
di Francesco Bignardelli
Salve a tutti lettori e bentornati, ma soprattutto ben ritrovati nella stanza dei giochi!
Per più di un anno questo posto è rimasto chiuso e sono passato solo di tanto in tanto a lasciare alcune cose provate negli ultimi mesi; giochi interessanti, giochi che mi hanno preso meno, ma comunque tutte cose che mi hanno permesso di distrarmi il più possibile da ciò che sta capitando a tutti noi.
Oggi sono qui, di nuovo per voi, per parlare ancora una volta di qualcosa che ruota attorno al mondo del gioco di ruolo, qualcosa che si lega in realtà a ciò di cui avevo parlato in precedenza, parlando del ruolo del master e della creazione del party: prima di iniziare a giocare, prima che il gruppo si compatti, prima che la storia prenda forma, bisogna dedicarsi a quella che è conosciuta come Sessione 0.
Partiamo per prima cosa dando una definizione a questo termine appena usato, ma prima di iniziare questo discorso porgo subito delle scuse: darò, infatti, una descrizione personale alla “Sessione 0”, poiché tutto il discorso attorno ad esso si basa sulle mia personale esperienza da giocatore e master, il che potrebbe essere vista come limitata e minima riguardo il tema.
In poche parole, la Sessione 0 è il momento nel quale il gruppo di giocatori espone le basi su cui fondare tutta l’avventura, partendo dalle domande più materiali ma di certo importanti, data e luogo delle sessioni di gioco (anche se con il COVID presente nelle nostre vite, il digitale ha soppiantato al momento, il dubbio sul dove incontrarsi) a qualcosa di più complesso, ovvero, che tipo di esperienza di gioco si vuole raggiungere.
Durante la Sessione 0 può essere esposta la dichiarazione di intenti e, nel caso il gioco scelto non sia conosciuto da tutti, viene spiegato con una descrizione dell’ambientazione e del sistema di gioco ed ultimo, ma non ultimo, si possono esporre dei possibili esempi di gioco nella creazione delle schede dei personaggi.
Data questa definizione vi pongo una domanda: quando voi altri giocatori avete sentito parlare della “Sessione 0”?
La dichiarazione di intenti già mi era più familiare: anni prima mi capitò di iniziare una campagna con il master che ha voluto porre delle domande che erano presenti all’inizio del manuale; quella era una forma “grezza” della dichiarazione di intenti, la quale ora si avvicina di più a un contratto che viene stipulato al tavolo da gioco.
La Sessione 0, invece, è qualcosa che fino a 3 o forse 4 anni fa non conoscevo minimamente, e non l’avevo mai sentito a nessun tavolo da gioco (e un po’ tutta Italia me la sono girata): sono abbastanza sicuro che almeno qui nel nostro paese sia molto recente, roba degli ultimi anni questo concetto…o forse no.
Vedete, in realtà quella che oggi è chiamata in questo modo, sotto sotto io l’avevo già fatta e anche più di una volta, solo che prima la definizione era “c’è un nuovo gruppo di gioco da conoscere, andiamo quindi a berci una cosa assieme e sentiamo cosa vogliono giocare”.
Per me, per come mi è stata descritta la Sessione 0 dagli altri, si tratta di questo.
Solo che non era una cosa che si etichettava, semplicemente si trattava di un “rituale” che serviva a conoscere i nuovi giocatori o rinforzare la fiducia con dei vecchi compagni di gioco; ci si vede quindi in un locale, si chiacchera e si sente a cosa vogliono giocare tutti, quali sono i giorni a disposizione, dove possiamo…non vi ripeto insomma tutta la tiritera: insomma, stiamo anche qui parlando di una forma grezza di ciò che i giocatori conoscono ora.
Si sapeva più o meno già prima a che gioco si sarebbe giocato (non che ce ne fossero pochi, ma al primo incontro escono quasi sempre i giochi più famosi, per poi scendere nel torbido mondo dei gdr più di nicchia) e le domande in realtà erano poche e limitate; in questo, in effetti, per me la Sessione 0 per come si conosce ora è molto utile, perché si entra più in profondità nelle domande e nelle spiegazioni, capendo già da subito cosa i giocatori nuovi davanti a te cercano e su cosa si può raggiungere una mediazione, in modo da percepire se il gruppo è adatto a te; prima lo si scopriva dopo e a costi spesso salati dal punto di vista della coesistenza al tavolo da gioco.
Insomma, in sintesi, questa Sessione 0 è qualcosa di buono nel mondo ludico da noi conosciuto?
Per me si, ritengo sia divenuta una cosa utile da usare, a seconda del gruppo che posso avere di fronte.
Se parliamo di un gruppo di giocatori che io conosco, con cui ho già giocato, e se tutti si conoscono, io non ho bisogno di una “canonica” Sessione 0; servirà sempre parlarci confrontarci e chiederci cosa vogliamo, ma più in stile “Berci una cosa assieme”.
In un gruppo nuovo, di gente poco conosciuta, che non posso immaginare cosa possano volere un po’ tutti…li SERVE una sessione 0, SERVE confrontarsi maggiormente per vedere se effettivamente è possibile creare un gruppo omogeneo o che si accetti: osservare e capire come tenere alta l’attenzione dei giocatori, vedere se l’atmosfera del gioco crea il giusto feeling, eccetera.
Ammetto che per certi giocatori suoni strano come concetto, ma fidatevi, funziona: funziona per capire subito se veramente ci sono fin dall’inizio dei problemi, serve per inquadrare il giusto mood all’avventura e capire se il gioco scelto funziona…
Sembrerò ripetitivo in questo mio tanto parlare e solttolineare gli stessi concetti, ma lasciatemi dire ancora una volta questo: il mondo del gdr si espande, sempre più velocemente e poche volte si contrae.
Forse avverrà un giorno che tornerà a essere qualcosa per pochi, e forse quel giorno diminuiranno le opzioni di gruppo e le possibilità, ma ora, con la tecnologia a nostra disposizione e con tanti diversi gdr usciti e in uscita, c’è molta fluidità, che per un vecchio giocatore come me può anche non suonare strana come cosa: è parte di noi, e per non perderci in innumerevoli discussioni inutili e chiuse non c’è modo migliore di sedersi, guardarsi in viso e parlare apertamente su cosa ci si aspetta e quale fine si vuole raggiungere…
…per questo è così importante partire con il piede giusto, partendo da 0.