
a cura di Francesco Bignardelli
Salve a tutti lettori e bentrovati a questa nuova recensione,
oggi appare una nuova autrice in questo nostro Bosco di scrittori del fantastico e si tratta di Silvia Torani, che ci porta la sua autopubblicazione intitolata “Nel Freddo e Nella Notte”. Scopriamola insieme!
Per quanto questo sia il primo libro per lei, Silvia Torani, da tempo vive nel mondo della scrittura: tra blog, canale youtube e altro, questa autrice si è già creata qualcosa attorno e oggi andiamo a vedere assieme cosa ha creato dopo questo suo primo percorso con questo romanzo… chiamiamolo giallo per ora.
Al termine della lettura di questo libro ciò che mi ha colpito è la narrazione dell’autrice: la sua capacità di darci i dettagli e le prove un po’ alla volta, il modo che ha di evolvere la trama e il modo in cui espande il suo microcosmo nel quale gira tutta la storia. Non solo un caso, ma anche altre storie personali e non che i personaggi vivono; c’è molto sentimento e pathos, soprattutto nella prima parte, nella quale la storia accelera pagina dopo pagina.
Sono poche pagine per raccontare una storia, ma abbastanza per una brava scrittrice (e abbiamo già avuto altri esempi a riguardo negli anni su questo blog) non solo per narrarci ciò che vuole, ma anche per caratterizzare dei personaggi; soprattutto la protagonista, da cui abbiamo il punto di vista della storia.
L’agente è in un mondo tutto nuovo, una città che la giudicherà dal primo istante, e non solo per il primo caso che gli capita tra le mani; iniziamo a conoscerla un po’ alla volta e comprendiamo la forza dell’agente che è protagonista di questa storia.
La scelta di raccontare in prima persona, poi, aiuta molto a rapportarsi nei problemi che deve vivere il protagonista; di sicuro non del tutto, ma abbastanza da intuire cosa va e cosa non nel suo animo.
Vi è però, all’interno della storia, una sotto trama soprannaturale diciamo: ecco, questa sinceramente non mi ha colpito granché perché secondo me, che sia presente o meno questa parte, ai fini della trama cambia poco o niente.
Non la sento d’impatto e se l’autrice non voleva che fosse d’impatto o troppo importante, allora diventa troppo ininfluente; avrei preferito avere più pagine di racconto sulla storia di Artemis e sui personaggi secondari della storia (che si intravedono appena ma non vengono approfonditi) che la parte paranormale o soprannaturale.
Questo libro ti riesce a far entrare bene nel mondo in cui si muove, anche i disegni sulla carta di ogni inizio capitolo fanno percepire il freddo del mondo attorno a cui si svolge la storia; per quanto una piccola parte non mi ha colpito particolarmente, per il resto non ho molto da dire: molto affascinante, molto elegante la scrittura, molto interessanti i personaggi attorno a questa cittadina; un giallo, con tinte diverse, per dargli una forma particolare e diversa dal solito crime che possiamo leggere. Lo consiglio vivamente, e sarete rapiti, dal freddo e dalla notte.
Ci sono storie che non vogliono essere dimenticate.
La dodicenne Sidny Bjerke scompare nella notte polare e una creatura misteriosa si aggira affamata ai confini della valle. L’inverno a Longyearbyen, paese di duemila anime affacciato sull’Artico, è un lungo buio che dura quattro mesi. Se si vuole ritrovare Sidny ancora viva, bisogna agire subito e sapere come muoversi in un ambiente freddo e ostile. Nessuno però si aspetta che le indagini vengano affidate proprio alla detective Artemis Hansen, l’ultima arrivata sull’isola.
Alle Svalbard Artemis cerca una nuova casa dove vivere la propria identità di donna trans senza conflitti e sensi di colpa. Per gli abitanti di Longyearbyen è un’estranea, e non sarà facile ottenere la loro fiducia per ritrovare la bambina scomparsa. Il detective Martin Radlov si offrirà di aiutarla, ma un mistero vecchio di trent’anni lo perseguita: un’altra bambina scomparsa nel nulla il cui fantasma continua a tormentarlo.