Amici Lettori,
ben trovati al primo blogtour organizzato in collaborazione con la community di Scrittori e Lettori Fantasy.
Abbiamo tenuto un sondaggio affinché gli autori potessero iscriversi al progetto e, grazie ai voti ottenuti, abbiamo stilato una sorta di graduatoria. Motivo per cui è Francesco Zamboni, con il suo IL SOMMO INCANTATORE (edito da DZ Edizioni) ad aprire la kermesse dedicata a questa particolare cooperazione.
Con immenso piacere apriamo il tour dedicandoci ad un argomento molto particolare, ovvero IL FANTASY PER RAGAZZI.
Vi lascio il banner dell’evento così che possiate anche trovarlo in giro, segnatevi le tappe e… buona lettura!

Articolo a cura di Isabella Cavallari
“So che avete avuto delle divergenze in passato, ma mi auguro che possiate andare d’accordo. Chissà, da una sana rivalità potrebbe nascere poi una profonda amicizia, come è stato per me e Sylenio.”
Può, un romanzo fantastico, affrontare temi importanti e utili alla crescita di un ragazzo?
Assolutamente si!
E questo lo sappiamo sin dai tempi de “Il Signore degli Anelli” del celeberrimo J.R.R. Tolkien.
Perché in fin dei conti non si è mai limitato solo a dipingere epiche battaglie e a sconfiggere il nemico.
FRANCESCO ZAMBONI cerca di fare la stessa cosa, a suo modo e in tempi decisamente diversi.
Risultato?
IL SOMMO INCANTATORE è un romanzo fantasy – parliamo di combattimenti, di magia, di incantesimi, di un mondo fantastico che ci viene proposto dall’autore, e via dicendo – che viene realizzato appositamente per i giovani lettori affinché si possano sì appassionare all’ambientazione, ma riescano pure a rivedersi nei personaggi che, dall’inizio della storia, affrontano un percorso di crescita non indifferente.
Si parte infatti da un concetto di individualismo (Joras, il protagonista, all’inizio del romanzo ha un carattere molto particolare e un pensiero anche lì molto spiccio) che diventa mutevole nel corso della storia.
Joras ha sedici anni.
Come tanti ragazzi del nostro tempo è sicuro di sé, delle sue capacità, delle sue posizioni.
E’ “convinto”, se potete passarmi il termine.
Certo, non tutti i giovani lo sono, purtroppo. Dico ‘purtroppo’ perché chi lo è troppo, spesso poi si trova a bullizzare chi è insicuro e appare più debole, ma… anche ne IL SOMMO INCANTATORE vedremo come certe divergenze di opinione esistano, a volte in modo poco pacato, che possono assomigliare molto ai diverbi attuali.
Joras e Nedius non si sopportano per nulla.
Le loro risse sono a colpi di incantesimi, oltre che di frecciatine a parole.
I loro Maestri lavorano e lavoreranno per cercare di smussare gli angoli dei due caratteri forti e fare in modo che possano, un giorno, arrivare a cooperare unendo le capacità, i talenti e le forze per poter far fronte ad un bene comune.
“E tu invece, Joras, quando la smetterai di essere una persona per bene che si traveste da presuntuoso? Hai detto di volere la mia fiducia, ma quand’è che tu inizierai a fidarti degli altri? Dentro di te risiede molto di più di quello che mostri, e io lo so bene. Mi chiedo quando deciderai di farne dono agli altri”.
Il lettore potrà perfettamente decidere se essere Joras o Nedius.
Certo dovrà fare i conti con gli eventi, che porteranno i due a dover persino scendere a compromessi e fare delle scelte.
Joras è molto determinato.
Ma quand’è che la determinazione sfocia poi nella presunzione?
E’ così labile il confine: quanti di noi sono risultati arroganti agli occhi altrui, sebbene avessero solamente desiderato esprimere la propria tenacia?
Per un ragazzo che legge un fantasy è molto più facile ‘riscoprirsi’ seguendo le gesta di un personaggio immaginario: l’adolescenza è un momento di crescita molto delicato e importante, dove lo scontro con i coetanei è all’ordine del giorno, unito poi con quello con il mondo degli adulti.
Siamo in una fase dove si cercano i punti di riferimento, dove si imitano gli atteggiamenti altrui, dove si deve ancora capire da che parte stare.
Joras in cuor suo sa già quello che farà della sua vita.
Sa che sarà lui il Sommo Incantatore.
Non rimane altro che raggiungere l’obiettivo, con impegno, studio e… determinazione.
Ammirevole. Lodevole. Appassionante.
Al giorno d’oggi è difficile avere un obiettivo a sedici anni. O meglio: lo si ha, ma poi mille fattori esterni ti portano a cambiare seimila volte idea… tocca reinventarsi costantemente, o si rischia il fallimento.
Joras ha le idee chiare anche sul fallimento, se è per questo.
Stai fallendo!, disse una voce dentro di lui. Fallire? Il fallimento non era contemplato. Sarebbe diventato il Sommo Incantatore, lui. Non si sarebbe piegato al suo stesso incanto.
Gli eventi, però, costellano i nostri percorsi di avventure e, talvolta, anche di imprevisti.
Sono imprevisti proprio perché non sono prevedibili, e questo ci porta a dover improvvisare per poterne uscire fuori. A volte non si ha tempo per pianificare per bene le cose.
Joras imparerà anche questo.
Imparerà che a volte è necessario fidarsi degli altri; imparerà che l’individualismo non sempre è la scelta migliore e che anzi, a volte è necessario fare squadra per poter aver un risultato ancora più ottimale.
Scoprirà pure che il mondo dei grandi è insidioso tanto quanto quello dei giovani, e che spesso il loro esempio non è sempre perfetto. Già.
Ogni età ha i suoi problemi.
Ed in ogni fase saremo impegnati nel tentativo di superarli.
La cosa fondamentale è ‘non mollare’.
Resistere.
Soprattutto se abbiamo un obiettivo da voler raggiungere.
Insistere. Perseverare. Inseguire i sogni.
Se un romanzo fantastico può lasciare tutto questo, allora significa che è perfetto per i nostri ragazzi. E fors’anche per gli adulti. Perché ognuno di noi possa ricordarsi quanto sia importante cercare di essere soddisfatti nella vita, provando ad ottenere ciò che si sogna, impegnandosi sin da subito ad inseguire quegli obiettivi e quei desideri che, una volta raggiunti, davvero possano riempire il cuore.
L’infelicità non porta nulla.
La soddisfazione, invece, di avere quello per cui si è lottato, è molto più appagante.
A sedici anni, come in età adulta.
Mai abbandonare i sogni. Mai perdersi d’animo. Mai chiudere gl’occhi davanti ai traguardi da raggiungere.