Cari Lettori, bentrovati!
Oggi parliamo del libro ATROPONAUTI scritto da Massimo Junior D’Auria e autopubblicato, disponibile sugli store online.
Scopriamolo insieme!
La Recensione a cura di Francesco Bignardelli
Atroponauti è una raccolta di storie, scritte da D’Auria, già scrittore, sceneggiatore e studioso di filologia.
Prima opera (o raccolta di opere) che leggiamo di questo autore: informo già da ora che probabilmente sarà una recensione molto breve, perché le pagine che raccolgono le storie sono molto poche, una sessantina, e i racconti durano veramente poche pagine; non mi soffermerò, come ho fatto per altri casi simili, sulle singole storie ma sulla raccolta in generale.
Abbiamo di fronte varie piccole letture, scritte molto bene; ci viene narrata di volta in volta una storia diversa, sia come luoghi che come periodo storico, ma che inizia e finisce in quelle singole pagine chiudendo la narrazione che di volta in volta viene aperta.
Non si tratta di racconti scritti banalmente; si vede che c‘è uno studio e un lavoro dietro da parte dell’autore più che dignitoso.
Delle otto storie presentate nel libro almeno sei sono belle e almeno più di una mi ha lasciato una delle emozioni in corpo mentre le leggevo.
Un gran peccato che tutte le storie finiscano presto, raggiungendo la giusta conclusione, per quello che devono raccontare, ma comunque finiscono in poco tempo: sembrano quasi tutte le storie o dei preludi o degli antefatti di racconti più ampi che mi piacerebbe approfondire.
Sfortunatamente questa raccolta ha due cose che, secondo me, non vanno bene: la prima addirittura è sulla copertina del libro e la potete notare anche voi lettori. In basso a sinistra, infatti, è presente la dicitura “racconti sci-fi”: racconti sci-fi sta per racconti di science fiction, ovvero di fantascienza. Questa terminologia mi porterà a pensare quindi che avrò a che fare con un racconto (o in questo caso una raccolta) di storie di fantascienza, ambientate in un contesto fantascientifico. Apro il libro, inizio a leggere le prime storie e invece tutto mi viene in mente ma non la fantascienza. Non scherzo: di otto racconti presenti nella raccolta, SOLO uno è in un panorama fantascientifico! Tralasciamo il fatto che questo racconto sia di fantascienza ma ha veramente poco del genere, ma non si può accettare di avere in mano un libro che dice una cosa e invece è altro. Se io compro un libro e la copertina mi dice una cosa, quella dev’essere, potrei essere un patito solo di sci-fi e aver sprecato dei soldi.
Non so perché sia presente questo errore sulla copertina, non so a chi o cosa è dovuto o chi lo ha messo, ma è grave.
Secondariamente se tergiversiamo su questo punto, possiamo anche goderci i racconti…
ma si pone un secondo problema, che in realtà è una perplessità.
Cosa lega le storie?
Mi spiego: in altri casi di raccolte che ho recensito, le storie lette avevano un filo che le legava, direttamente o indirettamente; il genere, lo stile di lettura, le tematiche…qualcosa che legava tutte le storie.
Qui solo alcune storie potrebbero avere un filo comune; si potrebbe dire che c’è una tematica horror o comunque una narrazione data da una forte tensione? Si in alcune; potrebbero legarle assieme la tematica del folklore o il sovrannaturale? Sì ma solo in parte.
Questo è un problema? Non proprio: le storie sono comunque belle e i punti a favore ci sono tutti…ma non si trova il senso di leggerle assieme in una raccolta unica, niente le lega, sono delle piccole isole e solo alcune si avvicinano tra loro. Rimangono troppo isolate tra di loro.
Per la seconda volta in poco tempo mi viene da dire la stessa cosa.
Troppe poche pagine.
Poco spazio a una creatività, percepibile nelle storie che ho letto: c’è tanto da poter scrivere e questi input iniziali potrebbero portare a idee diverse.
Non dico niente di troppo lungo ma il giusto per avere più colore, dei personaggi e dell’ambiente che li circonda.
C’è cuore in queste storie e andrebbero lette e consiglio la lettura singola: assieme non dicono molto, ma da sole sono delle piccole idee preziose e funzionano.
Un consiglio spassionato: forse sarebbe da cambiare la copertina del libro, ma per il resto, mi piacerebbe poter leggere di Massimo Junior D’Auria dei racconti più corposi che possano prendermi e spaventarmi a tratti, così come è avvenuto già leggendo queste piccole storie.

di Massimo Junior D’Auria
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