“Io sono Jophiel” di Jessica Verzeletti [Recensione]

Bentrovati Lettori Erranti, oggi vi parlerò di un libro che
tratta di un argomento che mi sta molto a cuore. Ve lo avevo presentato QUI, ed
adesso che l’ho letto potrete conoscere la mia personalissima opinione. Il
romanzo di cui vi parlo è “io sono Jophiel” di Jessica Verzeletti, e
l’argomento centrale è l’anoressia.

Io sono Jophiel 

di Jessica Verzeletti

Editore: collana Starlight (PubGold)

Genere: fantasy

Formato: ebook e cartaceo

Prezzo: e book € 1,99 (Il cartaceo sarà disponibile a luglio)

“A volte restiamo nel nostro turbine nero perché siamo noi a non reagire…”Un’anima in pena incompresa da tutti. Ecco come si sente Jophiel, ridotta ormai al limite.Si trascina avanti, circondata da gente che sa solo dare i consigli sbagliati e da una famiglia incapace di affrontare il problema che da mesi la assilla. Ogni maledetto giorno si sforza di mandare giù un po’ di cibo, ma è inutile: il suo corpo non vuole più saperne e la sua mente è afflitta da pensieri sempre più cupi.Finché, inaspettata, arriva la notizia del viaggio studi a Parigi. Sei mesi in cui Jophiel può provare a cambiare la sua vita, spronata dall’entusiasmo di Alexis, l’unica amica a rimanerle accanto nei momenti del bisogno. E proprio quando si sta organizzando per partire, un ragazzo irrompe nella sua vita: Alan, con un taglio degli occhi che le ricorda quello di un lupo.Alan sa molte cose. Le parla di Spiriti Guida, esseri protettori che la maggior parte della gente non è in grado di vedere né sentire, che si manifestano nei sogni e attraverso dei segni. Proprio loro la aiutano a entrare nel labirinto della sua mente e a coglierne la parte più oscura e profonda, popolata da pericoli e ombre da scacciare.L’odio e la fuga sono davvero la soluzione?È meglio combatterle queste paure o… comprenderle? «Cosa sei se non un nemico?»La donna fece un leggero inchino regale prendendo i lembi della gonna.«Mi presento… Io sono Aleister. E non sono altro che la personificazione delle tue paure, il tuo lato oscuro». Un fantasy spiritualistico che si dipana tra le vie di Parigi lasciando tanti piccoli messaggi che possono aiutare ad affrontare la vita e le insidie di tutti i giorni. Perché il pericolo è sempre dietro l’angolo ma, a volte, è dentro di noi.


LA MIA OPINIONE

Parto come sempre a parlarvi della copertina.

Non apprezzo
le cover molto “photoshoppate”, nonostante ciò l’ho trovata molto azzeccata:
una ragazza che sembra abbracciar se stessa, coprendo il proprio corpo e dei
piccoli “frammenti” di colore sparsi  attorno. I toni del viola mi hanno riportata
alla memoria il fiocchetto lilla, simbolo della lotta contro ogni forma di DCA
(disturbo del comportamento alimentare); inoltre, il viola è il colore che
rappresenta la spiritualità, elemento molto presente in tutto il libro. Non so
se la scelta sia stata casuale o studiata, ma sicuramente l’ho molto
apprezzata.

“Non gli interessa chi sei veramente, vogliono vedere il loro schema ripetuto. 

Ti senti un diverso, un fallito ai loro occhi, perché non rispecchi i canoni della società e di quella famiglia, perché tu hai fatto quello che loro non sono riusciti a realizzare o viceversa.

Vivere con queste persone ti porta all’apatia, alla tristezza, persino all’inutilità. 

Tutto torna a brillare quando ti allontani. Trovi altri a cui cambi la vita, ti cercano perché persone come te non capitano tutti i giorni. 

Basta sprecare lacrime per il passato…”

Il libro si apre con la presentazione di Jophiel, che però
non è la nostra protagonista, ma “una parte di se stessa”. Scelta interessante
per il nome, ed altri piccoli particolari, che rendono più intrigante la
trama. 

La nostra protagonista è, quindi, Jophiel, ragazza che
soffre di anoressia. Lei vorrebbe uscire da questo tunnel, e grazie
all’amicizia e all’amore, troverà la forza dentro di sé per tornare a vivere;
il viaggio studio a Parigi, sarà anche un viaggio dentro se stessa, dove dovrà
“sconfiggere” il proprio nemico.


Tutto ciò non si ferma a un semplice racconto dei fatti ma segue
un’interessante linea fantasy spirituale.
I co-protagonisti, infatti, non sono
ragazzi “normali”, ma hanno una grande conoscenza del monto spirituale, e
grazie ai loro spiriti guida, riusciranno a far capire a Jophiel quanto sia
forte e importante, e che è fondamentale nella vita credere in se stessi e non
perdonare coloro che ci hanno fatto del male.

“Mi sono messa in una gabbia per difendermi dagli altri,

 ma sono io ad averne la chiave.”

Si percepisce la nota autobiografica e l’intento della
scrittrice di trasmettere il dolore che ha provato nella sua vita, attraverso
le parole dei suoi personaggi ci da dei consigli su come affrontare le paure e
la vita stessa, puntando sempre a ricordarci che non siamo soli.


Purtroppo, a mio parere, l’autrice poteva osare di più
forse aprirsi anche di più, perché  non
sono riuscita a emozionarmi nel profondo come immaginavo (probabilmente per la giovane età della
scrittrice e la “poca maturità” nella scrittura).

L’argomento centrale non pesa durante la lettura, ed è ben
inserito nel contesto, affrontato in maniera semplice, per poter facilmente
arrivare a un pubblico molto giovane. La lettura è coinvolgente e scorrevole,
ed i personaggi sono tutti adorabili e ben descritti, così come i luoghi che la
nostra Jophiel visita.  

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