Amici Readers,
in questi giorni mi sono fiondata in un mondo fantastico particolare e dimensionale.. ho ripreso in mano la saga di Daisy Franchetto scivolando tra le pagine di SEI PIETRE BIANCHE, il secondo episodio della sua trilogia firmata Dark Zone.
SEI PIETRE BIANCHE
di Daisy Franchetto
Dark Zone Edizoni – 14.90 €
Lunar è tornata.
A tre anni dall’esperienza nella Casa e dalla violenza che l’ha messa di fronte a un duro processo di trasformazione, la giovane protagonista di Dodici Porte non è più una ragazzina. Abita da sola in un piccolo appartamento in città, studia e lavora. Accanto a lei il fedele cane Sinbad, su cui grava una maledizione che Lunar non conosce, e l’anello che le ricorda costantemente il legame con la Terra dei Morti.
Dopo l’ultima visione avuta fuori della Casa, nella quale un bambino veniva rapito da un gigante, la giovane non ha più avuto esperienze del genere, o contatti con altre Dimensioni. A volte stenta a credere che ciò che ha vissuto nella Casa sia davvero accaduto.
Ma c’è l’amico Sinbad a ricordarle chi lei sia. Lunar ha stretto amicizia con Odilon, un bambino dal passato misterioso che vive in orfanotrofio. Proprio la scomparsa del piccolo, ad opera di un essere spaventoso, riporterà la nostra protagonista e il suo amico a quattro zampe a contatto con le Dimensioni parallele. Lunar e Sinbad con l’aiuto di Altea, proveniente dai Cieli Razionali, si metteranno sulle tracce dei rapitori di Odilon.
Ha inizio il viaggio attraverso sei portali dimensionali rappresentati da sei lapidi bianche.
Di nuovo un percorso che è insieme scoperta di se stessi e di luoghi sconosciuti.
Di nuovo avventure formidabili che svelano quanto ci sia di sublime e oscuro nell’inconscio.
LA MIA OPINIONE
Dove eravamo rimasti?
Il capitolo precedente, che vede Lunar alle prese con le Dodici Porte nella Casa di La Mamà e La Loba, ha una sua conclusione: la protagonista, infatti, esce dalla Casa con la maturità e la consapevolezza necessarie per poter fare fronte ad un evento immensamente terribile com’è quello che ha subito inizialmente.
Ebbene.. Sei Pietre Bianche si apre con Lunar e Simbad – il Cane del Mondo Ctonio, che in normali circostanze è un normalissimo cane – nella dimensione terrena esattamente come la nostra. Hanno, in pratica, trovato un loro equilibrio: Lunar lavora, ha casa propria che condivide con il cane e tutto sembra perfettamente normale. Dico ‘sembra’ perché le cose non succedono mai senza motivo. Lunar e Sinbad hanno stretto amicizia con Odilon: un bambino che vive in un orfanotrofio, è molto portato per il disegno ma è anche abbastanza indisciplinato, se così possiamo dire, tanto da subire spesso punizioni da parte delle suore che gestiscono l’istituto.
Non ci sarebbe nulla di anomalo, non fosse che Lunar ha ripreso ad avere delle visioni: questo è anomalo, dal momento in cui sono passati tre anni dall’esperienza nella Casa e da quel tempo la sua capacità sensoriale è stata silenziosa ed inattiva. Il fatto che nei suoi sogni appaiono le visioni è qualcosa che destabilizza la giovane, tanto da spingerla a cercare di capire cosa succede: nei suoi sogni il protagonista è un bambino che viene portato via da un grosso uomo con le corna.
Da lì, la sensazione che stia per succedere qualcosa è lampante, soprattutto anche quando l’anello che porta, legame con la Terra dei Morti, prende a dare segnali. Si scoprirà infatti che all’orfanotrofio è successo qualcosa di terribile: Odilon è stato rapito proprio da un uomo con le corna che, a detta di un bimbo compagno del rapito, se lo è portato via in accordo persino con una suora.
Lunar recupera non solo alcuni disegni di Odilon, che mostrano l’abilità del ragazzino più una serie di cose che si scopriranno più avanti, ma riesce ad ottenere l’incontro con una suora proprio per parlare di quanto successo. Dovrà solo attendere la mezzanotte di quello stesso giorno del rapimento.
Ovviamente Sinbad e Lunar si presenteranno all’appuntamento: riusciranno a sfuggire alle Chiocciole Giganti inviate dalla Nana Terrosa e troveranno la salvezza grazie ad Altea.. sarà Lei a portare i due protagonisti dinanzi all’obelisco, che è circondato da sei lapidi bianche, passaggi alle dimensioni che dovranno varcare per forza di cose. Qui i nostri eroi scopriranno parecchie cose, antiche, eppure capaci di intrecciarsi abilmente con il presente burrascoso: Odilon non è solo, dai disegni recuperati si potrà capire come ci sia qualcosa di particolarmente curioso.. egli, infatti, ha un fratello gemello ed i due sono figli di Re Sore e della Regina Solog: i due sposi appartengono a due dimensioni diverse, la loro storia è talmente particolare e l’epilogo ha portato a conseguenze così gravi da consentire ai due bambini di venir separati e non soltanto.
Nella dilatazione temporale si potevano vivere ore, giorni, mesi, mentre nell’altra Dimensione il tempo non scorreva quasi per nulla.
Inizia così il viaggio del gruppo: Lunar dovrà fare un percorso separato, però, lasciando che Altea e Sinbad provino a mettersi sulle tracce di Odilon e sperare così di salvare lui e il fratello.
Non c’è solo la sparizione dei due bambini ad essere un problema, anzi: parallelamente a questa faccenda c’è qualcosa che non va nella dimensione di Illaos: Avanos, il Saggio tra gli Angeli, si è lasciato tentare dalle terre di Tukana e qualcosa, nelle viscere della dimensione celestiale qualcosa di oscuro si sta muovendo.. la regina Selene ha teso una trappola, ed intende distruggere l’Armonia e ciò che, quindi, è in netto contrasto con la sua terra di perversione, tentazione e caos.
«Come Illaos vive di un continuo scambio con le energie provenienti dalle altre Dimensioni, la Caverna vive delle mie pulsioni più basse e di quelle provenienti da altrove», spiegò Avanos. Calò il silenzio e Amos iniziò a misurare a grandi passi la sala. All’improvviso si fermò e si voltò verso Avanos con sguardo inorridito. «So a cosa stai pensando, ma per fortuna la Caverna sta solo intercettando le pulsioni senza immetterle nelle altre Dimensioni. Ho lottato per dominare me stesso e non ho trasportato fuori le energie che si condensavano», fu la rassicurazione di Avanos.
Per questo motivo scende in campo Amos, l’angelo che già abbiamo conosciuto in Dodici Porte: impareremo moltissime cose dalla sua esperienza e scopriremo fin dove si spinge la regina Selene.
Riusciranno Lunar e Sinbad a salvare i due gemelli?
Che ne sarà di Illaos?
Andrei volentieri ancora avanti per un po’, raccontandovi quello che troverete nel romanzo SEI PIETRE BIANCHE diDaisy Franchetto, ma.. se vi racconto tutto io finisce che poi voi non avrete necessità di leggerlo. Eh eh eh.. per questo desidero lasciarvi sulle spine, andando a cercare di analizzare un po’ ciò che troviamo tra queste pagine.
→I Personaggi:
«Immagino tu voglia sapere perché l’ho fatto» disse il Drago con voce gutturale, cavernosa. La giovane rimase in silenzio, non era certa di voler sentire la spiegazione, ma Albedo non necessitava di inviti. «Gli spiriti guida possono essere evocati solo da persone che abbiano un’anima amorevole e un cuore puro. Uno spirito guida sacrificherebbe se stesso solo per un’anima che sente di poter amare fino alla morte del suo stesso spirito.»
Nel secondo capitolo della trilogia troviamo personaggi che già abbiamo conosciuto nel romanzo precedente – Dodici Porte, ndr – e ne scopriremo di nuovi: Amos, la Nana Terrosa, Alma e Sinbad sono, insieme a Lunar, il filo conduttore che probabilmente troveremo anche nel terzo libro.. mentre Selene, Re Sore, la regina Solog, l’Uomo delle Bare e altri sono una novità e hanno tutti una collocazione ed un ruolo ben preciso all’interno della narrazione. Ogni personaggio non è solo caratterizzato bene a livello di descrizione fisica e carattere, ma è anche ben studiato a livello psicologico e, quindi, ogni reazione/modo di fare/stile di vita non è improvvisato ma ha una sua logica, una sua posizione, un tassello ben incastrato all’interno del puzzle.
In più in questo libro avremo modo di scoprire finalmente le origini di Lunar e di Sinbad, cogliere il legame che c’è tra loro ed arrivare a comprendere meglio che nel volume precedente sembrava ancora nebuloso ed impreciso, pur essendo affascinante e misterioso.
Amo Lunar, la sua forza di volontà, il suoi doni di preveggenza e quella sua purezza d’animo che la spinge ugualmente verso l’ignoto: dovremmo essere un po’ più come Lei, che accetta il suo Destino e si impegna comunque per viverlo al meglio, consapevole che qualcosa sia già stato trascritto senza chiederle il parere.
Sinbad, il migliore compagno che si potrebbe avere: nonostante ciò che aleggia su di Lui, non schioda gli occhi dalla sua Lunar se non perché è necessario.
Sono rimasta affascinata dalla figura di Avanos: mai avevo immaginato fosse possibile una versione di questo tipo, un Angelo che viene tentato dall’umanità e quindi va ad insozzare quel suo spirito così superiore, inscalfibile e profano. Mi spiace per la sua evoluzione, eppure l’ho trovata dannatamente coerente e perfetta per com’è stata costruita e voluta dall’autrice.
→I Messaggi:
Chi vola, pensò Amos, ha un vantaggio su chi non lo fa: sa che, quando cambia il vento, c’è modo di recuperare la rotta. Basta sapersi adattare, usando gli strumenti a disposizione. Così è nella vita.
Il testo è decisamente ricco di perle di saggezza e spunti di riflessione. Non ho mai sottolineato così tanto in un testo come in questa occasione. Ci sono tantissime frasi stupende, tante dolci riflessioni, diverse docce fredde ed altrettante idee e curiosità che arricchiscono il tutto. Non è un semplice viaggio, assolutamente: Daisy Franchetto propone al lettore un’avventura coinvolgente ed accattivante, ma è anche una splendida occasione di crescita, di arricchimento, di assorbimento.
Ancora una volta Daisy Franchetto conferma il suo stile fantastico, originale, creativo e logico pur ambientando la saga in un mondo inventato totalmente dalla sua mente: se nel primo libro qualcosa non mi era chiaro, ma mi appariva difficile e a tratti contorto o confusionario, con il secondo è tutta un’altra cosa. Forse ho faticato meno perché consapevole delle dinamiche, ma mi sono trovata molto vicina a certi passaggi e a certi personaggi che prima invece mi sembravano distanti.
Mano a mano che si legge mi si è creato un mondo intorno, capace di assorbirmi, di impedirmi di smettere di leggere e di voler sapere sempre più quello che succede: ho provato lo stesso turbamento di Lunar quando sente Odilon in pericolo; ho percepito lo stesso terrore di Amos quando si rende conto che Avanos ha fatto un errore madornale nel cedere alle tentazioni di Tukana.. ho colto l’amore malato tra Re Sore e la Regina Solog e quell’insoddisfazione e cupidigia che muove le gesta della regina Selene.
Sensazioni che, rese così bene, escono dal libro e si percepiscono davvero sulla pelle, mano a mano che si va avanti con la lettura.
E’ bellissimo! Più bello, secondo me, di Dodici Porte ed è tassello fondamentale per capire meglio il primo step della trilogia.
E ci avviciniamo al terzo capitolo.. certa che sarà un viaggio meraviglioso!
Bellissimo libro! 🙂