Salve a tutti lettori e bentrovati. Oggi vi riportiamo sul nostro sito l’uscita di un libro della Clichy Edizioni. Discorso di un albero sulla fragilità degli
uomini di Olivier Bleys
Titolo: discorso di un albero sulla fragilità degli
uomini
Autore: Olivier Bleys
Editore: Clichy Edizioni
Collana: Gare Du Nord
Prossima Uscita: 2 Febbraio 2017
Nel bel mezzo di un rigidissimo inverno che gela le ossa e spacca i mattoni delle case, alla periferia di Shenyang, una città industriale della Cina Nord Orientale ormai trasformata in un cimitero di ruderi e terreni incolti che riempiono gli spazi vuoti tra i nuovi grattacieli, vive la famiglia di Wei Zhang, con la dolce e graziosa moglie, l’annoiata figlia adolescente e i suoceri. La casa è di proprietà del signor Fan, ricchissimo uomo d’affari privo di scrupoli, ma gli Zhang sognano di acquistarla, anche per onorare la promessa fatta ai due genitori di Wei, sepolti nel giardino sotto l’ultimo, rarissimo, sommacco o albero della lacca rimasto in città.
Un giorno compaiono sui muri migliaia di manifesti che annunciano un grande rinnovamento di tutto l’immenso quartiere. In realtà gli imprenditori hanno ben altri progetti: vogliono espellere tutti gli abitanti per sfruttare il sottosuolo della zona, ricco di terbio, un rarissimo minerale. L’ultimo ostacolo rimane la famiglia Zhang, con la sua vecchia casa e il suo albero secolare. Inizia così una dura lotta tra gli umili operai cresciuti nel mito del Grande Timoniere e i potenti signori del nuovo capitalismo cinese.
Una poetica, inquietante, straziante e profonda meditazione sui legami che uniscono l’uomo e la natura e sulla lotta degli ultimi contro i primi. Finalista al Premio Goncourt 2015.
Il sommacco era vecchio. Quale poteva essere la sua età? Nessuno lo sapeva, ma un pallottoliere a sette file non sarebbe bastato a contarne gli anni. Probabilmente quell’albero aveva intrecciato i rami con tutti i drammi dell’ultimo secolo e le sue radici con i resti dei tanti villaggi sepolti nella zona. La corteccia portava le cicatrici delle baionette che vi erano state affilate sopra, cento anni prima, sia dai soldati cinesi che dai loro nemici giapponesi. Vi si leggevano le tracce di incendi e inondazioni del passato, le testimonianze di feste e di esecuzioni capitali, mentre affioravano qua e là, appena leggibili, alcuni caratteri scolpiti col coltello: forse i nomi di amanti scomparsi.