“Urla nel silenzio” di Angela Marsons [Recensione]

Salve a
tutti amici lettori e benvenuti a questa nuova recensione. Oggi si cambia
genere e vi parlerò di un thriller poliziesco, si tratta di Urla nel silenzio
di Angela Marson edito dalla Newton Compton (della collana nuova narrativa
newton.

Urla nel silenzio

 di Angela Marsons

Editore Newton
Compton, collana nuova narrativa newton| pagine 375

  Genere: Thriller/Poliziesco – Anno di pubblicazione 2016 

 

Cinque persone circondano una fossa vuota. A turno, ognuno di loro è costretto a scavare per dare sepoltura a un cadavere. Ma non è il corpo di un adulto, è troppo piccolo. Una vita innocente è stata sacrificata e un oscuro patto di sangue è stato siglato. E il segreto delle cinque persone sarà sepolto sotto quella terra. Anni dopo, la direttrice di una scuola viene uccisa brutalmente: è il primo di una serie di agghiaccianti delitti che stanno insanguinando la regione di Black Country, in Inghilterra. Nel corso delle indagini, ritorneranno alla luce anche i resti del corpicino sepolto tempo prima da quel misterioso gruppo di persone. La detective Kim Stone viene chiamata a indagare per fermare il killer prima che colpisca ancora. Ma per farlo, dovrà confrontarsi con i demoni del proprio passato…




L’ho letto cosa ne penso?

 

Urla nel silenzio si colloca in quel genere di libri più
“macabri” dei libri gialli normali, e che mostra le procedure lavorative di una
squadra investigativa in un’area dell’Inghilterra ovvero una zona denominata Black
Country. Come per molti romanzi simili avremo quindi un normale omicidio che si
collegherà a vari avvenimenti concatenanti che porteranno alla soluzione del
caso.

Di base quindi non stiamo parlando di una trama articolata; inoltre, a differenza
di molti altri libri con la stessa tipologia di sviluppo della trama, essa non ci
porterà a grandi scoperte nascoste del genere umano; però il libro funziona e
funziona anche bene. Ci sono molti punti a favore della storia, la scrittura,
il punto di vista della protagonista, la detective Kim, l’approccio al caso e
l’evoluzione del tutto fino a giungere alla sua conclusione e il finale;
l’atmosfera che troveremo, i personaggi che s’incontreranno, e le conseguenze
delle varie azioni sono ben scritte e hanno una logica nell’evoluzione della
storia, che non è nemmeno banale e ti porta a tenere gli occhi incollati su
quelle pagine per scoprire chi è il colpevole di tutto quello che è avvenuto,
senza dimenticare che le prove per far capire a noi lettori il finale ci sono;
non sono esplicite, ma non sono inespresse, come può avvenire in altri romanzi
gialli, sono insomma mescolati a regola d’arte con la storia in generale, in
modo da lasciarti sorpreso per quello che leggi ma dandoti un senso di
comprensione come conseguenza da quello che avevi letto prima. Ma andiamo con
ordine.

Ciò che c’è di buono

La prima cosa che mi è veramente piaciuta finito il libro è
come l’autrice caratterizzi l’ambiente attorno a noi; la storia si estenderà
tutta per una zona dell’Inghilterra, precisamente nel nord-ovest di Birmingham,
più precisamente quella che viene definita la Black Country; un’area del Regno
Unito in forte crisi, fiorente un tempo per via dell’estrazione del carbone, oggi,
luogo in forte depressione. Ogni zona che verrà visionata per le indagini, ogni
quartiere, ogni area urbana o no, verrà descritta sia geograficamente, ma anche
storicamente facendo capire il forte interesse dell’autrice a far comprendere
il luogo dove si svolge la storia; un luogo chiuso, vuoto di speranze dove vi è
un forte degrado e dove la polizia deve combattere contro molte problematiche.


Questo ricade poi sulla vita professionale e privata della protagonista, la
detective Kim, che non si ferma davanti agli ostacoli per risolvere un caso, e
questo gli costa spesso dei problemi con il suo superiore, perché spesso
rischia di mettere nei guai i suoi colleghi di lavoro.



“Un giorno o l’altro il suo istinto si sbaglierà e lei dovrà
affrontarne le conseguenze. È una sua scelta. Ma deve pensare anche alle
persone che lavorano con lei. La sua squadra nutre un profondo rispetto ve per
lei e si farebbe trascinare in qualsiasi situazione pur di proteggerla e di
guadagnarsi la sua stima”.



Il caso
che viene raccontato poi tocca molto Kim perché si andranno a toccare questioni
che si ricollegano al suo passato vissuto in un orfanotrofio, sballotto lata da
una famiglia all’altra; a ogni nuovo macabro indizio che si scoprirà della storia,
la detective sarà sempre più determinata a fermare l’assassino colpevole di
quello che stava avvenendo e che era avvenuto nel vecchio orfanotrofio di Crestwood.

Altra
cosa che mi è piaciuta molto nella lettura è lo svolgimento della storia; non
parlo della scrittrice (che devo dire comunque molto fluida e scorrevole) ma
parlo dello svolgimento del caso, di come Kim e il suo team lavorino per
trovare il bandolo della matassa, di come si muovono i poliziotti delle indagini,
gli interrogatori e delle figure esterne chiamate per svelare i dubbi più
complessi: parlo di archeologi, antropologi forensi medici della scientifica e
altri; ovviamente è tutto romanzato ma da un senso di realismo accentuato dalle
forti descrizioni che troviamo in ogni parte della storia; dalla semplice
descrizione di una persona alla provenienza universitaria di un collaboratore. In
effetti, credo che questi punti positivi di cui ho parlato si possano essere
tutti raggruppati definendo come il realismo della storia sia palpabile per
quanto sia un romanzo, per quanto sia un poliziesco con alcune leggere
forzature, quello che permea tutto il libro è una solida descrizione realistica
voluta dall’autrice.

Cosa mi ha lasciato perplesso

Devo dire che questo libro mi ha colpito molto in positivo e
non ho trovato dei difetti realmente pesanti nella storia, direi che ho notato
delle lacune minimali.

La prima che ho notato alla fine della lettura, sono
alcuni capitoli del libro scritti in corsivo; non voglio anticiparvi nulla
della storia o dello sviluppo della stessa quindi mi terrò il più possibile sul
vago. Alla fine della lettura li ho trovati forse un po’ di troppo questi
capitoli; ovvio essi sono utili per dare nuovi dati e informazioni ai lettori,
ampliare la visione della storia; li ho trovati anche molto ben scritti, ma
alla fine ho pensato fossero un’aggiunta che non servisse alla storia che si
stava raccontando; un bonus quindi, che non dico sia una cosa negativa, ma l’ho
trovata… come dire, strana, ì visto che questo genere di capitoli, scritti in
questo modo, mi lasciano sempre un po’ confuso.

La seconda cosa è la
caratterizzazione dei personaggi; intendiamoci i protagonisti che girano
attorno a Kim, hanno una loro personalità ma visto l’alto numero di personaggi
presenti a un certo punto della storia, forse avrei preferito vedere delle caratterizzazioni
maggiori. Comprendo che la protagonista su cui ci si doveva concentrare fosse
Kim, ma si notano personaggi che appaiono a inizio della storia per scomparire
di scena, altri che appaiono solo per certe questioni per poi tornare nel
sottobosco della storia… Insomma in tal caso poteva essere fatto un pelino di
più.

Infine come ultima cosa, ma questo è un problema congenito temo nei
thriller o libri gialli, la concatenazione casuale degli eventi. Si parte da un
caso, questo caso si evolve in un certo modo, si scopre un’unica cosa che apre a
eventi passati o presenti di altro genere e che da il via a una macchina di
eventi che spesso è casuale, che esiste solo per portare nuovi indizi e prove
ai protagonisti; casualità fortuite o colpi di scena che porteranno alla
comprensione della situazione. Vero, questo stratagemma serve per l’evoluzione
della trama ed essendo un romanzo credo che sia l’unico metodo usabile visto
che pensandoci bene, non ne trovo di altri realmente funzionali, soprattutto
volendo tenere una certa atmosfera realistica, ma spero sempre che qualche
autore riesca a trovare qualcosa di nuovo da proporre a riguardo.

In definitiva consiglio vivamente questo Thriller, non ti
lascia deluso e la storia regge più che bene, soprattutto per come viene descritta
ogni cosa. Oltretutto, dalle parole finali dell’autrice in una lettera ai
lettori, questa dovrebbe essere la prima tappa per la detective Kim, e se
questi sono gli inizi, allora sono ottimista anche sul prosieguo.


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