Nessun Ricordo muore, di Maria Masella [Recensione]

Salve a tutti lettori e ben trovati in questa nuova
recensione. Oggi vi parlerò di un libro edito dalla Frilli Edizioni, ovvero
“Nessun ricordo muore”
, un giallo dell’autrice Maria Masella.

Titolo: Nessun ricordo muore

Autore: Maria Masella

Editore: Frilli Edizioni

Collana: Noir |pag. 262

Anno di pubblicazione: Marzo 2017

Genere: Giallo/poliziesco

Teresa Maritano, dopo aver lasciato la polizia, ha aperto un bar in una piazzetta poco lontana dal Ponte di Sant’Agata sperando in giorni tranquilli e anonimi. Ma nella sua vita ritorna il commissario Marco Ardini perché è scomparsa Carlotta, una bambina che frequenta la scuola elementare situata nella piazzetta, e Ardini sa che se qualcuno ha notato qualcosa di potenzialmente utile, quel qualcuno è l’ex ispettore Maritano. Poco per volta Teresa, nonostante l’iniziale resistenza e il disagio di lavorare nuovamente con Ardini, si lascia prendere dalle ricerche, perché conosceva bene Carlotta. Altri delitti confermano che proprio quella piazzetta è fondamentale nelle indagini che coinvolgono anche il passato. Ma più trascorrono i giorni e più le speranze di ritrovare viva la bimba scomparsa si affievoliscono. E rintracciarla in tempo, sembra per Ardini sempre più una questione personale. Seguendo le tracce di Carlotta, della sua amichetta Paola e della “strana” madre di quest’ultima, Teresa comincia a capire anche qualcosa di più su di sé e sul commissario Ardini che già la incuriosiva quando lavoravano insieme… 

 L’ho letto cosa ne penso

Nessun ricordo muore è un poliziesco scritto in prima
persona nella quale una persona che voleva cambiare vita e allontanarsi dalla
polizia si ritroverà di nuovo a indagare per salvare qualcuno a cui tiene.
Questo giallo sta poco in piedi e seppur la scelta di trama possa dare spunti
interessanti ci sono fin troppe cose che lasciano a desiderare nel libro, nel
racconto e nella scrittura.

Cosa mi è piaciuto

Come dicevo la scelta di trama è quello che più mi ha
colpito positivamente. Un poliziotto lascia la polizia e di solito
“casualmente” si ritrova in mezzo a un’indagine, una scelta, soprattutto fatta
in alcune serie tv italiane che non mi è mai piaciuta. Invece qui non è una
casualità ma è cercata appositamente la ragazza per il caso, un aiuto per un’indagine
viste le sue capacità e la sua bravura come poliziotta; certo il fatto che
abbia aperto un proprio bar proprio davanti alla scuola del misfatto, da una
certe ”casualità della cosa” ma è minima e non totalmente invasiva per il resto
della storia. Il perché ricade su di lei, è la protagonista che mettono in
contatto perché si ha bisogno di lei perché è lei che può aiutare a sbloccare
la situazione, non vi è pura casualità ma solo un legame estremamente forte
verso qualcosa che lei cerca di allontanare dalla sua vita. Non male insomma
come scelta.

Cosa non mi è piaciuto

Varie cose mi hanno fatto piacere poco la storia, tra queste
di certo la scrittura del giallo. A volte una storia può anche essere banale e
con trame semplicissime, ma se sono scritti bene, allora il libro diventa
piacevole. Qui no, qui il libro stenta a decollare, soprattutto all’inizio e
non migliora più di tanto nemmeno per il resto del libro; la decisione di
scrivere in prima persona non è un grosso problema, anche se lascia alcuni limiti,
ma è la scelta delle parole dei discorsi diretti degli scambi e le indagini
stessi, scritti in modo che sembra tutto molto lento; anche la scelta di come
suddividere i capoversi durante i discorsi, non aiuta; la chiusura dei
capitoli, le divisioni in giorni e poi tra le notti dei due giorni, i rapporti
che vi sono tra i personaggi in gioco e la poca tensione che si percepisce
infine, un giallo deve mantenere una certa tensione che già sulle pagine di un
libro non è facile da creare rispetto alla televisione o il cinema, figurati se
non ci provi nemmeno.

Secondo punto che non mi è piaciuto, sono i personaggi della
storia, sono tutti piatti, senza forti emozioni, senza grandi caratteristiche;
e non parlo dei personaggi secondari o terziari, parlo proprio di quelli più
importanti. Avranno due o tre reali parole di descrizione e le loro emozioni
veramente traspirano poco o niente. Per carità nel libro sono esposti i
caratteri dei personaggi, ciò che provano o che non provano (almeno della protagonista
parlando poi in prima persona) ma e come se non ci fossero, hanno poco
spessore, poco risalto, non hanno effetto e non sembrano avere sostanza, non si
traspira veramente nulla delle emozioni descritte e quindi pare tutto piatto. Non
parliamo degli altri personaggi, a malapena citati e veramente di pochi sismo
spessore. Le pagine numericamente non sono tante ma si ha proprio la sensazione
che molti personaggi siano inutili e un esempio tra tutti è il marito della
protagonista dal quale lei sta divorziando: non vi dico che è spoiler questo
personaggio perché è totalmente inutile! Appare due o tre volte, si scopre che
è lui a fare delle cose contro di lei e si sa che sta divorziando da lui perché
ha scoperto che gli piacciono gli uomini, fine, sono tutte notizie che con la
trama, con la storia e con l’ambientazione, non servono a nulla e nessuno. E
così tutti dalle vittime della storia ai cattivi, veramente poco, troppo poco
perché susciti interesse nel racconto.

In definitiva

Molte cose che non vanno per questo giallo. Un poliziesco
deve essere scorrevole e veloce, e non lento, la lettura deve essere veloce e
intrigante, questo non lo fa. Le emozioni o le sensazioni forti che deve dare
una storia devono essere molto più percepibili di così perché sennò si perde
moltissimo del pathos che può dare un giallo o comunque dei personaggi ben
descritti. Quello che c’è di buono così si perde nella piattezza, anche la
stessa evoluzione della protagonista pagina dopo pagina, dal non volere più avere
niente a che fare con indagini della polizia fino a tornare sempre di più nel
vivo dell’azione, questa forse è l’unica traccia che si nota nettamente, come
Teresa non possa nascondere ne cancellare il suo passato di come lei sia troppo
legata a quell’, essere una poliziotta, una sensazione che inizia da inizio
libro ma che a metà quasi si da scontata e questo forse il neo che delimita
molto questo giallo. Creare qualcosa per poi non dargli vera sostanza e
concretezza, rischiando così di non dare vita a quello che si sta scrivendo.

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