuovo caso. Emilio, studente diciassettenne in un liceo della città, si è
suicidato senza ragione apparente, lasciando solo un laconico messaggio:
“Sono stanco”. A otto mesi dal fatto, la madre di Emilio è decisa a
trovare i responsabili morali. Giorgia si immerge così in un universo
adolescenziale di serate passate ad ascoltare musica hip hop, fumare canne e
chattare, con i primi amori che nascono e l’ansia del futuro. Ed è una stagione
decisamente malinconica quella in cui Giorgia si dibatte, perché ci sarà un
secondo suicidio sospetto e l’incubo di una notte in cui forse è accaduto
qualcosa di irreparabile. Senza contare la confusione degli adulti, il crollo
delle facciate dietro cui si nascondevano, la finzione in cui sono calati e di
cui i figli sono le vittime predestinate. In uno scenario di precarietà di valori
e sentimenti, e in una Bologna specchio di un paese sempre più in crisi, si
muove Giorgia. Vicino a lei, la sua surreale assistente Genzianella e il capo
della Omicidi Luca Bruni, con il quale convive da pochi mesi, anche se il loro
rapporto è ancora un’incognita. E Mattia, il figlio sedicenne di Bruni, che
aiuterà Giorgia a capire qualcosa in più di una generazione costretta a
muoversi in un mondo sempre più ambiguo, dove le apparenze non sono più
salvabili e il senso delle cose è sempre più indecifrabile.


L’Ho Letto: Ecco Cosa Ne Penso!

Giorgia Cantini è una investigatrice privata che vive e
lavora a Bologna. L’agenzia, aperta inizialmente insieme al padre, sopravvive
grazie ad alcuni piccoli casi che, tra l’altro, sono ormai di routine.. tutto
prende vita, però, dopo la visita della signora Matera che presenta alla donna
il caso di suo figlio Emilio: studente diciassettenne al liceo cittadino, morto
suicida otto mesi fa.

“Un genitore non può darsi pace dell’infelicità di un figlio.”


La madre, distrutta dal dolore, spiega a Giorgia come alcune
cose paiono strane, come vi siano degli elementi ancora inspiegabili che, però,
la Polizia non sembra voler seguire avendo già dichiarato chiuso il caso. Tutti
i dettagli e le informazioni che la donna fornisce all’Investigatrice si rivelano
una mazzata fortissima e Giorgia, mossa da empatia – è una donna sensibile
davanti a certe situazioni, leggendo si scoprirà il perché – verso questa
madre, accoglie la sua richiesta ed avvia le sue indagini.

Non è facile indagare e riaprire vecchi casi quando si
condivide la vita con il capo della Omicidi, Luca Bruni: Giorgia, infatti, non
solo deve fare i conti con questa novità che sconvolge la sua solita vita da
‘single’ – già, perché da poco convive con l’uomo – ma si troverà ad affrontare
in diverse manche la delusione e la sconfitta della moglie di Bruni che, più
volte, cerca di adoperarsi per dipingere l’ex marito in maniera tale da sperare
(forse!) che la nuova compagna lo scarichi presto e Lui rientri a casa.

Non solo il Bruni è un padre prossimo alla separazione e
Mattia, il figlio, è un adolescente che sta perdendo i punti di riferimento
utili alla crescita, grazie al nuovo caso su cui lavorare Giorgia esplora un
mondo tutto nuovo, un mondo delicato e ricco al tempo stesso: costretta ad avvicinarsi
agli adolescenti per poter scoprire cos’abbia portato Emilio ad un gesto così estremo,
oltre che preciso. La prima parte del lavoro di Giorgia si rivela essere
complicato: le indicazioni fornite dalla mamma di Emilio non hanno fondamento,
e pur conoscendo alcuni amici e cercando di sondare il terreno, anche la nostra
investigatrice arriva ad un punto morto, tanto da pensare di chiudere il caso,
consapevole di non poter fornire elementi alla donna che gliel’ha
commissionato.

Sarà il secondo evento, che vede Valerio Britti – amico di Emilio – gettarsi
giù da una finestra del liceo e togliersi la vita in quel modo, a scuotere
Giorgia da quella sua decisione.

“Si può morire di talento sprecato, se non ci si adatta a una vita che
se ne frega dei meriti.”


Decide così di rimettersi nuovamente in marcia e cercare di
capire cosa possa essere successo: con l’amicizia inaspettata di Mattia,
Giorgia potrà cogliere certi dettagli utili alle sue indagini e, quindi,
risalire ad eventi agghiaccianti di diversi mesi prima.. scoprirà cosa ha
spinto i due giovani a morire, pur di rispettare un patto o un rapporto di
amicizia; scoprirà quanto spesso l’apparenza sia frivola e come il mondo
giovanile si attacchi a questa necessità di essere ciò che non si è.

“Dovremmo dirgli che la fragilità non è un difetto e che sentirsi
inadeguati è un male comune.”


Un bellissimo giallo, che apre gli occhi al mondo dei
giovani e delle famiglie
: perle di saggezza vengono proferite sia dagli adulti
– insegnanti, genitori e non solo – che troviamo nel romanzo, sia dai giovani
che sempre più sono alla spasmodica ricerca di punti di riferimento, di fari
nella notte, di mani a cui aggrapparsi per percorrere il sentiero della
crescita condividendo lo sforzo con qualcuno di cui fidarsi.

Giorgia non solo è investigatrice e, quindi, impegnata in
prima persona nelle indagini, ma è anche una donna, con uno spiccato senso
critico, con capacità di intuizione molto brillanti e con un trascorso
tutt’altro che roseo: sensibile ad eventi come questi, dimostra tenacia nel
voler trovare una spiegazione a ciò che, a conti fatti, effettivamente mancava
di qualcosa.


Libro letto tutto d’un fiato, in pochissime ore, dal ritmo
coinvolgente ed incalzante, offre tantissimi spunti di riflessioni e frasi
molto piacevoli
. Narrato per intero dal personaggio di Giorgia, tocca molti
argomenti attuali, moderni, senza sminuirli: adatto ad amanti del giallo, ma
anche a genitori ed adulti che, ancora, non sanno come interfacciarsi con i
propri figli. La sfera del figlio e quella del genitore non sono poi così
diverse: basterebbe si sfiorassero di più, ogni tanto, per cercare di
comunicare laddove ancora il muro del silenzio non è stato scalfito.
Parlare è
importante, confrontarsi pure, ma è la fiducia a non dover mancare mai.. reciprocamente.

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