“Febbre Gialla” di Irene Pecikar e Diego Zabot [Recensione]

Salve a tutti lettori e benvenuti a questa nuova recensione.
Oggi parleremo di “Febbre gialla” della Butterfly Edizioni scritto da Irene
Pecikar e da Diego Zabot

Titolo: Febbre Gialla

Autore: Irene
Pecikar/Diego Zabot

Editore: Butterfly
Edizioni

Collana: Granelli

Genere: Giallo /
Poliziesco

Un omicidio a luci rosse in uno squallido motel; le misteriose email di una sconosciuta e la fuga disperata di una donna tradita; la scomparsa di una ragazza e l’apparizione improvvisa di una sorella della quale nessuno conosceva l’esistenza&Cinque storie, cinque sfumature di giallo per un’opera “febbricitante” che farà salire nel lettore la temperatura delle sue emozioni. Un libro geniale nel quale il mistero è un punto di partenza: la chiave di lettura per decifrare la solitudine, il desiderio e il lessico imprevedibile delle più oscure passioni umane.

L’ho letto cosa ne
penso?

Febbre
gialla è una raccolta di cinque gialli scritti dai due autori citati qui sopra.
I racconti che andremo a esaminare sono molto brevi e per questo sarò molto
riassuntivo non dicendo cosa mi piace e cosa no ma prendendo ogni singola
storia dicendo la mia; il motivo é che essendo racconti di poche pagine, non c’è
in realtà molto da dire a riguardo, ed è un peccato. Alcune storie con più
pagine sarebbero uscite fuori meglio e comunque avrebbero avuto più respiro;
invece ci ritroviamo davanti a scene del crimine, momenti di suspense, e colpi
di scena che essendo racchiuse in una manciata di pagine perdono molto del loro
vero valore rischiando di banalizzare le opere. Da aggiungere, la quantità
della pagine aumenta di storia in storia : la prima ne ha pochissime quelle in
mezzo più o meno lo stesso numero, mentre l’ultima ne ha più del doppio
rispetto le altre.

Ogni Tuo Desiderio

Qui,
non ho niente da dire. Seriamente, non so cosa dire; una manciata di pagine per
una storia totalmente autoconclusiva che non lascia niente e sembra narrare una
scena che passa e va via. Ripeto troppo breve per vedere personaggi interessanti,
troppo breve per trovarci qualcosa che possa stuzzicare l’interesse. Una storia
a luci rosse che ha ben poco di erotico, che si muove in poche pagine parlando
di un omicidio che però non lascia interesse sulla vittima o sull’assassino…Ancora
ripeto, troppo poco.

Progetto Brigitte

Una
storia che si basa sulla fuga e i doppi giochi, di tradimenti e falsificazioni;
idea molto interessante ma che crolla rovinosamente davanti alla poca
profondità dei personaggi e della trama in generale. Ovvio, visto che stiamo
parlando di storie brevi dovrei anche tenere conto di ciò per un commento, ma
la buona idea di trama non basta per scusare il poco interesse per una storia
che parte lenta e poi finisce tutta insieme in colpi di scena più o meno
scontati; la mancanza di spazio di scrittura non da respiro a niente nemmeno
qui. A differenza di prima abbiamo la creazione di una storia almeno intrigante
ma niente di più niente di meno; se si hanno così poche pagine allora si deve
capitalizzare meglio la cosa.

Paga il tuo debito,
detective Burn!

Storia
ambientata in America, una storia investigativa curata con una parvenza di
sottotrama aggiunta che allieta questa storia. Poche pagine ma in questo caso
sfruttate meglio di prima. Quello che non va assolutamente sono la
caratterizzazione dei personaggi, che paiono delle macchiette di un vecchio
film investigativo americano. Troppo marcata questa raffigurazione dei vari
personaggi nella storia, giusto per dargli uno stile particolare; ti da la
storia di essere nel grigiore di New York, tra un locale scadente e un night di
secondo ordine, seguendo la storia del classico investigatore con la boccetta
di Whisky in tasca… D’accordo ma non serviva, perché così è troppo esagerato e
nel finale tutto ciò rende la storia quasi una farsa; tutto insieme troppo
quando prima troppo poco?

Come Dio ti ha Fatto

E
infatti nella quarta storia, si torna a mettere troppo poco nel giallo che si
va a leggere. Un omicidio, un assassino che potrebbe non essere l’assassino,
una persona con problemi mentali. Un classico miscuglio per una trama per un
investigativo classico; avviene qualcosa si pensa A ma invece è successo B; una
storia che può tirare dritta semplicemente, peccato che sempre in queste poche
pagine poi ci ritroviamo stralci di aggiunte alla trama che non c’entrano
nulla, cose che servono ad abbellire la situazione in generale, per dare più
colore ma che non servono ai fini della trama; allora la domanda è: perché? Gia
si hanno poche pagine già le storie quindi saranno troppo brevi è per un giallo
vuol dire accelerare i tempi e far danno, in aggiunta inserisci abbellimenti?
Pensiamo prima a dare carattere ai personaggi, troppo vacui, troppo fumosi
inseriti in una trama anch’essa stabile.

Grida Silenziose

La
storia più lunga, quella più articolata, con più spazio per creare suspense e
interesse, che diventa invece il riassunto dei difetti di tutte le storie
prima, con l’aggravante di avere il doppio delle pagine precedenti. Trama
investigativa/poliziesca mediocre e mai sorprendente, con colpi di scena che non
fanno effetto. Personaggi che non ti lasciano nulla del loro carattere, hai
modo di colorarli un po’, senza caricarli troppo e a malapena si nota qualche
sfumatura. Finale quasi ovvio che in parte potrebbe essere tenuto nel mistero
con una “scoperta” a metà della storia, ma che viene rovinata poche pagine
dopo. Non c’è suspense, non c’è coinvolgimento e si perde in discorsi inutili e
finali di paragrafi ancora più inutili. La sensazione di leggere tante pagine e
di ricevere la metà di quello che potresti avere, se non di meno è netta e ti
rimane anche nel finale. Il concetto di base può piacere ma è si perde quasi
subito.

Si
salva poco se non pochissimo di questo libro; non vado a toccare altri piccoli
problemi (come la scelta dei titoli delle storie) che sono minimi rispetto ai
problemi riscontrati nella lettura, che poi scende bene, scorrevoli sono i
gialli che vengono proposti, ma anche aiutati dalle pochissime pagine lasciate
a disposizione ed è qui il problema per me. Tutto troppo soffocato sbrigativo e
troppo concentrato. Non c’è suspance, non c’è interesse, non c’è l’enigma, perché
appena mi crei il mistero dopo due pagine mi sveli tutto, perché hai poche
pagine certo e sono sicuro che con maggior spazio avrei visto qualcosa di più,
ma quello che ho letto è molto mediocre; poi fossero storie concatenanti,
storie legate con una soluzione finale nell’ultima storia, avrei preferito di
più. Così no! Storie diverse staccate e che alla fine non ti lasciano nulla da
ricordare.

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