L’unico Anello
Salve
a tutti lettori e benvenuti a questa nuova uscita della stanza dei giochi. Oggi
vi porto un gioco di ruolo fantasy con il gusto del classico, perché il gioco
si chiama Unico Anello, in altre parole un gioco di ruolo riguardante il mondo
di Tolkien e la terra di mezzo, il luogo dove sono stati narrati i romanzi de
“Lo Hobbit” e “Il signore degli Anelli”.
Titolo: L’unico
Anello
Autore: Maggi –
Nepitello
Editore: Giochi Uniti
Numero di giocatori:
da due in su
Genere: Fantasy
Che cosa abbiamo
davanti
L’Unico
Anello, non è il primo gioco di ruolo creato basandosi sui romanzi di J.R.R.
Tolkien. Nella storia recente vari sono stati i tentativi di creazione di un
manuale adatto al tipo di ambientazione riuscendo più o meno bene. Basti
pensare alla prima creazione del gioco ovvero GIRSA (Gioco di Ruolo del Signore
Degli Anelli) stampato nel 1984 e arrivato in Italia nel 1991, oppure Terza
era, un gdr gratuito più recente. Lo stesso gioco di Dungeon and Dragons, per
l’ambientazione, e soprattutto per le razze si rifaceva al mondo Tolkeiano, ma
nel passato più recente GIRSA è il gioco che più si è avvicinato a
rappresentare al meglio la Terra di Mezzo; soprattutto con l’uso di moduli
geografici (ovvero supplementi al manuale di base, che servivano per ampliare
la geografia e l’ambientazione del gioco stesso) molto precisi e accurati; questo
interesse verso tale ambientazione è normale; se si pensa, soprattutto molti
anni fa, a una ambientazione che più di ogni altra riesce a far viaggiare di
più la fantasia dei giocatori e dei lettori di fantasy, ecco quella è di certo
la Terra di Mezzo, Arda, e le varie terre più o meno indicate nella geografia
del mondo Tolkeiano; luoghi popolati da creature incredibili e che ha una
cronologia molto dettagliata.
Di certo quindi può essere molto affascinante per
dei giocatori avventurarsi in missioni in un luogo del genere e visitare luoghi
suggestivi, con l’aggiunta oltretutto dei film usciti nel recente passato che
parlano del Lo Hobbit e del Signore Degli Anelli. Attualmente l’Unico Anello
dispone, oltre che di un manuale base molto ampio, anche di moduli con
avventure, e soprattutto moduli geografici molto accurati, di alcune regioni
della Terra di Mezzo. In aggiunta, esiste un gioco di carte che si chiama
Hobbit Tale, il quale, può essere usato sia come gioco di società tra amici,
che utilizzato all’interno del gioco di ruolo stesso.
Ambientazione
Credo
di non dover dire molto su che tipo di ambientazione è usata, visto che ne ho
parlato fino ad ora, ma se proprio avete dubbi, eccovi il creatore di questo universo.
John
Ronald Reuel Tolkien scrittore, filologo e linguista inglese importante
studioso della lingua anglosassone e creatore di un mondo immenso. Basandosi
soprattutto sul suo interesse verso la cultura e i miti nordici, e sui suoi
studi di lingua, andando a ritrovare terminologie “arcaiche” che riusò nei suoi
romanzi, modellò lentamente i suoi romanzi e la “saga dell’anello” che vede la
sua conclusione con il finale del libro de “Il Signore Degli Anelli”. ORA
potremmo stare qui ORE a parlare di Tolkien, del suo mondo, descrivervi come
creò interi popoli, lingue, suoni, tradizioni genealogie e simbolismi; potrei
mettermi qui e invece di parlare semplicemente dell’ambientazione, parlarvi
dello scrittore della sua storia, del perché Lo Hobbit sia definito come una
favola, ma non siamo qui per questo e anche se lo fossimo la mole di cose da
dire sarebbe talmente ampia che non sarei in grado di riassumere nemmeno la
metà delle cose da dire.
Non sarà una mia idea fare ciò e commentare inserendo
opinioni personali, tantomeno su questioni politiche e religiose, le quali devo
dire mio malgrado senta spesso e di sovente collegate al Signore Degli Anelli,
senza però alcun minimo motivo visto che è stato lo stesso autore a opporsi a
interpretazioni politiche delle sue opere.
Sfogo
personale a parte, credo che da aggiungere ci sia poco. Parliamo di un ambient
di gioco fantasy molto classico, che si basa soprattutto sull’idea di viaggio.
Mi spiego meglio; L’unico anello per come si propone ai giocatori da il meglio
di se nelle avventure di viaggio, nell’andare da un punto all’altro della mappa
di gioco, iniziando una cerca, o partecipando a missioni; questo può sembrare
un discorso banale, perché effettivamente ogni gioco di ruolo, o quasi si basa
su missioni e spedizioni da un posto all’altro, ma l’ambientazione di gioco e
la struttura stessa delle trame, porta i giocatori a giocarsi in modo molto
preciso anche il viaggio stesso, che può durare anche settimane se non mesi,
nei quali ci si può imbattere in incontri più o meno fortuiti, trovare oggetti
o luoghi dimenticati da tempi immemori, o ancora trovarsi in una locanda a
narrare una storia o a sentire canzoni; i giocatori sono invitati dal master,
ma dal gioco stesso ad addentrarsi in questa modalità di gioco che porta a
immedesimarsi sempre di più dentro il mondo di Tolkien.
Può sembrare un
rallentamento della trama generale, ma questo, permette al master di lasciare
campo libero ai giocatori di provare e spaziare in molte cose e concede ai
giocatori la sensazione di non essere su un binario obbligato di trama ma di
poter scegliere in un mondo immenso la propria sorte; spesso anzi una trama
generale iniziale nemmeno serve perché il gioco stesso darà spunti idee ed
eventi, dopotutto i giocatori si muoveranno nella terra di mezzo esattamente
pochi anni dopo la caduta del Drago Smog e la vittoria contro Sauron, e
potranno seguire gli eventi storici narrati da Tolkien stesso arrivando quindi
ad agganciarsi alla trama diretta della famosa Trilogia del Signore Degli
Anelli.
Sarà quindi scelta dei giocatori, e sotto la guida del master,
capire se si vuole in qualche modo incrociare la trama di gioco più o meno
direttamente alla cerca dell’anello e al viaggio degli gobbi fino al monte
Fato. Queste diversità di trama e ipotesi di avventure, danno notevoli spunti
non solo a chi costruisce il gioco ma anche ai giocatori per creare
avventurieri sempre più diversi e interessanti.
Il sistema di gioco.
Qui
il discorso si va un po’ complicando, perché “L’unico Anello” usa un sistema di
gioco molto particolare in apparenza, ma anche simile ad altri giochi, reso
però in modo molto diverso. Per farla breve il nostro gioco di ruolo si basa
sull’uso di due tipologie di dado, ovvero il D12 e il più comune D6, esporrò
nel modo più semplice questo tiro di dado. Nel corso dell’avventura capiterà
più volte, come per altri giochi, di dover superare delle prove di vario
genere; possono essere prove di combattimento o di sopravvivenza in un bosco, o
prove di conoscenza.
Che sia cacciare, accendere un fuoco o combattere con una
specifica arma, ci si vedrà davanti a un tiro di dadi; questo tiro funzionerà
in questo modo avremo un dado a dodici facce da lanciare assieme un numero N di
dadi a sei facce; il numero N di dadi a sei facce da tirare sarà dato
dall’abilità che stiamo usando per eseguire un compito; banalmente l’abilità
cacciare per andare a caccia, o canzoni per cantare e ovviamente combattere con
una specifica arma per combattere. Ora importante sapere che tali abilità
avranno un punteggio che va da uno a sei, questo punteggio (che sulla scheda
del nostro personaggio appariranno come dei quadratini anneriti da uno a sei)
sarà il numero di dadi a sei facce che dovremmo tirare (esempio, si ingaggia un
combattimento contro un nemico.
Si attacca e sull’arma che stiamo usando,
abbiamo un punteggio pari a tre, ovvero tre quadratini anneriti; questo vuol
dire che tireremo tre dadi da sei e si farà una somma del punteggio ottenuto)
il dado da dodici invece? Beh quello nell’Unico Anello equivale al Fato, la
sorte, ovvero, quanto la nostra buona stella ci sta aiutando in quel frangente;
la particolarità di questo dado sta in due numeri. Infatti, questo specifico
dado che viene venduto assieme al manuale base, ha numeri dall’1 al 10; al
posto dell’11 e il 12 avremo due simboli: il primo è una runa, o meglio la runa
di Gandalf (per chi non conosce i romanzi di Tolkien, equivale a uno dei
personaggi positivi più importanti nella trilogia del Signore degli Anelli),
quando si lancerà il dado e apparirà questa runa significherà successo totale
dell’azione, ovvero l’azione che si voleva compiere avviene sicuramente. Al contrario
però potrebbe apparire l’occhio di Sauron (Anche qui un personaggio della saga
di Tolkien ma di allineamento totalmente negativo) le cui conseguenze sono
varie.
Principalmente per lo scopo dell’azione che si stava svolgendo,
significa fallimento totale, l’azione non avviene sicuro, ma ha anche altre
conseguenze, ovvero ricevere corruzione oscura. Non mi fermerò qui a spiegare
troppo delle meccaniche del gioco, ma per cercare di chiarire al meglio questo
punto cercherò di sintetizzare un concetto. Nel mondo di Tolkien esiste il
bene, la speranza e il coraggio, e poi esiste il Nemico, ovvero l’oscurità, il
tramonto dei popoli, l’avvilimento e lo spegnimento della vita nei cuori e
negli animi dei mortali. Tutte le creature della terra di mezzo sono corruttibili
dall’oscurità presente ovunque nel mondo; più presente in luoghi oscuri e
freddi ma la sua ombra e il suo potere si espande ovunque. Ora se sul tiro del
Fato appare un occhio di Sauron, vuol dire che l’oscurità cala sul
personaggio giocante che ha tirato il dado; non sarà una corruzione piena e
netta, ma starà al master di gioco renderla lenta ma inesorabile. Lentamente difetti
di vario genere colpiranno l’avventuriero; rabbia, sete di vendetta,
avidità…tante sono le possibili strade della corruzione, presente in ogni
angolo e percepita anche dal sistema di gioco, che premia le eccellenze, ma
punisce i fallimenti. Sistema quindi non facile e per alcuni anche non agevole
ma a suo modo molto affascinante.
In Definitiva
L’unico
Anello porta a esperienze di gioco diverse dai soliti GDR che ho provato negli
ultimi anni. Trovo molto interessante poi le divisioni di ruoli nel gruppo di
avventurieri. Infatti, ogni personaggio avrà uno scopo, fare il cacciatore, la
sentinella, la guida o l’esploratore, tutte icone principali di un viaggio
fantasy.
Questa tipologia di suddivisione viene facilitata anche dalla
semplicità di creazione del personaggio, che non porta a fare dei tiri per
decidere i punteggi delle caratteristiche dei giocatori, ma sono pre- impostati
seguendo degli archetipi del personaggio che si vuole seguire, dando utili
consigli su quale ruolo eseguire nella missione. In aggiunta, ma non sarebbe da
dirlo, l’immensità del mondo creato da Tolkien offre innumerevoli viaggi e
incredibili missioni o fini da dare ai propri avventurieri; si potrà, come detto
prima, se scollegare le proprie avventure dai romanzi di
Tolkien oppure seguirli volendo intromettersi in una delle trame che il cinema
ha reso in maniera estremamente epica.
A questo va anche aggiunto, però, che ho
trovato che l’importanza della tattica rende il gioco molto interessante e
realistico, ma molto lento; un combattimento contro un nemico dura a volte
anche troppo a meno che di colpi di fortuna con ottimi tiri, e questo avviene
in piccole scaramucce, mentre per battaglie campali o assedi la cosa, peggiora
ancora di più con il rischio di perdere anche il controllo di quello che si fa.
Certo il master può anche accelerare certi momenti del combattimento, ma questo
“snaturerebbe” il concetto e lo stile scelto dai creatori del gdr. Forzare
troppo delle regole di gioco non è un errore ma non è nemmeno una norma da
seguire per velocizzare solo una giocata.
Quindi
questo gioco è ricco di cose interessanti, con alcuni punti in cui si può
migliorare per rendere l’esperienza di gioco ancora più forte; principalmente
anche questo come Il Richiamo di Cthulhu (QUItrovate il mio articolo a riguardo) è di nicchia perché può veramente ammaliare esperti
giocatori che soprattutto conoscono il mondo di Tolkien molto in profondità
visto che questo è il modo migliore per gustarsi totalmente questo gioco, e di
certo giocatori inesperti avranno delle leggere difficoltà superabili dalla
capacità del master e dei compagni nel farli addentrare nella storia e
nell’avventura.