Missione Grande Bellezza di Alessandro Marzo Magno [Recensione]

Salve
a tutti lettori e ben trovati per una nuova recensione. Oggi parleremo di un
libro della Garzanti ovvero “Missione Grande Bellezza” di Alessandro Marzo Magno.

Titolo:
Missione Grande Bellezza: Gli eroi e le eroine che salvarono i capolavori italiani
saccheggiati da Napoleone e da Hitler

Autore:
Alessandro Marzo Magno

Editore:
Garzanti Editore

Collana:
Saggi

Anno
di produzione: 2017| pag. 320

Genere:
storico

L’Italia è un enorme museo: nelle sue città,
fra le sue colline, lungo le sue spettacolari coste sono nati – e in qualche
caso sono tutt’ora conservati – alcuni dei più grandi capolavori artistici
della nostra civiltà. Chi non conosce “L’ultima cena” di Leonardo Da
Vinci, il “David” di Michelangelo e la “Primavera” di
Botticelli? Ma sono tante le opere create in Italia che hanno vissuto destini
travagliati: trasportate per il mondo, rubate in guerra, a volte restituite a
volte no, spesso perdute. Non c’è da stupirsi che i più temuti personaggi della
storia, da Napoleone fino a Hitler, abbiano preso di mira lo stivale d’Europa
con i suoi tesori. Ma in loro difesa si sono battuti eroi sconosciuti che hanno
rischiato la vita per riportare in patria parte del bottino, e di cui oggi
Alessandro Magno ricostruisce le gesta.

L’ho
letto cosa ne penso:

Missione
grande bellezza come si può capire da sopra è un saggio, più precisamente un
saggio sulla storia del nostro paese. L’autore ci espone in questo libro la
storia di molti dei capolavori artistici italiani, che furono trafugati o fatti
prede di guerra da vari paesi stranieri (in questo caso saranno visionati il
periodo napoleonico e gli anni precedenti e successivi dell’inizio della
Seconda Guerra Mondiale). L’Italia è sempre stata vista come un museo, un luogo
pieno zeppo di quadri, sculture, manoscritti e gioielli d’inestimabile valore
per la cultura del nostro pianeta. Non poche volte quindi molte potenze
straniere hanno tentato di prelevare dalle nostre città più opere di valore
possibile creando un proprio angolo di cultura e arte dove esporre una
collezione di vario genere e d’incredibile sfarzo.

Missione Grande Bellezza,
non vuole però far vedere come poco il nostro paese ha difeso ciò che i suoi
geni hanno creato ma narrare la storia di come valorosi italiani hanno tentato
di recuperare le opere che sono andate perdute per tanti, troppi anni. Un saggio
che vuole esporre quindi i mezzi e i trucchi e gli espedienti per far tornare
in patria più opere possibili.

Cosa
mi è piaciuto:

Non
è mai facile esporre in modo oggettivo e senza sbilanciarsi troppo una storia
come quella che lo scrittore c’ha voluto narrare; un saggio che ha anche il
gusto del thriller per come sono esposte e descritte certe parti della storia.

Le azioni di Canova in Francia come rappresentante dello Stato Pontificio sono
attente e caute perché sapeva lo stesso artista che non sarebbe stato
assolutamente facile recuperare ciò che era andato perduto. Marzo Magno nella
sua esposizione dei fatti riesce a tenere più di una volta toni equilibrati;
non è la storia della povera Italia maltrattata e ferita e più volte invasa e
derubata, ma è anche di un paese che nascondeva i propri preziosi tesori spesso
senza pensare al loro restauro o senza dargli il giusto tono e importanza.
Molti quadri o sculture spesso si trovavano in chiese di alcuni paesi, donati o
semplicemente trasferiti in luoghi dove nessuno avrebbe mai visionato la loro
bellezza.

Quindi è importante tenere conto che spesso grazie a questi furti
siamo venuti a conoscenza di molti capolavori quasi sconosciuti. Questo scusa
certe azioni? Certo che no. Marzo Magno narra di come le bellezze artistiche
italiane ammaliano persone di spicco come furono Napoleone e poi Hitler tanto
da fregarsene di regole o lealtà per poter avere per loro molte delle creazioni
presenti in Italia; e se per Napoleone si può parlare, di “scusa” la non
presenza di un regno unificato cui tener conto ma solo di tanti piccoli stati o
regni che furono più di una volta invasi e conquistati in modo più o meno duro,
per la Germania Nazista non regge nemmeno tale discorso visto che come viene
narrata la storia dall’autore, vi furono incredibili pressioni dai tedeschi per
ricevere opere d’inestimabile valore che poi non ridiedero più indietro. Molte
certo furono comprate e pagate legalmente ma in molti casi Göring e Hitler
furono molto convincenti nel ricevere “doni” da parte del fraterno alleato
Italiano. Certo tutto quello che accadrà da dopo l’8 settembre 1943, sarà ben
diverso e dopo la “stasi” iniziata con l’arresto di Mussolini fino alla sua
liberazione, entreranno in scena decisioni e azioni molto diverse. L’autore è
molto attento nella descrizione di tali eventi. A differenza dell’ottocento
infatti entrano in campo anche altri discorsi: la guerra, le capacità politiche
di alcune figure nel non permettere una fuga massiccia in Germania o in altre
nazioni delle opere italiane. Molti sono azioni sotterranee dove a volte dei
nemici diventano alleati e viceversa. Stiamo anche parlando di un periodo
travagliato che non è MAI facile nemmeno da scrivere senza passare per faziosi
o per altro, quindi ottimo che Marzo Magno ha cercato sempre di non esagerare
ed esporre quello che le sue ricerche hanno portato.

Aiuta
di certo anche la folta bibliografia finale e l’elenco delle opere perdute nel
corso dei periodi descritti. Visto l’ampio numero di quadri e collezioni perse
si potrebbe perdere il filo e questo elenco finale aiuta il lettore ad
apprezzare al meglio quello che sta leggendo.

Cosa
non mi è piaciuto:

Il
problema principale in un libro del genere sono i momenti morti; troppo lunghi
e troppo ampi. Per quanto si narri la storia delle azioni di furto e recupero
di opere d’incredibile importanza, si giunge sempre ai momenti in cui
praticamente si elencano semplicemente i quadri o le sculture o i libri che erano
trafugati e portati via. Se si tratta di opere estremamente particolari e con
una storia dietro di se affascinante, allora vi è una narrazione, ma sennò ci
ritroviamo solo una lunga esposizione senza nemmeno memorizzare o comprendere
bene la grave importanza della perdita di tutti quei capolavori, di cui molti
non torneranno più in patria o andranno persi nell’oblio della storia. In
questi punti si perde fortemente il ritmo della lettura e fa perdere la voglia
di leggere certe parti andando avanti per leggere pagine più interessanti e
piacevoli. Vero, stiamo parlando di un saggio ma per come espone bene la narrazione,
l’autore, non ci si aspetta tanti momenti morti nella narrazione.

Altra
cosa che lascia perplessi è la scelta dell’ordine dei capitoli. Come detto in
precedenza questo saggio parla dei capolavori italiani trafugati soprattutto in
periodo napoleonico e tra gli anni ’30 – ’40 del novecento e di vari agenti che
lavorano per il recupero di tali opere d’arte. Quello che non capisco è mettere
come capitolo iniziale il recupero delle opere perse e poi parlare in quelli
successivi di quelle stesse opere trafugate in precedenza;. Sinceramente non ho
compreso perché questa scelta di resa della storia; prima mi esponi come il
Canova recupera a Parigi le opere italiane e nei capitoli successivi mi esponi
come Napoleone e i suoi generali hanno trafugato quadri e altri capolavori
italiani durante le conquiste napoleoniche in quel periodo, e lo stesso vale
per i capitoli successivi per la Seconda Guerra Mondiale. Sinceramente non ho
ben compreso il perché della questione, ma per fortuna nella resa generale non
crea troppi problemi nella lettura per il lettore.

In
Definitiva:

Non male,
ha dei momenti morti che non aiutano la lettura, ma la struttura di un saggio
del genere è più che buona. Come già detto, non è facile essere facilmente
oggettivi davanti a situazioni storiche come quelle descritte ma lo scrittore è
stato capace di non rendere il resoconto o banale o troppo simile a un semplice
elenco di opere trafugate.

Lascia un commento