Cari lettori,
quello che mi proponiamo oggi è un romanzo sci-fi dal titolo Gangkou, il cuore e l’universo di Stefano Teatini – Armando Curcio editore
Disponibile in cartaceo
sul sito della casa editrice
Parsif era un giovane Utopiano, e come ogni Utopiano
appartenente alla sua casta, quella degli intellettuali, si dedicava
allo studio con grande rigore, e credeva fermamente nella
missione civilizzatrice del proprio popolo.Ciò che lo distingueva dalla maggior parte dei suoi coetanei eral’indole sognatrice, l’avere qualcosa dentro che lo spingevaspesso a camminare senza meta, alla ricerca di sé e di risposte a
un vuoto che sentiva dentro, ma che razionalmente non riusciva
a comprendere appieno.
Diciannove millenni dopo la fine della nostra civiltà a causa di dissesti climatici, si intrecciano le vicende di Parsif, un giovane studente di ingegneria di Utòpia.
Viaggi disperati, popoli minacciati dagli alieni e la scoperta di Gangkou, un villaggio occupato simile a Utòpia, diventano i punti cardini di questo romanzo che incuriosisce il lettore pagina dopo pagina.
L’umanità ha trovato un modo per sopravvivere suddividendosi in piccoli gruppi che vivono separati gli uni dagli altri,
Alcuni, come gli abitanti di Utopia, da dove viene anche il nostro protagonista, sono preparati e conoscitori delle scienze, inevitabilmente dominanti sugli altri gruppi.
Altri invece vivono nelle caverne, con la pelle simile al cuoio invecchiato, altri ancora sono regrediti come scimmioidi,
Per difendersi dagli attacchi di alieni provenienti da altri pianeti, Parsif, il nostro protagonista dovrà intraprendere un viaggio con un manipolo di compagni improbabili e appartenenti ai diversi gruppi, tra questi anche un robot, che abbandonato dai suoi padroni, acquisisce una pseudo consapevolezza di sé.
Un bel romanzo, scritto in modo scorrevole, una lettura piacevole che mette in luce la solidarietà e la comunanza di intenti tra personaggi molto diversi gli uni dagli altri, dando vita ad un gruppo ricco proprio per le sue diverse caratteristiche. Viene messa in risalto l’importanza di fare gruppo, di lavorare per la realizzazione di un sistema nel quale ciascuno possa fare la sua parte.
Soli siamo vulnerabili, insieme, seppure diversi, possiamo fare molta strada.
Quello che mi ha lasciata perplessa è stato il finale, quasi un po’ affrettato, come se l’autore avesse voluto chiudere la storia al più presto.
Per il resto una lettura godibile.