Erbe profumate, piante magiche, donne curatrici e medichesse, donne accusate di stregoneria, vi propongo un saggio che vi trasporterà nel passato, per scoprire come sia stato possibile che da divinità con poteri magici le donne sia diventate le vittime predestinate di uno dei periodi più bui della società.
Vi presento Per virtù d’erbe e d’incanti. La medicina delle streghe
di Erika Maderna
Aboca Edizioni
Erika Maderna ci regala un viaggio completo e dettagliato lungo la strada che ha portato il mondo femminile dall’immagine arcaica divina a quella accusatoria di strega.
Parte dalla mitologia greca con la splendida figura di Demetra, prima ad essere vista nelle vesti di operatrice di magia, raccontando le gesta di Hekat, dea egizia levatrice e dispensatrice di vita e di morte e di Iside alla quale sono associate tutte le arti tipicamente femminile: la magia, l’ostetricia, la conoscenza delle erbe. Tessitrici e farmaciste sono tutte le donne della mitologia greca.
La tessitura con i suoi nodi e i suoi intrecci, è foriera di auspici di legami, da tessere o da sciogliere e la farmacia, dalla parola farmakon che significa veleno, suggerisce ugualmente la capacità di guarire o di condannare.
Non è un caso che siano proprio le donne ad assistere al primo e all’ultimo respiro di ogni essere vivente, dal primo vagito al sospiro della morte. Forse è proprio questo che ha fatto paura a tal punto da trasformare una dote in una condanna?
Molto interessante la parte dedicata all’incubazione letteraria nella quale vengono illustrate opere di Orazio, Ovidio o Apuleio, nelle quali prendono corpo i ritratti di donne maghe e streghe, dotate di poteri sovrannaturali: la trasformazione animale, il volo magico e l’uso di unguenti miracolosi.
La paura delle formule incantatorie parte da lontano, alla metà del V secolo il più antico codice di Roma definiva reato capitale l’atto di gettare il malocchio e nel 139 a.c. vennero espulsi dalla città maghi e indovini.
Nella Roma imperiale l’operatrice di magia lascia le pagine della letteratura per incarnarsi nelle figure professionali femminili delle curatrici, che verranno definite maleficae e veneficae, si assiste dunque al passaggio dal curare al guastare che rimarrà la volontà persecutoria anche nei processi per stregoneria.
Con l’avvento della religione, la collisione tra i due mondi divenne inevitabile. La medicina e la cura con le erbe, rappresentavano l’attribuzione all’essere umano di una capacità di intervenire sugli eventi, senza abbandonarsi ai disegni divini. Il passo per trasformare le medichesse in eretiche e streghe era avviato e raggiunse la sua conclusione nel 1486 con la pubblicazione del Malleus Maleficarum detto anche Martello delle Streghe, un vero e proprio manuale pratico di caccia alle streghe.
Ma chi era veramente la strega?
«Stringo i denti e diranno che rido» questa la frase di Franchetta Borelli di Triora, in ogni caso l’imputata veniva giudicata colpevole, sia che confessasse (solo per allieviare le torture) sia che resistesse fino alla fine.
La caccia alle streghe rappresenta solo una delle pagine del difficile percorso intrapreso dal mondo femminile per veder riconosciuto il proprio ruolo all’interno delle comunità, chi sa guarire sa anche uccidere, questo ha sempre fatto paura : la capacità tutta femminile di donare e togliere la vita.
Per Virtù d’erbe e d’incanti ci regala infine un erbario delle streghe, con tutte le proprietà medicamentose delle piante e un album delle più famose donne accusate di stregoneria, descrivendo i loro processi e la loro fine.
Conosceremo quindi Elena la “Draga”, considerata indemoniata; la indovina Gostanza, che venne arrestata perché conosceva le pratiche del “fare medicine” e del “misurare i panni”; Benvegnuda Pincinella, che viene denunciata come strega, nonostante abbia prestato le sue cure alla figlia del podestà di Brescia. Il libro rende omaggio a queste figure, e insieme tenta di ricucire voci e brandelli di vite che hanno goduto del privilegio, forse casuale, della sopravvivenza.
Avremo la fortuna di poter presentare Erika e questo suo lavoro, domenica 23 agosto alle ore 19 nella Piazza del Castello di Arcola – in provincia della Spezia, per maggiori informazioni vi lasciamo il link alla pagina dell’evento https://www.facebook.com/events/290255872267816
Buona lettura